Recensione Manga – Ayako di Riyoko Ikeda ed Etsuko Ikeda

A cura di Emy

Titolo originale: Ayako
Disegni: IKEDA Riyoko
Storia: IKEDA Etsuko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shueisha
Numero di volumi: 2, concluso
Anni di pubblicazione: 1° volume pubblicato nel 1981; 2° volume nel 1984.

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Goen
Numero di volumi: 2, concluso
Pubblicato a partire da: Novembre 2013
Distribuzione: libreria e fumetteria
Prezzo: 5.95 Euro.

Storia
Ayako, serializzata su Seventeen Comics della Shueisha, è una delle opere più cupe della Ikeda, che questa volta si affida però alla sceneggiatura della scrittrice Etsuko Ikeda (già sceneggiatrice di Deimos no Hanayome di Yuuho Ashibe), curando solo i disegni.
In carcere attende che si compia il suo destino una giovane donna. Ella sa di essere stata condannata a morte per i suoi crimini, ma non mostra neanche l’ombra di un pentimento, dal momento che ne assegna la colpa al destino sfortunato e alla vita costellata di atrocità. Risponde alle sue parole disperate una presenza malefica, cui lei si unisce.
La donna, incinta, può per il momento sfuggire alla pena capitale. Quando la ricoverano in una struttura ospedaliera fatiscente, però, invidia la sorte di chi, nobile d’origine, è ricoverata nel lussuoso ospedale visibile dalla sua finestra. Nel giorno delle doglie, ella appicca il fuoco nella sua stanza per poter essere ospitata nell’ambito edificio, dove in quel momento una nobildonna sta partorendo, esattamente come lei, una bambina.
Dodici anni dopo, Ayako è la bella e vezzeggiata figlia dei Fumoto, famiglia di antico lignaggio. Nel giorno del suo compleanno, attorniata dall’affetto dei genitori, non riesce a spegnere tutte le dodici candeline della sua torta. Che sia un funesto presagio?
Entra in scena in quel momento il dottor Ogata, il quale reca una notizia sconvolgente: ha la prova che Ayako non sia la vera figlia dei Fumoto, mancando alla ragazza la caratteristica specifica della famiglia, cioè l’essere priva di canini. Questa peculiarità è invece presente nella dodicenne Kaori, che ha finora vissuto in orfanotrofio. Un esame del sangue di Ayako permette di stabilire che non solo la giovane non è figlia dei Fumoto, ma forse non è neanche umana.
Dopo poco tempo, ecco entrare nella vita di Ayako la bella e gentile Kaori, la figlia legittima, che ben presto le sottrae tutto l’affetto e le attenzioni di quelli che Ayako considera ancora i suoi genitori. Questi ultimi prendono a comportarsi freddamente nei confronti della figlia illegittima, arrivano addirittura a progettare il suo omicidio -come la stessa Ayako apprende per caso- mediante del veleno versato nel latte che le portano ogni sera. La scoperta di tale complotto matura nella ragazza una fredda determinazione, rivelando la sua natura diabolica.
Ella, ormai conscia della sua origine, si comporta amichevolmente con Kaori e la convince a prendere il suo posto, scambiandosi le stanze, la sera in cui il piano deve essere messo in atto. Accade quanto previsto: a morire è proprio la figlia legittima, mentre Ayako comunica alla famiglia che lei sarà per sempre l’erede dei Fumoto, mettendoli in guardia su eventuali futuri progetti di ucciderla. Fin qui il primo episodio. In seguito, Ayako dovrà opporsi ai continui tentativi del dottor Ogata di sopprimerla, nonché tenere a bada la sua famiglia che ha il medesimo obiettivo.

Considerazioni
Un racconto gotico, appartenente a quella zona del crepuscolo che prelude alla sera, ma ancora non lo è.
Ayako, la protagonista, è una creatura malvagia e diabolica, cui arride la vittoria alla fine di ogni episodio. Eppure la sua è una risata triste, dolente e malinconica: in fondo, aspirerebbe alla luce e all’amore e l’amore e la luce le vengono negati, come erano stati negati a sua madre.
Quindi ritorna il leitmotiv ikediano: il destino. Un destino prestabilito già prima del suo concepimento: la sfortuna che si è accanita contro una creatura debole si incarna in una bella, rosea dodicenne, che conosce il male e sa come essere superiore, dominare e vincere nel gioco della crudeltà. Ayako non è che lo specchio di chi le sta intorno: riceve la malvagità da chi è malvagio e la restituisce moltiplicata, quasi come un agente del karma.
Certo, potrebbe scegliere di operare diversamente. Però, se lo facesse, l’attenderebbe la morte, perché chi la circonda non avrebbe pietà: suo padre non esita a spararle, così come l’uomo verso cui proverà un fuggevole amore. Perciò “sotterra il suo cuore, ferito e calpestato, in un orrido e profondo abisso, dove nessuno potrà mai ritrovarlo”. C’è anche uno spunto di riflessione sul riscatto sociale, sulla differenza tra poveri e ricchi, ma rimane sostanzialmente dietro le quinte, perché il fulcro d’interesse di chi racconta non verte tanto sulla società quanto sulla natura della protagonista.
Da questo punto di vista, l’opera è un perfetto racconto gotico. Dove la trama scricchiola è nella costruzione della parte “razionale” della storia: lo svolgersi degli eventi è trattato talvolta con superficialità, i dettagli non ritornano (come faceva Ayako a sapere dei soldi “truccati” per il rapimento?), i personaggi “crudeli” senza motivo apparente (poco comprensibile l’accanimento iniziale del dottor Ogata nei confronti della protagonista; i genitori sono caratterizzati in senso manicheo: prima completamente buoni, poi completamente malvagi, senza mediazioni di sorta).
Il lato grafico è accattivante e può senz’altro, unitamente alle tematiche, costituire un motivo per l’acquisto da parte di tutti i fan ikediani. Del resto, non capita tutti i giorni che si pubblichi un gotico firmato Ikeda (che, ricordiamo, è l’autrice di Versailles no Bara/Lady Oscar). Per tutti gli altri, Ayako è consigliato con riserva: se i racconti gotici vi intrigano, allora potrebbe risultare un’opera appetibile, altrimenti meglio pensarci bene.

Gallery

____________________________________________
This page is online since 29/01/2012, last up 12/08/2020. This is a no profit web site. All the images in this site are used to review and to promote shoujo manga in Italy. All the images are © of their respective artists and publishers, or other owners. Each review is copyright © of respective author. The comments reflect the personal opinions of the reviewers. Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.Licenza Creative Commons.Licenza Creative Commons