Recensione Manga – Yami no Purple Eyes di Chie Shinohara

A cura di §Lum§ (testi) e Rhayader (grafica)

Titolo: Yami no purple eyes
Traduzione: Occhi purpurei nelle tenebre
Titolo internazionale: Purple eyes in the dark
Autrice: SHINOHARA Chie
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 12 -concluso
Seconda edizione: bunko 7 volumi
Anni di pubblicazione: 1984~1987
Rivista di serializzazione: Sho-comi
Collana: Flower comics
Premi vinti: 32° premio Shougakukan (1987)

:: Merchandising ::
Artbook “Chie Shinohara irasutoshuu – Yami no purple eyes”
Romanzi (6 volumi)
1 video musicale da 30″
2 cd musicali “Yami no purple eyes part 1 & 2”

:: Drama ::
Episodi: 11
Anno di trasmissione: 1996
Rete televisiva: Asahi
Cast: Akiko Hinagawa (Rinko)
Hirohito Kato (Shin’ya)
Azusa Nakamura (professoressa Sonehara)
Ryo Karato (Mitsugu)
Kotomi Kyono (Mai)
Toshihide Tonesaku (Akio)

Storia
Rinko è una ragazza al primo anno del liceo. Vive con il padre e la sorellina Maiko (sua madre è morta un paio d’anni prima), e ha una storia con il suo amico d’infanzia Mizushima Shin’ya, di due anni più grande.
Fin dalla nascita ha avuto una voglia sul braccio sinistro e, quando questa inizia a scurirsi, iniziano ad accadere fatti decisamente strani: Rinko si sente attratta dal sangue, se si agita il braccio con la voglia scotta, e, soprattutto, al buio gli occhi le diventano viola.
Preoccupata, la ragazza decide di farsi visitare, ma mentre si reca all’ospedale viene rapita tre ragazzi; si tratta una banda di teppisti con cui Shin’ya si è scontrato più volte. La loro è una vendetta nei suoi confronti, tant’è che lo chiamano al lavoro. Quando però si accingono a violentarla, il corpo di Rinko emana una strana luce, e si trasforma in un essere che uccide i suoi rapitori.
La ragazza viene poco dopo trovata nuda da Shin’ya, accorso per cercarla. Le urla dei ragazzi hanno insospettito i vicini, che hanno chiamato la polizia per indagare sul caso. Per evitare conseguenze, Shin’ya decide di portare Rinko a casa sua e le consiglia di far finta di nulla, anche se è molto preoccupato per quanto accaduto. Il giorno dopo, Rinko viene trattenuta dopo le lezioni dalla sua insegnante di scienze, la professoressa Sonehara. Questa inizia a parlarle di alcune ricerche fatte dal padre defunto sulle persone capaci di trasformarsi in animali. Rinko è terrorizzata, anche perché la professoressa sembra sapere qualcosa sugli avvenimenti della sera prima, e cerca di scappare. La Sonehara la rinchiude in un’aula e le racconta che il rapimento del giorno prima era stato architettato da lei allo scopo di scatenare i poteri di Rinko. Purtroppo però non ha potuto raccogliere abbastanza informazioni e ha deciso di tentare di nuovo, utilizzando Shin’ya. La donna ha infatti drogato il ragazzo, e si mette a baciarlo davanti agli occhi di Rinko, scatenandone la rabbia e provocando la sua trasformazione.
Mentre è ancora trasformata, Rinko riesce a fuggire e senza sapere come si ritrova a casa sua. Poco dopo viene raggiunta da Shin’ya, messo in sospetto dal comportamento della professoressa. Lui vorrebbe chiamare la polizia, e per questo si scontra con Rinko, che non vuole coinvolgere terzi né riesce a confessare al suo fidanzato cosa le sta succedendo. I due litigano, e Rinko decide di introdursi a scuola durante le lezioni del giorno successivo per cercare tra gli appunti della Sonehara un metodo per bloccare la trasformazione. La ragazza non ha fatto però i conti con la perfidia della donna, che riesce a catturarla e a nasconderla nel suo studio. Dopo diversi giorni in cui viene sottoposta a crudeli torture, Rinko riesce a fuggire, uccidendo nel tentativo il custode della scuola, che in realtà era un alleato della Sonehara. La ragazza torna a casa, ma la mattina, quando sta per parlare con il padre, arriva la professoressa, che chiede di essere avvertita appena Rinko si fa viva!
Capendo di non poter restare a casa sua, Rinko va a casa di Shin’ya in cerca di aiuto, ma la Sonehara la raggiunge anche lì, dandole la caccia con un gruppo di cani inferociti. La ragazza viene salvata per un pelo dal suo fidanzato, tuttavia non può ancora dirsi in salvo. La professoressa le telefona, dicendole che ha rapito la sorellina Maiko, e che l’unico modo per farla tornare a casa è consegnarsi a lei.
Rinko non vede altra scelta che cedere al ricatto, e accompagnata da Shin’ya si reca nella casa di campagna della Sonehara. Qui riesce a intrufolarsi in casa e a creare un diversivo per far scappare Maiko. Durante la fuga, Maiko si ferisce a un ginocchio, e l’odore del sangue attira i cani da caccia della professoressa. Rinko, dall’altra parte della cancellata, non può far altro che assistere impotente alla scena, mentre la sorella muore sbranata viva…

