A cura di Emy
Titolo: A-A’
Autrice: HAGIO Moto
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 1-concluso
Anno di pubblicazione: 1975
::: Il manga in USA ::
Titolo: A-A’
Casa editrice: VIZ Media, 208 pp.
Numero di volumi: 1-concluso
Data pubblicazione: 1997.
Storia
A-A’ (leggesi “A-A primo”) è una raccolta di tre brevi storie di fantascienza (A-A’; 4/4; X+Y) della grande Moto Hagio, una delle “madri fondatrici” degli shoujo manga. I tre racconti, autoconclusivi, hanno come denominatore comune la presenza di una particolare razza umanoide: “gli Unicorni”. Gli Unicorni sono una specie creata in laboratorio, i cui (rari) esemplari non sono in grado di provare emozioni e sono inoltre facilmente riconoscibili da una striscia di capelli rossi a metà della loro capigliatura: attraverso di loro la Hagio trova il pretesto per trattare il tema dell’incomunicabilità tra “diversi”. Non è un caso che il più lungo dei racconti, “X+Y”, sia quello che meglio evidenzia tale tema ed è anche il più prestigioso, avendo vinto nel 1985 il Seiun Award (equivalente del Premio Hugo degli USA per la fantascienza). La raccolta A-A’ è stata pubblicata anche in America, prima serializzata sul magazine “Manga Vision” della Viz Communications, poi raccolta in una graphic novel nel 1997. Qui di seguito si riportano le sinossi dei tre racconti, tutti ambientati in un futuro dove gli uomini hanno colonizzato numerosi pianeti, entro e oltre il sistema solare.
A-A’. Con questo titolo si fa riferimento alla clonazione: A è l’individuo originale, A’ è il clone. Adelaide Dee, 19 anni, tecnico informatico, muore nello sperduto centro di ricerca di Munzel, il quinto pianeta di Proxima. Poiché ogni membro dello staff di Proxima aveva provveduto a ibernare un proprio clone prima di partire per Munzel, in modo da poter essere sostituito in caso di incidente, dalla Terra un clone di lei all’età di 16 anni viene spedito a rimpiazzarla sulla colonia. Ma dal tempo in cui Addy era stata clonata e il momento in cui era morta erano passati tre anni… perciò il clone non ha memoria delle sue relazioni affettive negli ultimi tre anni e lo staff su Munzel si ritrova una Addy molto diversa da quella con cui aveva familiarità. In particolare uno di essi, il giovane Regg Bone, era diventato il ragazzo di Addy in quei tre anni e ora si rifiuta di riconoscere quel clone come la “sua Addy”. A complicare le cose c’è il fatto che Addy è un esemplare della rara specie degli Unicorni: una razza creata grazie alla manipolazione genetica, caratterizzata da un vistoso ciuffo rosso di capelli e dal fatto di non essere in grado di provare emozioni. Eppure, frequentando il clone di Addy, Regg si ritrova meravigliato a considerare ciò che è rimasto identico in lei rispetto alla sua amata. La “nuova” Addy l’ha quasi conquistato quando, a causa di un incidente, il corpo della Addy originale viene ritrovato: lo shock è tale che Regg chiede di essere trasferito su un altro pianeta. Ma la colonia in cui Regg si trasferisce è distrutta da un’esplosione: Addy non sembra reagire alla notizia della morte del ragazzo, anzi mostra indifferenza. Col passare del tempo, però, ella si indebolisce, lavora troppo e si rifiuta di mangiare: si scopre perciò che gli Unicorni *hanno* emozioni, ma il loro modo di esprimerle è completamente diverso rispetto a quello dei “normali” esseri umani. Tutto questo appare chiaro quando su Munzel arriva il clone di Regg: Addy alla sua vista si ritrova a piangere, felice di avere occasione di aprirgli il suo cuore.
4/4. L’azione si sposta su un satellite di Giove: Mori è un giovane incapace di controllare i suoi poteri psichici, nonostante da molto tempo frequenti una scuola per esper. Quando però incontra la bellissima Trill, un raro esemplare di unicorno, egli si accorge che per qualche misterioso motivo è in grado di dominare i suoi poteri. Ma questo accade soltanto quando Trill gli è accanto, perciò il ragazzo cerca di passare più tempo possibile con lei. Così facendo, Mori viene a conoscenza della triste realtà della ragazza: allevata dal professor Sazzan, è da lui considerata, oltre che “figlia adottiva”, soprattutto un grandissimo tesoro, dal momento che il professore ne usa le ovaie per condurre un esperimento. Scopo dello scienziato è creare una nuova razza di Unicorni: per lui infatti sono le emozioni il vero handicap dell’umanità, e gli Unicorni, essendo privi di emozioni, sono la razza perfetta.
