A cura di Yadirs (review) e Martina (info e grafica)
Titolo giapponese: Kanojotachi no X-Day
Sottotitolo: X Day coming there
Titolo italiano: X-Day
Autrice: MIZUSHIRO Setona
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Akita Shoten
Numero di volumi: 2, concluso
Anni di pubblicazione: 2002-2003
Collana: Princess Comics
:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Flashbook
Numero di volumi: 2, concluso
Inizio pubblicazione: Gennaio 2005
Collana: Girls Comics Series
Senso di lettura: orientale
Distribuzione: fumetteria e online
Prezzo: 5,90 euro, con sovraccoperta.
X-Day è stato tradotto anche in America, Francia e Germania.
Storia
Volume 1
Agli occhi di tutti Rika appare come una ragazza sempre affabile e sorridente, prende voti alti a scuola e ha partecipato ai campionati studenteschi di atletica con ottimi risultati… ma in realtà Rika non è una ragazza felice.
Un brutto incidente le ha momentaneamente interrotto la carriera nel salto in alto e, anche se fisicamente si è ristabilita, non riesce più a ricominciare a saltare. Inoltre il suo ragazzo ha pensato bene di lasciarla e di rimpiazzarla subito dopo con una sua compagna di atletica che, come se non bastasse, sta brillando nella sua specialità approfittando involontariamente della sua assenza.
Insomma, anche se apparentemente è sempre affabile e sorridente, Rika in realtà sta soffrendo immensamente e si sta lasciando letteralmente soffocare dalla tristezza e dall’apatia…
Un giorno, per sfuggire momentaneamente al ruolo che si è autoimposta di studentessa-serena-e-sorridente, si rifugia nella biblioteca scolastica e, sedendosi davanti a uno dei tanti PC a disposizione degli studenti, entra nella chat scegliendo come nickname il numero “11”… senza rendersi conto che è il numero dell’armadietto della sua rivale.
La chat è già animata da parecchi studenti e curiosamente l’argomento trattato assomiglia a quello che la tormenta in quel periodo… tanto che alla fine Rika prende parte alla discussione e getta lì una frase che finirà per cambiare la sua vita: “Vorrei solo che questo posto chiamato scuola scomparisse…”
Com’è ovvio la sua frase genera molto scompiglio tra i partecipanti alla chat, soprattutto perché una di loro, che si firma “Polaris”, raccoglie il suggerimento e inizia ad appoggiare l’idea con tono convinto. La situazione degenera e prima che diventi insostenibile Polaris esce dalla chat invitando chi è d’accordo con lei a seguirla nella “Polari’s Room” e lasciando due chiavi per rintracciarla, le parole “coda” e “notti insonni”.
Rika rimane molto impressionata dall’accaduto e quasi suo malgrado si ritrova a fare ricerche per riuscire a decifrare il messaggio sibillino lasciato dalla ragazza… la soluzione non è poi così difficile da trovare e quella sera stessa il motore di ricerca le mostra il risultato della sua ricerca: l’homepage del sito web di Polaris. Un attimo di incertezza, un momento di ripensamento e poi Rika digita “11” nella casella del nome-utente e clicca su “Invio”.
11 entra in chat e rimane per un attimo sconcertata: gli utenti presenti, che si fanno chiamare “Mr.Money”, “Jangalian” e, ovviamente, Polaris, stanno allegramente scherzando tra di loro e l’accolgono salutandola calorosamente. E anche se inizialmente Polaris la saluta dichiarando che l’arrivo di 11, – colei che ha espresso per prima il desiderio di far saltare in aria la scuola – chiude il reclutamento e che la chat room sarà dedicata a loro quattro soltanto, i cinque non fanno altro che scherzare allegramente tra di loro e la serata finisce semplicemente con il rituale dello scambio dei numeri di cellulare.