Considerazioni
Nel 1982 nelle sale di tutto il mondo esce il film “Cat people” (in Italia, “Il bacio della pantera”), ramake di un omonimo film del 1942. E’ da questo film che Chie Shinohara prende liberamente ispirazione due anni dopo per la sua prima serie lunga. Oltre al tema centrale, la protagonista che si trasforma in un felino, il manga e il film hanno in comune anche l’idea di un’origine genetica della mutazione e della sua potenziale ereditarietà. Questa spiegazione scientifica, totalmente lontana dalle risoluzioni “magiche” di altre opere della Shinohara, è il motore dell’intera vicenda, in quanto è la ricerca della professoressa Sonehara, la cattiva della storia, a far sì che tutto abbia inizio.
Da un altro punto di vista, Yami no purple eyes potrebbe essere considerato come il racconto di un’ossessione, perché non può essere definito altrimenti il comportamento della Sonehara. Dopo i primi episodi, in cui le sue azioni possono ancora essere giustificate con il pretesto della ricerca scientifica, si degrada nelle crudeltà pura, quasi alla follia. Temporalmente, il manga si divide in due tronconi netti e distinti, che occupano grossomodo metà dei volumi ciascuna, ma la costante che ritorna sempre è l’ossessiva ricerca del sapere da parte della professoressa.
Di fronte a un tale accanimento Rinko, la protagonista, appare inizialmente una vittima passiva. Il male, l’oscuro che si nasconde dentro di sé è uno dei leit-motiv delle opere della Shinohara, e questa non fa eccezione. Rinko dovrà imparare ad accettare cosa realmente è, e le conseguenze che le sue azioni possono causare a coloro che ama. La morte di Maiko alla fine del primo volume è la scintilla che accende questa consapevolezza, un avvenimento che la segnerà profondamente per tutto il resto della vita.
L’introspezione psicologica però non è certo il fulcro dell’opera, molto più incentrata sull’azione che sull’evoluzione dei personaggi. Non che questi siano macchiette, ma il susseguirsi degli eventi è incalzante, e non lascia molto tempo per riflettere. Il primo volume potrebbe sembrare un po’ ripetitivo, con il susseguirsi dello schema “la professoressa insegue e Rinko scappa”, ma serve a gettare le basi degli avvenimenti futuri, e la struttura della storia si consolida pienamente nei due volumi successivi, grazie anche all’introduzione di nuovi personaggi che avranno grande peso nell’evolversi delle vicende.
Nel commentare l’aspetto grafico del manga, bisogna ricordare che Yami no purple eyes è pur sempre la prima opera della Shinohara, e questo è evidente soprattutto dal disegno. Il tratto è sempre chiaramente riconoscibile, specialmente se si confronta con quello di altre autrici agli esordi, ma pecca in pulizia e nitidezza delle linee. La struttura delle tavole è invece sempre d’effetto, e riesce a creare atmosfere misteriose e oscure che si adattano alla perfezione alle tematiche horror della storia.

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