Non sa quanto si sbaglia: il motivo per cui Mori è in grado di usare i suoi poteri quando è con Trill è perché i due sono “in risonanza”: praticamente, ognuno dei due è come fosse “a metà” (Trill perché appartiene agli Unicorni, Mori perché appartiene a una specie detta “dell’occhio caleodoscopio”) e insieme formano un essere completo (cioè 4/4).
Questo è il motivo per cui Mori scopre che Trill non è affatto priva di emozioni: non sa come esprimerle, perciò sembra indifferente, ma in realtà odia profondamente il professor Sazzan e i suoi esperimenti. Poiché i poteri di Mori, ingovernabili, causano una tremenda esplosione sul satellite, il ragazzo è costretto a essere trasferito su Marte; durante il suo trasferimento, però, il professor Sazzan cerca di usare violenza a Trill, la quale, nel tentativo di difendersi, perde la vita. Mori è costretto ad assistere impotente a tutto questo: urlate parole di odio contro il professore, si allontana diretto su Marte, chiedendosi se abbia davvero bisogno di sentimenti.
X+Y. È l’episodio più lungo e più celebrato della raccolta, in quanto vincitore del Seiun Award. L’azione ha inizio sulla Terra; qui un famoso gruppo di giovani studiosi è denominato i “cervelli”:
tra loro spicca un esemplare degli Unicorni, il sedicenne Tacto. Colpita dalla di lui avvenenza, la bella Merimè, cugina di Zazz, uno dei “cervelli” amico di Tacto, lo convince a passare la notte con lei. L’indomani però Merimè si lamenta: dormire con Tacto è come dormire con una bambola! Nonostante questo, ella ambisce a sposarlo semplicemente perché lui è famoso, e Tacto d’altro canto replica con la massima indifferenza che a lui Merimè “piace”. Ma una rivelazione inaspettata attende il ragazzo: in seguito a un esame medico, scopre di essere geneticamente un XX anziché un XY; in altre parole, in lui convivono organi femminili e maschili ma, mentre gli organi maschili sono semplicemente ornamentali, quelli femminili sono in grado di svilupparsi completamente. Come a dire che, se lui vorrà, potrà diventare una donna a tutti gli effetti, mentre non sarà mai realmente un uomo! An-An e George, i medici che hanno effettuato l’esame, decidono di contattare il professor Moonsault, il padre di Tacto, per avere chiarimenti a riguardo: in effetti il professore aveva affidato a George il figlio Tacto all’età di sette anni, dicendogli di avere cancellato ogni ricordo del bambino perché la madre si era suicidata davanti ai suoi occhi e da allora il figlio non aveva più toccato cibo; perciò Tacto non ha alcun ricordo prima dei suoi sette anni. Ma il ragazzo ora ha altro a cui pensare: il progetto a cui ha lavorato con i suoi colleghi per modificare la pressione atmosferica di Marte, detto “Tako Project”, deve essere discusso sullo stesso Marte, in una conferenza cui parteciperanno i più importanti scienziati. Giunti a Solis, città marziana, il gruppo dei “cervelli” si imbatte in Mori, impegnato in una gara di deltaplano (è proprio lo stesso Mori dell’episodio 4/4, di quattro anni più grande); Mori rimane profondamente colpito da Tacto, dal momento che gli ricorda moltissimo Trill. Anche Tacto si interessa a Mori, in quanto per il Tako Project occorrono sia un esper che il deltaplano. La vicinanza del giovane unicorno finisce col provocare una forte crisi d’identità sessuale in Mori, che è “in risonanza” con lui esattamente come successo con Trill: Mori finisce col confessare a Tacto che lo ama, ma il ragazzo reagisce con l’usuale indifferenza, tanto che Mori ha uno scatto di rabbia. Quando, una settimana dopo, Mori cerca di comunicare con Tacto, questi è in viaggio per Saturno (per cercare di realizzare il Tako Project), e -quel che è peggio- non si ricorda assolutamente di Mori, come l’avesse cancellato dalla sua memoria. Il ragazzo lo raggiunge, e, nel tentativo di fargli recuperare il ricordo di lui, lo accompagna in un giro di perlustrazione degli anelli di Saturno. Durante il viaggio una pioggia di meteoriti manda in pezzi il velivolo e i due, separati, vagano alla deriva nello spazio.
