A cura di Livio
Titolo: Haru Meguru
Autrice: OBATA Yuuki
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shueisha
Numero di volumi: 2 -interrotto
Rivista di serializzazione: Cookie
Anno di pubblicazione: 2012
:: Il manga in Italia ::
Titolo: Forget me not
Casa editrice: Flashbook
Pubblicato a partire da: Luglio 2014
Distribuzione: libreria e fumetteria
Prezzo: € 5,90.
Storia
Quando Umeno inizia la sua nuova vita scolastica, tra nuovi compagni di classe e nuove materie da studiare, l’emozione è incontenibile e le aspettative sono alle stelle. In fondo, sono proprio gli anni dell’adolescenza quelli in cui si carica di attese e di sogni il proprio presente e il futuro. Purtroppo, però, il suo entusiasmo si trasforma ben presto in depressione: la vita al liceo è un incubo e le vessazioni continue a cui la giovane è sottoposta da parte delle sue compagne di classe spingono la ragazza a farla finita, gettandosi da un ponte nelle acque del fiume che attraversa la città. Il destino, però, ha in serbo per Umeno altro che la morte: nonostante la frattura alle costole, la ragazza riesce miracolosamente a salvarsi e viene pertanto trasferita in ospedale. Lo shock per i familiari è enorme, il senso di vergogna e di fallimento insostenibile.
Ben diversa la storia di Yusei: primo dan di Karate in terza media, la disciplina sportiva non è per lui solo un passatempo quanto piuttosto una ragione di vita. Nonostante i continui dolori accusati al ginocchio destro, non si concede mai una pausa dagli allenamenti né rinuncia a continuare a progredire nello sport: il giorno del torneo si avvicina, e il suo più grande desiderio è continuare a salire di grado, finché una perdita dei sensi lo costringe a una visita medica, la cui diagnosi è purtroppo inequivocabile: osteosarcoma al ginocchio. E unanime è il parere dei vari medici ai quali la famiglia si rivolge disperata: l’unico modo per bloccare l’avanzamento del tumore consiste dell’amputazione della gamba.
Le vite dei due protagonisti (e degli altri ragazzi che incontreremo in questo primo volume) si incrociano proprio tra le mura della clinica che li ospita. Yusei non accetta l’amputazione, decide di optare per la chemioterapia, vuole giocarsi quell’unica possibilità su un milione che la vita gli mette a disposizione. E Umeno comincia, di riflesso, a riflettere sul valore non solo della propria vita, ma anche delle proprie scelte. Perché, finché si possono prendere le redini della situazione – anche quando il mondo sembra remarci contro – allora non tutto è perduto.
Considerazioni
Già dal suo esordio in Italia, con il long seller Bokura ga ita, era chiaro quanto le scanzonate vicende amorose tipiche del fumetto adolescenziale fossero poco congeniali all’autrice Obata Yuuki. Nella sua opera più famosa, infatti, leggevamo di un gruppo di adolescenti come in molti altri racconti ma, laddove la storia si dipanava tra gite scolastiche, amori celati e batticuori, una sottile linea d’ombra si insinuava subdola tra le sue pagine e il lettore. Si percepiva, insomma, una sorta di “pesantezza” inusuale in un fumetto destinato a un target giovane e sognante. Altrettanto sofferta è stata l’attesa per la conclusione della storia, sopraggiunta dopo mesi e mesi di pausa forzata, al termine dei quali – e dopo aver chiuso con la parola “fine” i sedici volumi che l’hanno portata alla celebrità – decide di iniziare una nuova opera per una nuova rivista. Un fumetto che è al tempo stesso sfogo e catarsi, perché i mesi di pausa erano dovuti a un tumore che ha portato via la mamma dell’autrice.
Forget me not spunta nel 2012 tra le pagine di Cookie, rivista indirizzata a un pubblico femminile più adulto e smaliziato, e già in partenza scopre le sue carte: bullismo, suicidio, malattia terminale, attaccamento alla vita. Tutto questo, nel solo primo capitolo. L’ambientazione è una clinica pediatrica, il cast dei personaggi è costituito dai pazienti di questa struttura e dalle loro interazioni. La giovane promessa del karate, la bellissima modella giunta dalla città, la studentessa delle medie che sogna di diventare una cantante e purtroppo non ce la fa: in clinica qualcuno arriva, qualcuno cambia reparto, qualcuno va via. Ancora una volta troviamo dei giovani uomini che portano sulle proprie spalle un peso troppo grande per loro, costretti a crescere un po’ prima dei loro coetanei perché le rinunce a cui hanno dovuto far fronte li ha costretti a cercare una nuova ragione di esistere proprio quando tutto sembrava perduto.
Sfogliando il volume, troviamo il disegno dell’autrice ancora più frammentario, ancora più etereo, spesso ai limiti dello schizzo rapido. Eppure è difficile immaginare una grafica più riuscita e più adatta a un racconto del genere, soprattutto in termini registici: ai primi piani e agli sfondi rarefatti si alternano toccanti soggettive e distese di inchiostro nero, la cui sporadicità colpisce a più riprese il lettore durante il racconto. E se il disegno eccede in leggerezza, il testo è al contrario ricco, carico. I giovani protagonisti hanno una profonda coscienza della propria situazione, personale e reciproca. Ma cosa può mancare in un racconto del genere? Se la paura del lettore è che questi capitoli si dipanino sull’onda del compiaciuto ricorso al dramma, il pericolo è scampato: non v’è traccia in queste pagine di passività o vittimismo; al contrario, il pulsante desiderio di vincere contro un mostro incombente e minaccioso regala agli occhi di questi ragazzi una luce più vivida, e satura di speranza le pagine di questo volume. Un ingrediente, quello della speranza, senza il quale “Forget me not” non sarebbe potuto durare più a lungo delle prime quattro tavole.
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