Recensione Manga – Zucca e Maionese (Kabocha to Mayonnaise) di Kiriko Nananan

A cura di Il*Barone (review), Demelza (info e immagini)

Titolo: Kabocha to Mayonnaise (Zucca e maionese)
Autrice: NANANAN Kiriko
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Takarajimasha
Numero di volumi: 1-concluso
Anno di pubblicazione: 1998
Rivista di serializzazione: CUTiE Comic

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Zucca e maionese
Editore: Dynit
Numero di volumi: 1-concluso
Anno pubblicazione: Agosto 2019
Senso di lettura: orientale
Collana: Showcase
Prezzo: 16.90 E.

:: Il manga in Francia ::
Titolo: Everyday
Casa editrice: Casterman, 2005
Numero di volumi: 1, concluso
Collana: Sakka, 208 pp.
Senso di lettura: orientale.

:: Il film ::
Anno di proiezione in Giappone: 2017
Attori protagonisti:  Odagiri Joe, Taiga Seiichi, Usuda Asami
Regia: Masanori Tominaga
Sceneggiatura: Masanori Tominaga
Durata: 1 ora e 33 minuti

Storia

Sinossi non comprensiva del finale
Un giorno… Miho, una ragazza che fa la commessa in un negozio di abiti, decide di cercare un secondo lavoro per permettere a Seiichi, il suo fidanzato, di dedicarsi completamente alla sua passione: la musica. Per Seiichi la chitarra e le sue canzoni sono tutto, non accetta compromessi e solo saltuariamente lavora, con poca voglia e per poco tempo. La loro convivenza sembra scorrere senza troppo entusiasmo e Miho non può fare a meno di ricordare, di tanto in tanto, Hagio, un ragazzo con cui visse in passato una storia d’amore intensa ma finita male.
Un giorno … Miho si ritrova a pensare: “E se Hagio fosse al posto di Seiichi?”
Passato e presente si intrecciano, corrono sullo stesso binario, si confondono quasi, suscitando nella ragazza malinconia e insoddisfazione.
Un giorno… per far quadrare i conti Miho accetta di lavorare come hostess in un locale notturno e lo nasconde a Seiichi che però comincia presto a sospettare qualcosa. Tuttavia, il ragazzo preferisce tacere e non affrontare l’argomento. Quando un cliente propone a Miho di diventare la sua amante, offrendole molto denaro, la ragazza finisce per accettare. Al di là della nausea provata e della situazione rivoltante, Miho pensa soltanto ai soldi che potrà portare a casa, ai soldi che serviranno a lei e a Seiichi per vivere, a lei e a Seiichi …
Un giorno… il ragazzo scopre la verità e ne rimane sconvolto: a quel punto Miho gli rinfaccia di voler vivere solo col tipo di musica che pretende di fare. Seiichi resta muto, immobile. Il silenzio sembra sancire la fine della loro storia.
“Non c’è niente di più pietoso del deridere i sogni degli altri”, si rimprovera la ragazza senza riuscire più a prendere sonno.
Seiichi sembra aver capito i suoi errori e accetta un lavoro mentre Miho smette di andare al locale notturno. Tra loro tutto torna come prima, o quasi.
Un giorno… Miho rincontra Hagio e il suo cuore le si blocca di colpo. I due chiacchierano come ai vecchi tempi, cominciano a frequentarsi e ben presto diventano amanti. Senza capire più niente, la ragazza si lascia travolgere dai sentimenti, dalla passione e la vita reale, il futuro, niente ha più importanza.
Un giorno… inaspettatamente, Seiichi decide di lasciarla. Quello che lei non è mai riuscita a fare, per vigliaccheria o per paura, trascinando una storia clandestina fatta di sensi di colpa, lo fa lui per lei, restituendole la vita che sente di non poter più condividere insieme. Troppo preso dalla sua musica, non riesce a vivere il loro legame come dovrebbe e non gli sembra giusto tenerla legata a sé. Miho può a questo punto frequentare Hagio dimenticando ogni inquietudine. Ben presto, però, le ombre del passato tornano a coprire i loro passi e se le situazioni sono cambiate, non lo sono altrettanto i loro caratteri, i timori di lei, la freddezza di lui. E alla fine per la ragazza non resta che il ricordo di quanto, tanto, troppo, amore provato per Hagio e nulla di più.
Un giorno… Seiichi le telefona: ha scritto una nuova canzone e gliela vuole far ascoltare. Il pretesto è buono per incontrarsi di nuovo, parlare di cose semplici e un po’ banali, per sfiorarsi appena, per sorridere…

