Recensione Manga – Wild Cats di Reiko Shimizu

A cura di Gardenia (review) e Ananke (grafica)

Titolo: Wild Cats
Autrice: SHIMIZU Reiko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Hakusensha
Numero di volumi: 1 -concluso
Anno di pubblicazione: 2000
Rivista di serializzazione: Hana To Yume
Collana: Hana To Yume Comics

:: Curiosità ::
Il manga gode di una riedizione in formato più grande, risalente al 2006. Ci sentiamo di consigliare vivamente la seconda, in quanto gode di un’edizione davvero encomiabile e, soprattutto, comprende un terzo capitolo, prima di allora edito solo su rivista.

Storia
Wild Cats è formato da tre storie aventi come tematica centrale il legame di un ragazzo mezzosangue abbandonato dalla madre in Giappone, Ryuuichi Kakei, con una leonessa, Cesar.
Cesar, abbandonata da piccola insieme ad alcuni gattini in una scatola di cartone, viene raccolta da Ryuuichi, che decide di accudirla, non avendo ancora intuito che in realtà si tratta di un vero e proprio leone. Poco dopo, la madre del bambino, il quale in realtà era frutto di una relazione clandestina, parte per l’Occidente, raccomandando al figlio di essere forte, mentre di fatto lo sta abbandonando a se stesso.
Cresciuto da una singolare famiglia di lottatori e professionisti dello judo, Ryuuichi, esile e femmineo, desidera essere forte, ma subisce le angherie dei bulletti del vicinato. Inoltre il suo modello, il leone che è riuscito a tenere con sé scongiurando a uno a uno gli abitanti del vicinato, cresciuto tra gatti e cani, è a tutti gli effetti un animale domestico, pusillanime e pauroso, che ha perduto del tutto l’istinto selvaggio e aggressivo della sua specie. Ryuuichi è molto irritato dal comportamento debole di Cesar, in quanto rivede in quel leone mancato la sua stessa debolezza, il suo stesso essere diverso, a causa della carnagione e dei capelli chiari. Cesar invece, pur non riuscendo a essere di aiuto al suo padrone e pur procurandogli diversi grattacapi, lo comprende più a fondo di qualunque essere umano, tormentandosi per la sofferenza che ogni lettera della madre procura al suo giovane padrone, il quale puntualmente straccia la missiva e la getta. La storia prosegue tra i tentativi sempre più maldestri di Cesar di essere d’aiuto al padrone e le chiacchierate della stessa Cesar con Ichirou, un cane del vicinato che, seguendo l’istinto naturale, una volta ha azzannato la padrona per errore e ora vive nel rimorso. Ryuuichi, ormai esasperato dalla goffaggine della sua leonessa, le mostra un documentario dove i suoi simili cacciano una gazzella, e le impone di uccidere una preda, se vuole ancora stare al suo fianco. All’ennesima rissa che scoppia tra il ragazzo e i bulli del quartiere, interviene Cesar, stavolta incapace di trattenere la rabbia a causa delle ferite procurate dai ragazzi al suo padrone, ringhiando e mostrando gli artigli per la prima volta.
Ryuuichi, contemporaneamente, scopre che il suo leone sta conservando da sei anni le lettere della madre che lui puntualmente stracciava, poiché era consapevole del suo desiderio di leggerle. Rincorrendo Cesar in fuga, terrorizzato dall’istinto che ha preso il sopravvento su di lui, Ryuuichi capisce quale sia la vera forza del leone; pur essendo un animale forte e selvaggio è riuscito a trattenere i suoi istinti e a rimanere accanto del suo amato padrone. I due si ricongiungono e così finisce la prima storia.

