A cura di Livio (review) e Martina (autore e grafica)
Titolo: Patalliro Saiyuuki!
Trad.: Patalliro, viaggio verso Occidente
Autore: MAYA Mineo
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Hakusensha
Numero di volumi: 8 -concluso
Anni di pubblicazione: 2000 – 2004
Rivista di serializzazione: Melody
:: Il manga in Francia ::
Titolo: Patariro, le voyage en occident
Casa editrice: J’ai lu
Prezzo: 5,80 € per volume.
:: L’autore ::
Mineo Maya nasce nel 1953 a Niigata. Il suo debutto avviene nel 1973, con un racconto breve dal titolo “Mishiranu Houmonsha”, pubblicato su Margaret deluxe. Mineo Maya non è soltanto uno dei pochissimi autori uomini ad aver legato il proprio nome alle pubblicazioni shoujo, ma è l’importante autore dello shoujo manga più longevo della storia: “Patalliro!” , opera che ha raggiunto il numero di 100 volumetti, ai quali si aggiungono “Patalliro Saiyuki” (2000), opera conclusa in 8 volumi, e “Patariro genji monogatari” (2004), veri e propri spin off e rielaborazioni del celebre personaggio, sempre per la casa editrice Hakusensha. Tra le sue opere, ricordiamo (oltre “Patalliro!”) “Rashanu!” (Hakusensha, Incentrato su Rashaanu, il bizzarro figlio di un ricco uomo d’affari indiano; si innamora molto facilmente, ed è pronto a salvare chi ama da grossi problemi… ma ogni volta viene scaricato con altrettanta facilità ) e “Far east” (Jitsugyo no Nihonsha), nonché una serie di splendidi racconti brevi a tematica horror-sovrannaturale, realizzati nel corso della sua carriera.
:: Anime ::
Risale al 2005 la trasposizione animata di “Patalliro saiyuuki!” che, a differenza del manga di riferimento, è purtroppo ancora inedita in occidente. Prodotta da Sasaki Rika, Kato Hisashi e Ono Asako, per la regia di Kenichi Maejima, conta 26 episodi e presenta la struttura episodica tipica degli anime a sfondo comico-umoristico (vedi Lamù – Urusei Yatsura): gli episodi sono di 10 min. circa ciascuno, e riprendono piuttosto fedelmente gli episodi della originale versione cartacea, gag comprese… unico neo dal punto di vista della sceneggiatura, il fatto che salti a piè pari quasi la totalità del primo volumetto del manga originale… tralasciando così l’apprendistato di Son Goku, l’amicizia con le scimmie, il viaggio in zattera verso l’ovest e tutti i divertenti episodi che fanno da prologo ai capitoli più “avventurosi” della vicenda.
Tecnicamente, l’anime rispetta la media delle produzioni seriali di questo tipo: disegni piuttosto veloci, colori “televisivi” e brillanti (che – ahimé – non solo stonano con lo spirito originale dei disegni, ma tolgono qualsiasi personalità ai personaggi, che diventano delle bamboline pronte per essere stampate su furoku e zainetti per la scuola…), regia piuttosto efficace seppur non brillante, qualche accenno (piuttosto invadente, peraltro) di computer graphic. Sigle di apertura e di chiusura vivaci e decisamente “j-pop”, di facile presa.
Serie televisiva nella media, quindi, piacevole, divertente e con sprazzi di genialità (ma questo a motivo dell’OTTIMA materia prima a cui attinge…), ma purtroppo lontana anni luce dalla splendida serie televisiva degli anni 80, quella dello storico “Patalliro!”, che non vantava animazioni fluide o scenari sempre diversi, che non godeva di una regia dinamica e accattivante, ma che possedeva un fascino e una grazia comune a ben poche altre serie, una colonna sonora assolutamente impareggiabile, un doppiaggio ben più consono alle personalità dei protagonisti, una regia consapevole delle limitazioni che il lavoro televisivo comportava ai tempi, ma sempre all’altezza dell’opera originale. Dulcis in fundo, una memorabile sigla di chiusura da lacrimoni grossi così….
Storia
Il riassunto che segue fa riferimento a “Patalliro saiyuuki”, pubblicato in Francia con il titolo di “Patariro – le voyage en occident”. Esso è contemporaneamente parodia della serie originale e della leggenda dello scimmiotto di pietra (saiyuki), popolare in oriente e ispiratrice di numerosi manga, tra i quali ricordiamo il celeberrimo Dragon Ball.
La storia prende spunto dalla mitologia buddista, e si svolge all’epoca in cui l’intero globo era diviso in quattro continenti, rispettivamente regime del nord, del sud, dell’est, dell’ovest.
Nella città di Ao-Lai, nel continente orientale, sorge un imponente monte, “dei fiori e dei frutti”, sulla cui cima un miracolo è in procinto di svelarsi…vi è infatti nascosto un prezioso “uovo di diamanti”, nutrito per secoli dall’energia del cielo e della terra. Un fulmine scuote la terra, colpisce la cima del monte, dalle cui crepe l’uovo è finalmente pronto a fuoriuscire e a schiudersi nella foresta…. Al suo interno vi è la “scimmia di pietra”.