Considerazioni
“Il quotidiano banale che ci appartiene è, in realtà, molto fragile. È un miracolo poterlo conservare intatto. Noi conduciamo una vita ordinaria, fatta di semplice quotidianità…”
Quasi un “manifesto” della quotidianità, in questo manga Kiriko Nananan ci racconta una storia tanto semplice quanto vibrante nel suo essere così “comune”. Come sempre la bellezza delle situazioni descritte da questa autrice risiede proprio nel volerci mostrare la realtà a volte tranquilla, altre confusa e insoddisfatta come può capitare a ognuno di noi. Senza bisogno di utilizzare disegni curatissimi e ricercati, anzi, proprio il suo tratto lineare e sobrio rende perfettamente il desiderio dell’autrice di narrare la vita dei suoi personaggi così “poco personaggi” da diventare quasi uno specchio dell’anima dei lettori. La protagonista del manga non ha occhi grandi, sogni brillanti e capelli fluenti: è talmente semplice da sembrare abbastanza “anonima”. Eppure ha molto più spessore di tante eroine di manga perché non vive mille avventure fantastiche, non ha un carattere forte e “sorridente”. Miho ci mostra la sua esistenza con i lati belli e con quelli meno belli. Può presentarsi priva di fantasia e di originalità, ma quello che vuole fare la protagonista (e con lei l’autrice) non è stupirci e forse nemmeno commuoverci. Miho apre timidamente le mani con cui nasconde il cuore per farci vedere la vita per quella che è. Non solo, o almeno non sempre, rose e miele, ma anche frustrazione, tristezza e silenzi pesanti come sassi. La confusione sentimentale della ragazza non è fastidiosa, non è espressa con abbondanti lacrime ma con piccoli gesti quotidiani e soprattutto attraverso i ricordi e i pensieri che diventano parte integrante e fondamentale del manga. Raro caso in cui la parte scritta ha quasi la meglio su quella disegnata, come se i disegni fossero subordinati alla narrazione, come le illustrazioni in un libro. Le parole ripetute come intercalari o, se vogliamo, come il ritornello di una canzone, esprimono le emozioni e le incertezze di Miho più di tanti sguardi o di scene a effetto. Quasi una storia “statica”, perché di fatto non ci porta da nessuna parte se non a esplorare i dubbi e le paure della protagonista. Che sono quelli di ognuno di noi, di ogni persona innamorata. Perché se l’amore rende felici e più forti, la Nananan ci ricorda anche l’aspetto più “buio” e segreto: i compromessi, la paura di essere abbandonati, di rimanere soli, di non piacere come vorremmo. Tanti particolari che ritroviamo nell’uso del colore nero di cui l’autrice fa spesso abbondante uso in certe vignette, quasi fossero il riflesso più profondo e oscuro dell’anima. È qui che avvertiamo la sensibilità maggiore, scoprendo come una ragazza innamorata può vacillare, persa nella nostalgia e del “come sarebbe stato se…”. E allora il disordine dei sentimenti di Miho diventa un po’ il nostro che, a volte, ci voltiamo indietro ripensando al passato, a quello che abbiamo avuto e, magari, perso. La protagonista di questo manga ci racconta la sua vita velata di tristezza perché i suoi errori sono incredibilmente veri da far male come farebbero nella vita reale. Eppure si sa, è anche attraverso gli sbagli fatti che si capisce come andare avanti e con chi.
Un manga appassionato nella sua normalità, un’autrice che ancora una volta si conferma come vera poetessa della quotidianità. Perché è nella vita “di tutti i giorni”, all’apparenza tanto banale, che accadono situazioni emozionanti che ci permettono di migliorare e crescere. L’edizione francese è, come sempre, impeccabile e quella italiana non è da meno. Un’opera consigliata di cuore a chi cerca storie che non mostrino tutto e subito con estrema facilità, ma che permettano di pensare, di mettersi davvero nei panni dei personaggi e confrontarsi con schiettezza.

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