L’argomento centrale delle due storie rimanenti, ambientate qualche anno dopo, quando Ryuuichi è una giovane promessa della boxe capace di tenere testa ai bulletti di un tempo e di far vacillare i cuori delle ragazze e Cesar è diventata una leonessa enorme, è l’amore. Cesar, ormai pienamente matura, sogna di divenire un giorno la sposa del suo adorato padrone, ma la comparsa di Kikuchi Mai, la bellissima manager del club di boxe evidentemente infatuata del suo padrone, la getta in uno stato di sconforto e gelosia. Dal canto suo Mai scorge l’importanza del rapporto che lega Ryuuichi alla leonessa e comincia ben presto a rinfacciare al ragazzo di non curarsi di lei e di amare di più il suo strambo animale domestico. Ryuuichi, innamorato della ragazza ma legatissimo a Cesar, non riesce a comprendere appieno i sentimenti di nessuna delle sue “pretendenti”, che reagiscono in maniera diversa; Mai promette di diventare la manager di un altro club, Cesar si appella a Dio, chiedendogli di trasformarlo in un’umana e, in cambio, smette di mangiare, arrivando in pericolo di vita e riducendosi a uno scheletro. Ryuuichi rimane accanto al proprio leone, ma non capisce cosa lo tormenti, cosicché Cesar sta sempre peggio.
Volendo dichiarare il proprio amore alla bella Mai, le compra un nastro per capelli, che mostra a Cesar, frantumando ancora di più il cuore della leonessa innamorata. Ma, mentre il ragazzo sta consegnando il regalo a Mai, lei gli chiede di rinunciare al suo leone e di amare solo lei. Ryuuichi, ferito dall’egoismo della ragazza, la pianta in asso. Tornato a casa, scorge Cesar, che ancora si rifiuta di mangiare, pronta a dimostrargli il suo affetto, come sempre. Allora la abbraccia e, proprio mentre i suoi sentimenti stanno divenendo più chiari, sopraggiunge Mai che, alla vista del leone, scappa infuriata. Cesar raccoglie le sue ultime forze e raggiunge i due innamorati su un ponte, dove Mai ha appena schiaffeggiato il suo padrone. In un impeto di rabbia, Mai getta nel fiume sottostante il fiocco regalatole da Ryuuichi ma Cesar, con le ultime forze rimastegli, lo afferra tra i denti, per poi precipitare in acqua. Ryuuichi chiarisce finalmente i suoi sentimenti, ma a uscirne più adulta e consapevole è Cesar; non potrà mai diventare un essere umano, però nessuna donna potrà privarla del suo legame speciale con Ryuuichi che, realizzando il suo desiderio, le regala un fiocco, da lei tanto agognato.

Considerazioni
Questo delizioso volume autoconclusivo si distanzia notevolmente dalla produzione a cui Reiko Shimizu ci ha abituato in questi anni; lontano dalle storie sovrannaturali, dalle lunghe produzioni straripanti di suspance, violenza e intrigo, questa serie di racconti presenta comunque il suo timbro inconfondibile, ma con un tono leggero e quotidiano -per quanto lo possa essere una storia narrata dal punto di vista di una leonessa, ovvio! Il tratto, l’impostazione delle tavole e le illustrazioni sono come al solito ineccepibili, ma non si può non rimanere incantati dalla bravura e dalla consapevolezza con cui questa mangaka riesce a disegnare gli animali e in particolare i felini che appaiono in questa storia; che sia uno schizzo di Cesar o un dettagliatissimo disegno di un Wild Cat (il nome volgare del Felis silvestris silvestris, varietà di gatto che vive prevalentemente allo stato brado e difficilmente addomesticabile, diffuso in Europa e in Africa) inserito per pura maestria, gli animali disegnati dalla Shimizu esprimono, spesso con poche linee essenziali, tutta la possanza, l’eleganza e la bellezza che possiedono in natura. È evidente che l’autrice non solo ama molto gli animali (come non ricordare i suoi freetalk deliranti sulle stranezze della sua gatta, Kana?) ma è anche una discreta conoscitrice delle abitudini e degli istinti che li caratterizzano; pur occupando non più di qualche pagina, la storia del cane che azzanna la padrona cedendo all’istinto, ma poi si rifiuta di mangiare per il rimorso, colpisce al cuore il lettore per la sua veridicità e la sua amara poesia. Più volte nell’opera è sottolineato quanto il legame tra umani e animali sia sottoposto alla dura prova della Natura, che tende a prendere il sopravvento sull’affetto. La Shimizu concretizza e sottolinea questa verità esasperando il legame che descrive, ovvero quello paradossale tra una leonessa e un ragazzo. La storia, al pari del tratto, è molto curata ma, rispetto ad altri lavori dell’autrice, grazie alla sua brevità e all’assoluta mancanza di violenza o suspance, può essere fruibile davvero da tutti, persino dal pubblico più giovane, che potrà trovare in quest’opera una sorta di favola moderna, senza però mancare del tipico umorismo di Reiko, che disegna con dovizia di particolari il sogno di Cesar di sposare il proprio padrone avvolta in bianca organza o i suoi goffi tentativi di imitare i fratelli gatti. Ormai affermata autrice e forgiata dalle fatiche di un’opera quale Kaguyahime, la Shimizu riesce a sviluppare appieno anche questa storia originale, partendo dal fatto che la vicenda è quasi interamente narrata dal punto di vista di una leonessa. Insomma, vale davvero la pena di dare un’occhiata a questa storia, adattissima davvero a tutti; giovanissimi, persone impressionabili, Uomini Veri. La quasi completa assenza di smancerie e violenza può davvero far avvicinare a questa fantastica autrice anche le frange di pubblico in genere più refrattarie verso le sue opere.

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