Nella foresta, Son Goku viene soccorso da un branco di scimmie, che presto lo riconosceranno come proprio capo. Passano così le sue giornate, divise tra cibo, sonno, cibo, sonno…finché non decide che è giunto il momento di aspirare all’immortalità, e decide di recarsi (a bordo di una zattera…) presso il regime dell’ovest. Lì si attuerà il suo apprendistato come discepolo del grande saggio Soubodhi, dove dimostrerà una capacità di apprendimento sorprendente e disarmante: Son Goku è finalmente pronto per tornare nel continente orientale, dalle compagne scimmie, non più come re ma finalmente come saggio.
A bordo della sua magica nuvola volante solcherà i mari, ma al ritorno nella caverna lo aspettano delle brutte sorprese…durante la sua assenza, un malfattore ha invaso la grotta della cascata: si tratta del “Demone devastante”, il quale ha manipolato attraverso la sua magia le scimmie della foresta e gli déi loro amici, in modo da assoggettarli alla sua schiavitù e imporsi come re.
La lotta inizia, e l’esito vede trionfare Son Goku, rendendolo di nuovo il re incontrastato della foresta.
Ha inizio da qui una serie di avventure esilaranti, che vedono scontri improbabili tra Son Goku e perfidi demoni dalle fattezze mostruose o al contrario, sensuali e aitanti, bellissimi bishounen, ai quali si associa durante il viaggio, in una lettura personale e scanzonata della celebre leggenda dello scimmiotto di pietra.
Considerazioni
“Patalliro saiyuuki!” è un’opera godibilissima, sotto vari punti di vista. L’irresistibile comicità delle situazioni svolge un ruolo trainante per chi già conosce (e riconosce) i personaggi parodizzati in questo spin-off, e può tuttavia interessare chi non abbia mai avuto nessun approccio con l’irresistibile mondo di Patalliro e della sua stramba corte.
Già dall’inizio ritroviamo gli elementi comico-demenziali tipici di Maya sensei, venendo alternativamente coinvolti dai surreali dialoghi tra i personaggi e – per questa volta – persino tra gli animali (irresistibili le scimmie della foresta che cresceranno con Son-Goku…), i quali si lanciano in ardite citazioni che vanno dagli anime al cinema, dalle leggende giapponesi alle band visual, in un crescendo di situazioni al limite del surreale e perfettamente sintoniche con la serie storica.
Anche qui troviamo i personaggi della serie principale, con le loro manie e le loro personalità: Son goku (Patalliro) prova una attrazione irresistibile verso le monetine luccicanti (e un solo bagliore può portarlo indiscriminatamente a gettarsi da una rupe piuttosto che da una cascata, per poi scoprire magari che l’agognato oggetto della sua caccia era solo un tappo di birra…), per non parlare poi della consueta infornata di bishounen: Genjou Sanzou Hooshi, messaggero dell’imperatore della dinastia Tang, al quale Son Goku si affida come discepolo; l’imperatore di Shakyamuni, ovvero Bancoran (che altri non è se non bishounen killer… *_*), il tutto in un crescendo di situazioni deliranti e esilaranti, con richiami shounen-ai e la macchietta di Maya-sensei stesso, il quale fa da narratore esterno.
Graficamente, “Patalliro saiyuuki!” rispetta lo stile di disegno classico di “Patalliro!”, pertanto le tavole spiccano immediatamente per l’eleganza e l’incisività grafica di Mineo Maya, il quale conferisce ai suoi personaggi un fascino tipico delle stampe ukiyo-e giapponesi, in una bidimensionalità fatta di raffinate textures, eleganti volute e linee sempre morbide e rotonde, una grafica sognante e fluttuante, che i più nostalgici non potranno fare a meno di notare e apprezzare.
Qualche commento sull’edizione francese. Il manga è pubblicato in una edizione fedelissima all’originale, davvero lodevole. La foliazione, la brossura, la carta, la stampa, la qualità generale insomma è pregevole e assolutamente in linea con i tankoubon giapponesi (e in generale con le decantate edizioni francesi…). Le traduzioni sono piuttosto ben fatte, anche se a mio giudizio sarebbero risultate efficaci in tal senso maggiori note esplicative, magari con brevi accenni alla mitologia orientale (da cui trae ispirazione il Saiyuuki) e dei profili dedicati ai personaggi della serie ufficiale… non escludo che la lettura sarebbe risultata meno ostica e più godibile ai più, data l’alta quantità di citazioni e di riferimenti che rendono ancora più interessante la serie.
Ultima nota…il manga è pubblicizzato, dalla casa editrice J’ai lu, come uno shounen manga… viene da domandarsi come abbiano potuto inserire il bollino shounen sulla costoletta del fumetto, dal momento che la medesima casa editrice pubblica manga per categorie shoujo, umoristici, avventura… tutti generi che sicuramente rispecchiano più di “shounen manga” la reale categoria di appartenenza dell’opera , la quale è inconfutabilmente uno shoujo in piena regola e miscela sapientemente al suo interno azione, avventura, comicità, sensualità.
Una triste approssimazione, che però non mina la qualità oggettiva di una edizione che, si spera porti presto dietro di sé quel mirabolante Patalliro! che da anni fa sognare il Giappone, o almeno altri spin-off od opere dello stesso autore.
Gallery
_______________________________________
This review is online since 15/10/2006, last up 10/07/2020. This is a no profit web site. All the images in this site are used to review and to promote shoujo manga in Italy. All the images are © of their respective artists and publishers, or other owners. Each review is copyright © of respective author. The comments reflect the personal opinions of the reviewers. Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.