Recensione Manga – Il fiore millenario (Joou no hana) di Kaneyoshi Izumi


A cura di Livio

Titolo: Joou no hana
Autrice: IZUMI Kaneyoshi
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 15 -concluso
Anno di pubblicazione: 2008
Rivista di serializzazione: Betsucomi
Riconoscimenti: vincitore dello Shougakukan Manga Awards (categoria shoujo) nel 2015.

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Il fiore millenario
Casa editrice: Panini Comics
Numero di volumi: 15 -concluso
Pubblicato a partire da: Marzo 2014, bimestrale
Distribuzione: edicola e fumetteria
Prezzo: € 4,50.

Storia
“La nostra storia ha luogo in un’epoca assai remota, persa tra le nebbie del tempo. Un’epoca tumultuosa, in cui i regni guerreggiavano gli uni contro gli altri per ottenere l’egemonia di quello che era il mondo conosciuto”.
Quattro regni confinanti: A, Do, Ko, So. La pace tra questi regni è vacillante, pertanto il re di A stringe un’alleanza con i regni di Ko e Do, sposandone le rispettive principesse, e creando una morsa attorno al regno di So. L’unione con la dispotica e crudele principessa di Do dà al regno un erede maschio: il ragazzo purtroppo non eccelle nella caccia né nel combattimento, non dimostra il piglio volitivo e coraggioso che il regno si aspetta da un principe al quale vengono quotidianamente impartiti addestramenti e lezioni.
Al contrario, la piccola Aki, protagonista della storia e figlia dell’unione con la principessa di Ko, ha un autentico talento innato: nonostante il divieto perentorio di fornirle un’istruzione, la principessa studia notte e giorno per assicurare a se stessa e a Ko-Hi, sua madre gravemente malata, una posizione di tutto rispetto a palazzo. Non tardano a crescere le gelosie di Do-Hi, la seconda consorte del re, la quale inizia a percepire il pericolo attorno alla sua posizione: bisogna eliminare il rischio che l’eccentrica principessa getti un’ombra, per sua natura, su di lei e sul principe erede.
Gli equilibri a corte, già precari, diventano ancora più vacillanti a seguito di una battuta di caccia dove la giovane Aki ha la meglio sul principe. Circondata dalle lodi sulla sua abilità con l’arco, non inferiore alla sua istruzione e alla sua educazione, la giovane non sa che questo suo continuo eccellere la porterà a essere presto allontanata dal regno per evitare che la situazione a palazzo venga ulteriormente esacerbata.
“Non saresti mai dovuta nascere, patetica creatura portatrice di malasorte” sono le ultime parole che il re suo padre le rivolge prima di offrirla come ostaggio al regno di Ko. Ma il peggio deve ancora arrivare: Ko-Hi, la madre della principessina, viene trovata morta da Hakusei, lo schiavo biondo dagli occhi azzurri che assiste la principessa Aki come un’ombra dalla sua nascita.
È chiaro quindi che le carte in tavola si sono mescolate tumultuosamente e ora non c’è più soltanto il rientro nel regno di A da conquistare, bensì anche la vita della principessa sua madre da riscattare.

Considerazioni
Che Izumi Kaneyoshi (autrice delle serie Ma quando mai?! e Seiho High School Men’s) fosse un’autrice da tenere sottocchio era già chiaro per chi ha seguito le sue pubblicazioni: corteggiata da diversi editori nostrani (e internazionali), già nelle opere giovanili risaltavano un senso dell’umorismo e dell’ironia affatto scontato, uno scarso interesse alle questioni di cuore tout-court e una grafica molto personale a chiudere il tutto.
Una voce che appare dissonante rispetto al coro delle colleghe in Betsucomi, la rivista che la ospita con successo da più di quindici anni, autentico contenitore di batticuori, timidi rossori, cascate di fiori. E se in passato la Kaneyoshi non si è tirata indietro dal raccontare anch’essa l’amore tra gli adolescenti (seppure con frequenti virate autoironiche e dissacranti), nella sua opera più recente le carte si mescolano e, per una volta, guardano al passato e ai grandi racconti epici quali Basara o Anatolia Story, ma anche a certe eroine ricche di virtù e ottimismo, benché minacciate da mille sfortune e avversità.
Joou no hana (letteralmente, Il fiore della regina) contiene tutti gli ingredienti per un appassionante racconto di ampio respiro e, se il focus è concentrato sulla coraggiosa protagonista e il suo fedele compagno d’infanzia, non mancano approfondimenti che gettano luce sulle dinamiche dei quattro regni confinanti e degli attori che ne stabiliscono le sorti –così come è dinamico l’alternarsi in scena di nuovi comprimari, o anche solo figuranti, che arricchiscono la narrazione e permettono all’autrice di tenere alto l’interesse sebbene l’azione vera e propria (e suggerita a più riprese) finora tenda a latitare.

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