A cura di Il*Barone (testi), Deda (grafica)
Titolo: Kodomo no asobi
Autrice: MINAMI Q-Ta
Categoria: Josei
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shodensha
Numero di volumi: 1 -concluso
Anno di pubblicazione: 2003
Rivista: Feel Young
:: Il manga in Francia ::
Titolo edizione francese: Jeux D’Enfant
Casa editrice: Casterman
Numero di volumi: 1 -concluso
Anno di pubblicazione: 2005
Collana: Sakka
Senso di lettura: orientale
:: L’autrice ::
Minami Q-ta è nata nel 1969 nella prefettura di Shimane, in Giappone. Nel 1990 vince un concorso per autori esordienti, e due anni più tardi debutta sulle pagine di “Young Hip”: da quel momento inizia a pubblicare manga con le più importanti case editrici giapponesi. Con tenerezza o malinconia, a volte con una forte dose di erotismo, l’autrice si è imposta con il suo stile grafico e narrativo personalissimo, dedicato alle storie di formazione, ai delicati passaggi tra l’adolescenza e l’età adulta, con sottili venature autobiografiche [fonte: Kappa Edizioni].
Storia
Jeux d’Enfant (Kodomo no asobi) è un manga incentrato sulla quotidianità di una ragazza come tante, dall’infanzia fino alla realizzazione personale e professionale.
Nel prologo conosciamo Jun, la protagonista, ancora bambina che passa le sue giornate con Yusuke, suo compagno di giochi e avventure, tra un corvo da curare, raccolte di fiori e le sfide dettate dall’incoscienza infantile.
Nel primo, secondo e terzo capitolo è la scuola a fare da sfondo alle vicissitudini di Jun: l’amichetta del cuore che vorrebbe tutta per sé e invece deve “condividere” con un’altra bambina a leggere manga per ragazzi; il giorno di San Valentino, le confidenze all’amica che poi racconterà tutto all’intera classe, la stessa amica che poi le chiederà di consegnare il cioccolato a un ragazzo al suo posto; il problema della scelta del club sportivo e le competizioni a cui prende parte solo per il gusto di vincere, unica motivazione che la spinge a partecipare a gare di ping-pong e di corsa.
Nel quarto capitolo Jun entra all’Università di Tokyo ma con poca voglia di studiare. A interessarla di più è Konno, la sorella di una sua compagna di studi, con la quale va a vivere: insieme realizzano un cortometraggio. Konno è molto alta, proprio come Jun, guida una moto e pratica la boxe. La nostra protagonista ne è talmente affascinata da diventare gelosa di Kano, un ragazzo che corteggia l’amica.
Nel quinto capitolo Jun comincia a lavorare in un bar dove entra in contatto con tanti personaggi particolari con cui stringe amicizia e che si confidano con lei: Muratami, un divorziato che le fa la corte e le vorrebbe comprare bei vestiti; Takarada, un uomo piccolo e ordinario con la passione per il sadomaso; Rokuro, un uomo disperato che ha appena scoperto per caso di essere stato adottato; Shiho, l’amante del proprietario del bar che le rivela di essere incinta. Convinta che l’uomo avrebbe lasciato la moglie per lei, si ritrova ad affrontare un’amara verità, confortata dagli amici del locale.
Nel sesto capitolo è Jun ad avere una relazione con un uomo sposato e più grande, Isesaki, anche se non riesce ancora a comprendere bene i suoi sentimenti. Quando un giorno è ricoverata per un’ulcera, avvisa tutti tranne lui che però si presenta lo stesso in ospedale. Dopo essersi fatta offrire un pranzo, Jun si dilegua in silenzio, capendo come quella storia non l’avrebbe portata da nessuna parte.
Nel settimo e ultimo capitolo, Jun si concentra sul lavoro, vuole disegnare fumetti, però la strada non è facile come pensava. I suoi primi lavori non sono presi in considerazione, le richiedono più scene di sesso nelle storie e, quando comincia a fare l’assistente di una fumettista famosa, emergono le sue lacune e la mancanza di preparazione. La ragazza non demorde e, alla fine, un incontro fortuito con un editore nel bar dove lavora le permette di fare dei passi avanti nella professione che, in definitiva, ha scelto per sé.
Considerazioni
Dalle nostre parti Q-Ta Minami è famosa soltanto per Cool Pine, pubblicato da Kappa Edizioni. In Francia, invece, l’autrice ha avuto l’onore di vedersi pubblicati molti lavori, alcuni in un solo volume come questo o Adieu Midori, oppure storie più lunghe come Mlle Oishi, tutti pubblicati nella collana Sakka.
In Jeux d’Enfant, dal sapore autobiografico, l’autrice ci racconta di Jun, una normalissima ragazza senza molti grilli per la testa, una piccola donna che diventa grande. In otto capitoli sono narrati gli eventi quotidiani, alcuni banali, altri più complessi, di una vita come tante, come quella di ognuno di noi: dalle amicizie tra bambini alle prime cotte, dalle manifestazioni sportive a un problema di salute, il primo lavoro, le preoccupazioni degli amici, la decisione di quale lavoro intraprendere.
Jun non è la classica eroina con un talento innato, non è come Maya di Glass no Kamen che brucia di passione per la recitazione fin dalla nascita. Lei capirà quando sarà già adulta, domandandosi pure se non sia ormai troppo tardi, che certe volte un interesse può diventare la strada giusta, la svolta professionale tanto attesa, nonostante i primi insuccessi e i tanti problemi iniziali. Jun non ricorda la protagonista di Cool Pine, benché entrambe sembrino osservare la propria vita come “dal di fuori”.
A differenza di Rika, tanto prigioniera in sé stessa, Jun matura poco alla volta la consapevolezza del suo stare al mondo, con i dubbi e le perplessità che questo comporta. Tutto senza particolari colpi di scena, perché questo non è un manga di avventure, è un manga di vita e nella vita i colpi di scena più importanti sono le nostre decisioni, quelle che prendiamo nei momenti fondamentali della crescita. Il tratto dell’autrice è privo di qualsiasi fronzolo, semplice fino a sembrare poco curato; si nota una quasi totale mancanza di sfondi mentre i dialoghi e i pensieri della protagonista sono brevi e concisi.
Il fascino di questo manga, all’apparenza poco romantico e distaccato, sta proprio nell’attenzione al particolare e al quotidiano, nel senso più stretto del termine. Sono le situazioni piccole o gravi, i passi avanti che si compiono in tutti i campi a farla da padrone. Perché crescere, bello o brutto che sia, non è mai un “gioco da ragazzi”.
Consigliato a chi voglia trovare in un manga non il sogno o avventure sdolcinate ma la realtà della vita di tutti i giorni. Un modo per rispecchiarsi in una ragazza così “poco” protagonista di manga, che non fa nulla di particolare o di strepitoso se non vivere la propria vita “normalmente”, come un po’ tutti noi. Consigliato anche a chi voglia dare un’altra possibilità a un’autrice forse poco conosciuta e apprezzata nel nostro Paese.
Gallery
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