Rika non sa se essere sollevata o delusa da tutto ciò, ma il giorno seguente, mentre a scuola sta affrontando i suoi demoni personali incarnati dal suo ex-ragazzo e dalla sua nuova fiamma che la considera ancora un esempio da imitare, riceve un SMS da Polaris che improvvisamente le mostra come le altre tre persone che erano in chat con lei la notte prima abbiano i loro demoni personali da affrontare… quello di Polaris, infatti, è indubbiamente il messaggio di un aspirante suicida!
Vedere una ragazza sul tetto della scuola che scavalca il parapetto le toglie ogni dubbio e, mentre corre disperatamente per tentare di fermarla, manda un messaggio agli altri due utenti della chat informandoli di ciò che sta succedendo. Arrivata sul tetto si trova davanti una graziosa ragazza mora che ricorda vagamente di aver già conosciuto e, non ricordandosi il vero nome, la chiama “Polaris“. Questa la riconosce subito come “11” e le urla contro di non fermarla perché ne ha abbastanza della sua vita e vuole farla finita. Il suo gruppo preferito si è appena sciolto, non fa altro che litigare con suo padre ed è convinta che tutta la gente rida alle sue spalle… i fantasmi contro cui lotta Polaris sono tanto folli quanto a lei sembrano seri e Rika improvvisamente si rende conto che anche i suoi potrebbero apparire altrettanto futili agli occhi di uno sconosciuto.
La decisione di seguire Polaris nel suo progetto autodistruttivo è immediata e Rika tenta di metterla in pratica scavalcando a sua volta il parapetto… fortunatamente in quel momento arrivano di corsa Mr. Money e Jangalian che, con il loro solo apparire, fanno rinsavire le due ragazze: il motivo per cui si sono ritrovati non è distruggere se stessi, ma distruggere la scuola, la vera e unica fonte di tutti i loro problemi.
Avere di nuovo uno scopo nella vita è un piacere che Rika non si concedeva da tempo, ed è con una strana sensazione di speranza che, dopo la scuola, la ragazza si reca all’appuntamento che ha con gli altri tre cospiratori: arrivata al locale dell’incontro, i due ragazzi la salutano chiamandola 11 e anche lei non può fare a meno che usare i loro nickname, ma le formalità si bloccano d’improvviso all’arrivo di Polaris: la ragazza, infatti, si rivela essere molto diversa da come si presenta di solito a scuola. La timida e impacciata studentessa è sparita e al suo posto è arrivata una grintosa Gothic Lolita vestita con un graziosissimo abito nero molto old-fashion. E le sorprese non sono finite, perché se Mr. Money è uno studente molto carino e compito, più piccolo di un anno rispetto a Rika e a Polaris, Jangalian è niente di meno che uno dei professori di biologia della loro scuola!
Dopo il primo momento di shock, però, Polaris riporta il discorso sul loro progetto, la ragione per cui quattro persone così apparentemente diverse tra di loro si sono trovate e unite: radere al suolo la propria scuola e tramutarla in una montagna di macerie. Tutti si dichiarano d’accordo e freddamente determinati a realizzarlo, ma che accadrà quando le reali motivazioni di un simile, folle gesto – motivazioni che ognuno di loro nasconde gelosamente dentro di sé – verranno inevitabilmente a galla?
[continua…]
Considerazioni
X-Day, il primo manga di Setona Mizushiro tradotto in italiano, è una storia tra l’iperrealistico e il surreale che però ha il pregio di essere raccontata con raffinata leggerezza, cosa che la rende accettabile a un pubblico più vasto pur mantenendo intatta la sua crudezza di fondo.
Composto da soli due volumetti (il secondo, in realtà, contiene anche una storia autoconclusiva, molto bella e molto forte, che meriterebbe un’analisi a parte) X-Day è un manga dalla classica ambientazione scolastica, ma dalla trama molto diversa da quello che le commedie scolastiche giapponesi ci hanno abituato fino a ora. Non avendo nulla della commedia, infatti, XDay è un dramma… peccato solo che sia un dramma a metà.
