Recensione Manga – Strawberry Shortcakes di Kiriko Nananan

A cura di Martina (info) e Dimhiriel (review)

Titolo: Strawberry Shortcakes
Autrice: NANANAN Kiriko
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shodensha
Numero di volumi: 1-concluso
Anno di pubblicazione: 2002
Rivista di serializzazione: Feel Young
Collana: Feel Comics

:: Il manga in Francia ::
Editore: Sakka (Casterman)
Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo: 11,95 €, 330 pagine.

:: Curiosità: il film ::
Nel 2006, per la regia di Hitoshi Yazaki, è stato realizzato in Giappone un film live di 127 minuti dove l’autrice stessa, Kiriko Nananan, recita nel ruolo di Toko. Altri attori principali: Masanobu Ando, Yuuko Nakamura, Noriko Nakagoshi, Chizuru Ikewaki, Ryo Kase.

Storia
Da quando il suo ragazzo l’ha lasciata, Toko vive in un appartamento di Tokyo insieme a una coinquilina e trascorre tutta la giornata lavorando. Si guadagna da vivere facendo l’illustratrice, lavoro che un tempo era il suo sogno, ma che da molto non le dà la minima soddisfazione. China alla scrivania fino a tarda notte, il suo unico contatto con l’esterno è rappresentato dalla ragazza che vive con lei, Chihiro, che ogni sera, rientrata dall’ufficio, le racconta novità e pettegolezzi. Da lei una sera viene a scoprire che il suo ex, che l’ha lasciata adducendo come scusa un impellente bisogno di libertà, in realtà ha avuto per un po’ una doppia relazione e che adesso vive con quella che era ai tempi la sua amante. Toko reagisce alla notizia ridendo, divertita da come le bugie di lui siano state così stupidamente scoperte e ancor più divertita da sé stessa, che altrettanto stupidamente ha consacrato ai desideri di lui i suoi stessi sogni e il suo denaro, finendo per non avere nulla fra le mani.
Toko è profondamente infelice, frustrata a causa di una vita che la prosciuga senza concederle attimi di gioia, delusa dalla sua incapacità di reagire, gelosa della felicità altrui, disperata al punto da sfogarsi mangiando più cibo possibile per poi vomitarsi anche l’anima.
Chihiro non è più felice. Cresciuta in campagna, si è trasferita a Tokyo per lavorare in un ufficio come segretaria. Cerca senza trovarla una ragione d’essere, un qualcosa in cui realizzarsi ed essere speciale. Qualcosa, o qualcuno, per cui essere indispensabile. Detesta, dietro la gentilezza con cui la tratta, la sua compagna d’appartamento, che ha un lavoro soddisfacente e le cui illustrazioni sono utilizzate per libri di successo. Detesta l’indifferenza di Toko che non dà peso alla sua fortuna e la ferisce volontariamente raccontandole di aver scoperto il tradimento del suo ex.
Inizia una relazione con un vecchio amico quasi per caso, chiedendosi da subito se davvero può essere un’occasione per essere felice, se finalmente potrà sentirsi davvero importante come desidera. Ma questa storia le provocherà ulteriori dolori: il suo ragazzo le sembra sempre troppo distante e la sera del suo compleanno causa un impegno di lavoro la lascerà da sola. Chihiro si lascerà andare fra le braccia di un altro come rimedio all’opprimente solitudine e questo sarà l’inizio della fine della sua relazione.
Suzuki vive sola, in un appartamento di sua proprietà. Fa una vita ordinaria, fra lavoro e faccende di casa. Legge molto, ascolta musica, frequenta amici, ma non ha un ragazzo, pur desiderandolo molto. Non è innamorata di nessuno ma sogna il principe azzurro che verrà improvvisamente a sconvolgerle la vita, fra rose rosse e tramonti mozzafiato.
Una sera incontra un amico e insieme decidono di prendersi da bere. Approfittando dell’occasione il ragazzo confida a Suzuki che, pur avendo una ragazza, si è innamorato di lei. Suzuki rimane sconcertata, ma non può ricambiare i suoi sentimenti e, tornata a casa, continua a meditare su quanto vorrebbe un amore da favola.
Akiyo è bella e di classe e fa la prostituta. È innamorata da lungo tempo di Kikuchi, un suo vecchio amico. Ossessionata dai suoi sentimenti per lui non fa che pensarci continuamente, specie quando è a letto con altri. I due si vedono ogni tanto, è sempre lei a chiamare con delle scuse, come il portargli delle casse di verdure che i suoi genitori le spediscono. Ogni tanto esce con la bicicletta e gira per l’isolato in cui lui abita, gettando occhiate verso casa sua. Proprio durante uno di questi giri si imbatte non vista nel ragazzo mentre è con un’altra. La vista dei due la sconvolge e la fa precipitare ancora di più nella disperazione. Fa passare tre settimane, poi decide di uscire di nuovo con lui per una birra. È solo grazie all’alcool che Akiyo trova il coraggio per fingere allegria e convince Kikuchi a continuare la serata a casa sua. Giunti nel suo appartamento lei trova uno smalto caduto per terra e ha quindi l’occasione per chiedergli se ha una relazione. Kikuchi conferma di frequentare una ragazza, mentre Akiyo constata tristemente di essere sola e di non avere nessuno che ami. In uno slancio di coraggio e sconforto chiede al ragazzo di fare l’amore con lei, ma le cose non vanno come lei spererebbe e la situazione comincia a precipitare…

Considerazioni
La prima cosa che mi ha colpito di questo fumetto è stata il disegno, il tratto di Kiriko Nananan è assolutamente inconfondibile, con il forte contrasto fra bianchi e neri (o grigi), i primi piani, gli sfondi radi, le inquadrature su dettagli apparentemente insignificanti.
Poi mi sono inoltrata nella lettura e l’impressione positiva si è trasformata nella consapevolezza di trovarmi di fronte a un’opera dall’indiscutibile valore.
La trama si svolge in 23 brevi capitoli che, a rotazione, si focalizzano su ognuna delle quattro protagoniste, offrendoci diversi spaccati delle loro vite. La narrazione è in prima persona, più che i dialoghi sono i loro pensieri a raccontarci la storia, quando a farlo non sono addirittura le sequenze delle tavole mute, dotate tuttavia di una notevole capacità espressiva.
Il tema cardine è l’analisi della solitudine, dell’incomunicabilità fra le persone, della malinconia di una vita che non dà né soddisfazioni né felicità e la Nananan riesce a tirarne le fila con una delicatezza e una profondità certo non comuni. Poco interessata a trattare trame avvincenti o straordinarie, il suo obiettivo è scavare nell’animo delle sue protagoniste, donne comuni con delle esistenze comuni, tutte apparentemente forti, ma incastrate in ruoli che si sono costruite senza appartenervi.
Ciascuna di loro è infelice e frustrata, ma in modi diversi cercano di sopravvivere: se Chihiro investe ogni sforzo per far funzionare la sua relazione sentimentale, Toko si butta a capofitto nel lavoro, Akiyo cerca di conquistare il ragazzo che le piace da sempre mentre Suzuki si abbandona ai sogni.
L’approccio utilizzato dalla Nananan è disincantato, privo di qualunque intento moralistico e senza buonismi, ma non scade nel cinismo fine a sé stesso, offrendoci comunque nel finale un messaggio di speranza verso il futuro.

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