A cura di Emy
Titolo: Kokuriko-Zaka Kara
Disegni: TAKAHASHI Chizuru
Storia: SAYAMA Tetsuro
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Kodansha
Numero di volumi: 2 -concluso
Anno di pubblicazione: 1981
Rivista di serializzazione: Nakayoshi
Seconda edizione bunko: 1 volume, Kadokawa
:: Il manga in Francia ::
Titolo: La colline aux coquelicots
Casa editrice: Delcourt
Pubblicato nel mese di: Gennaio 2012
Prezzo: 8.99 Euro, 320 pagine b/n
Storia
Il manga è ambientato nel 1963 e segue le vicende della sedicenne liceale Umi. La ragazza attende ancora il ritorno del padre, che è scomparso in mare quando lei era piccola: per questo Umi ogni giorno issa le bandiere nautiche, nella speranza che le veda suo padre. La madre è all’estero per lavoro e lei si è fatta carico di mandare avanti la famiglia (ha una sorella e un fratellino) e la casa, adibita a ostello per gli studenti, sulla collina dei papaveri. Uno degli ospiti è Hokuto, gentile e affascinante studente universitario di cui Umi si crede invaghita.
Nonostante le difficoltà famigliari, ella non si perde mai d’animo, neanche quando la madre le telefonerà per avvisarla che le hanno rubato tutti i soldi e chiedendole del denaro per tornare in Giappone! Grazie all’aiuto degli ospiti dell’ostello, tra cui c’è sua nonna, Umi riuscirà a trovare la cifra necessaria perché la genitrice, che non sa cosa significhi essere responsabile, possa far ritorno alla collina dei papaveri.
Tutto questo accade mentre a scuola Umi viene coinvolta nella fittizia “battaglia” tra Mizunuma e Kazama: i due fingono un disaccordo su un problema di fisica e Shun Kazama salta da una finestra per dimostrare di aver ragione lui… Umi scopre che il ragazzo si è fatto fotografare durante l’impresa e questo evento, oltre alla notizia che sul giornale della scuola lei si ritrova decima in una classifica degli studenti più affascinanti, le fa capire che Kazama e Mizunuma stanno architettando qualcosa… Nel frattempo, viene a sapere che Hokuto inizierà l’apprendistato per diventare veterinario in un’altra città. Ciò la intristisce, ma si rende anche conto che non è vero amore quello che la legava al ragazzo.
Parallelamente, tra Umi e Shun si crea invece un rapporto che verrà mano a mano approfondito, specie allorché -sempre a causa di un progetto portato avanti da Mizunuma e Kazama- i liceali si ribelleranno alle regole della scuola e si uniranno per eliminare l’obbligo della divisa scolastica. Ma, quando tra Umi e Shun sembra che finalmente dei sentimenti d’amore vengano alla luce, Mizunuma scopre che i due sono in realtà fratelli e lo comunica all’amico, che decide perciò di troncare sul nascere il rapporto con la ragazza che ama. Questo crea in Umi una profonda malinconia, come se qualcosa dentro di lei si spezzasse…
Considerazioni
Pubblicato negli anni Ottanta sulla storica “Nakayoshi”, il manga di Chizuru Takahashi e Tetsuro Sayama non appare in verità molto riuscito. Il difetto principale consiste nella scarsa omogeneità del racconto, che si compone di un primo momento a carattere “corale”, dove a farla da padrone sono i contrasti tra le varie fazioni liceali, e di un secondo momento in cui invece si focalizza l’attenzione sulla storia d’amore tra i due protagonisti.
Evidentemente i due momenti corrispondono ai due volumi della prima edizione del manga, cosa che però perde senso nel caso dell’edizione in volume unico, anche perché si avverte una mancanza di continuità tra il personaggio di Umi tra la prima e la seconda parte: all’inizio è tutta d’un pezzo, salda nelle sue convinzioni, poi diventa irriconoscibile, una ragazza innamorata e disperata. Poiché questo cambiamento non è stato preparato in nessun modo, il gap tra le due Umi è evidente e sottolineato anche da un cambiamento grafico nella sua caratterizzazione. Poco più che macchiette stereotipate risultano i personaggi di contorno, specie la madre di Umi. Infine, il tema dell’amore tra fratelli appare abusato, anche se in realtà le storie che conosciamo (una su tutte: Marmalade Boy) in proposito, sono tutte successive a Kokuriko-Zaka Kara.
L’aspetto grafico, pur non essendo malvagio, non si eleva di una spanna rispetto alla qualità media degli shoujo manga dell’epoca.
Per tutti questi motivi, il manga risulta difficilmente consigliabile e l’unica vera ragione che potrebbe invece spingerne all’acquisto è il voler conoscere l’opera che ha ispirato il film dello Studio Ghibli.
Il film, diretto da Goro Miyazaki e sceneggiato da Hayao Miyazaki, prende spunto dal titolo esaminato ma se ne differenzia parecchio, dal momento che in fase di sceneggiatura sono stati eliminati tutti i difetti che rendevano la storia faticosa e farraginosa, per dare luogo a un’opera meritevole di visione.
Ecco perciò che fin da principio la narrazione si focalizza su Umi e Shun, perché è il loro rapporto che rende unitario il film. La madre di Umi viene nobilitata nel suo ruolo; il padre fin dall’inizio è presentato come morto; Hokuto, la cui funzione era in effetti un po’ inutile, viene soppresso: tutti gli ospiti che alloggiano nella casa dei papaveri sono donne.
L’aspetto corale c’è, ma fa da sfondo, e soprattutto le fazioni degli studenti si organizzano attorno a un unico motivo centrale, cioè il Quartier Latin, una sorta di casa delle culture che rischia di essere demolita: c’è chi preme per la demolizione e chi, come Kazama e Mizunuma, lotta per conservarla così com’è. Umi viene coinvolta dalla fazione di Kazama e conoscendo il ragazzo finisce per innamorarsene, e -a differenza del manga- riusciamo a vedere la nascita, la crescita di questo amore e a capire perché la ragazza si “spezzi” -letteralmente- quando è costretta a separarsi da lui. Il personaggio che più ne guadagna in assoluto è proprio Umi, che colpisce grazie alla sua forza d’animo (“anche se le onde ci sommergono, non dobbiamo affondare”, dice una delle canzoni del film) e alla sua risoluzione nel dichiararsi a colui che ama nonostante possa essere suo fratello. Insomma, quel che ne risulta è un gioiellino (cui contribuisce la consueta confezione di classe dello Studio Ghibli, in particolare gli splendidi sfondi della Yokohama del 1963), che riprende solo gli elementi basilari del manga, riorganizzandoli ai fini di una narrazione consapevole e coerente.
Il film è stato proiettato in un centinaio di sale italiane in data unica, il 6 Novembre 2012.
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