Mori viene recuperato dai compagni, ma di Tacto nessuna traccia: è Mori che, sfruttando la “risonanza”, riesce a ritrovarlo. Qualcosa in Tacto è nuovamente cambiato: ora non solo si ricorda di Mori, ma fa capire di essere innamorato di lui! È tempo di chiedere spiegazioni al dr. Moonsault, che fornisce sconcertanti rivelazioni: in passato il professore era dedito a esperimenti sui cromosomi da cui dipendeva la sessualità… in seguito a tali esperimenti il suo assistente, Marble, era diventato una donna! Non riuscendo a farlo tornare uomo, il professore l’aveva sposato e da quell’unione era nato Tacto. Ma tre anni dopo quella nascita, Marble era tornato un uomo e a nulla erano valsi i tentativi di mutarlo nuovamente in donna: perciò Marble, poiché il professore lo tradiva con altre donne, si suicidò di fronte agli occhi di Tacto. Moonsault decise di cancellare ogni ricordo dal figlio per proteggerlo, Mori però giustamente intuisce il vero motivo di quel gesto: il professore lo fece per proteggere sé stesso, essendo proprio Moonsault il diretto responsabile della morte della moglie. Tacto si riconcilia col professore e trova una nuova intesa con Mori: i due sembrano destinati a stare insieme (e probabilmente Tacto diventerà una donna, ma questo non è detto esplicitamente). Stando accanto a Tacto -pensa Mori- forse sarà in grado di capire come sente le proprie emozioni un unicorno…
NOTA BENE: Le sinossi qui terminate possono dare solo una parziale idea dei tre racconti compresi in “A-A'”, e questo vale soprattutto per “X+Y”, in quanto la sinossi trascura dettagli importanti presenti in sottotrame e relative micro-evoluzioni; inoltre tutto il racconto è pervaso da una deliziosa ironia, più o meno sottile a seconda dei luoghi, del tutto intraducibile in un riassunto.
Considerazioni
Esistono tanti tipi di storie: alcune ci accompagnano per qualche ora della nostra vita e dopo un nulla sono già dimenticate; altre giungono benvenute a tenerci compagnia in particolari periodi della nostra esistenza; ad altre ancora ci si affeziona per motivi del tutto personali, indipendenti dal loro valore intrinseco; poi ci sono certe storie che, piacciano o meno, rimangono dentro e non si decidono a scolorare, nonostante il trascorrere del tempo.
Le storie contenute in A-A’ sono di quest’ultimo tipo, e non occorre essere appassionati di shoujo manga o di s-f per accostarvisi: esse racchiudono riflessioni elaborate nel profondo per sbocciare in una rara intensità, intensità che lo stile grafico -ancora grezzo rispetto agli sviluppi futuri- non riesce a offuscare. Superfluo aggiungere che di codici narrativi quali fiorellini e similari grafismi non c’è traccia nelle tavole di quest’opera (come del resto nella stragrande maggioranza delle opere dell’autrice), mentre il tono narrativo varia a seconda dei racconti, scandito da una lenta malinconia nel primo, più ritmato e tragico nel secondo, variegato e sorprendentemente ironico nel terzo: una ricchezza espressiva che alimenta il desiderio di poter leggere l’opera omnia dell’autrice.
A-A’ è stato ristampato in Giappone nel 1985, nell’antologia “Hagio Moto Sakuhinshuu Dai 2 ki” (Shougakukan), vol.17.
Curiosità
LA MANO SINISTRA DELLE TENEBRE di URSULA LE GUIN; 1984; Editrice Nord.
La scrittrice californiana Ursula Le Guin è un’autorevole voce nel campo della fantascienza: nata nel 1929, nella sua lunga carriera ha pubblicato decine di racconti, saggi, poesie e romanzi. Del 1969 è La mano sinistra delle tenebre, romanzo vincitore del premio Hugo e del premio Nebula, i massimi riconoscimenti nell’ambito della s-f. In questo libro l’autrice cerca di rispondere alla domanda: come potrebbe essere organizzato un intero mondo privo della dicotomia dei sessi? Benvenuti su Inverno, dunque, un pianeta popolato da ermafroditi; qui solo nel momento dell’amplesso (o in stato di eccitazione) l’individuo sceglie di essere maschio o femmina. E se un “normale” essere umano -a nome Genly Ai- fosse spedito su Inverno, per cercare di far entrare il pianeta nella lega dei mondi, e qui scoprisse una strana creatura, Estraven, talmente affascinante da portarlo sull’orlo di una crisi d’identità sessuale? La mano sinistra delle tenebre è tutto questo e molto di più. Non può sfuggire il parallelismo tra ciò che accade a Genly Ai e a Mori in “X+Y”, ma più di tutto è l’impressione di una sensibilità comune alle due autrici ciò che colpisce chi ha letto entrambe le opere. Tanto che l’analogia tra Ursula Le Guin e Moto Hagio è stata messa in luce da più voci (Rachel Thorn in primis).
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