Infatti, se il primo volume è essenzialmente la presentazione dei personaggi e dei problemi che li portano alla decisione estrema che dà il titolo al manga, il secondo volume non mantiene le promesse e l’analisi dell’evoluzione dei personaggi, che avrebbe meritato sicuramente qualche pagina in più (per non dire qualche volume), non viene illustrata in maniera convincente dall’autrice, che invece si perde dietro ad avvenimenti utili solo per delineare meglio le personalità e i caratteri dei personaggi stessi, finendo così per concludere la storia con un finale “aperto”… che a me personalmente non ha soddisfatto minimamente, soprattutto date le premesse iniziali.
Warning Spoiler!
I personaggi di questo manga, infatti, pur desiderando di poter modificare le loro vite con un atto drastico quanto, a conti fatti, puramente rappresentativo, alla fin fine non mettono in pratica il loro piano non perché si rendono conto della sua inattuabilità o della sua follia, ma semplicemente perché non ne sentono più il bisogno.
Il tentativo di fuggire dalla propria solitudine e alienazione gli riesce ugualmente, in realtà, ma non nella maniera in cui loro si aspettano… a differenza di quanto succede al lettore – però – che se sufficientemente smaliziato lo capisce subito dal terzo capitolo.
Tutto questo, pur essendo estremamente realistico e credibile se trasportato nella realtà di tutti i giorni, risulta essere deludente e insipido se raccontato nell’ambito di un manga che, a partire dal titolo, prometteva una storia – permettetemi il gioco di parole – molto più esplosiva!
Per quanto riguarda la parte più artistica di X-Day, il tratto della Mizushiro è gradevole, se pur non propriamente bello, e certamente è adattissimo al tipo di storia che narra: i primi piani dei personaggi la fanno da padrone nelle sue tavole e il fatto che l’autrice sia in grado di renderli molto espressivi con pochi tratti è sicuramente uno dei motivi per cui ce ne sono in abbondanza.
La quasi totale assenza di sfondi dettagliati, spesso sostituiti da immagini fotografiche digitalizzate, non è certo una peculiarità di questo titolo – molte autrici giapponesi ultimamente lo fanno – ma non per questo posso dire di apprezzarla…
Non sono tantissimi i manga editi in Italia che trattino argomenti simili a quelli narrati in X-Day, ma esiste un film statunitense che narra una storia similare di disagio giovanile nell’ambito scolastico e di soluzioni estreme per combatterlo e sconfiggerlo… sto parlando di “Schegge di Follia” (“Heathers” in originale) film di Michael Lehmann del 1989 con Christian Slater e Winona Rider.
Ne consiglio caldamente la visione a chiunque fosse curioso di vedere con i propri occhi come lo stesso genere di problema si verifichi in due società così diverse tra di loro e di come venga… affrontato dai personaggi in maniera analoga, pur ottenendo risultati diametralmente opposti.
Personalmente, dopo aver letto il primo numero di X-Day, ne ho consigliata la lettura a tutte le mie amiche manga-fan e in generale ho ottenuto un riscontro positivo… ma dato che a mio avviso il secondo numero non ha mantenuto le promesse fatte nel primo e che la risoluzione finale della storia non mi ha completamente soddisfatta, forse, adesso come adesso, ci andrei più cauta nel consigliarlo, non ne sarei più così entusiasta.
Certo, le mie remore si concentrano più su “come” la storia è stata narrata che non per la storia di per sé, perché sono sicura che questo manga meriti di essere letto e, sebbene di primo acchito possa sembrare un po’ esagerato (in più di un senso), in realtà narra un semplice storia di persone che si sono perse e che insieme si ritrovano… una storia shoujo, insomma, ma che si distanzia un po’ dal comune significato che (erroneamente) si dà al termine.
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