Recensione Manga – Anastasia Club di Chiho Saitou


A cura di Giorgia-bi (review) ed Emy (grafica)

Titolo originale: Anastasia Club
Autrice: SAITOU Chiho
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 4 + speciale conclusivo, concluso
Anno di pubblicazione: 2002
Rivista di serializzazione: Flowers

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Anastasia Club
Casa editrice: Kappa Edizioni/Ronin Manga
Numero di volumi: 4 + speciale conclusivo, concluso
Pubblicato a partire da: Marzo 2011
Distribuzione: libreria e fumetteria
Prezzo: 5.90 euro.

Storia
La liceale Kamui Tsubaki è cresciuta nel negozio del nonno, un famoso antiquario, e alla sua morte ha deciso di tenerne in piedi l’attività. Tutto si sarebbe aspettata la giovane Kamui, tranne che di essere coinvolta in un intrigo che riguarda nientemeno che uno dei più grandi misteri della storia moderna: la scomparsa di Anastasia Romanov!
L’azione ha inizio dall’incontro con il misterioso Takuto, un aitante scavezzacollo che le chiede di svolgere una perizia su un frammento di osso. Come capiremo ben presto, il reperto è stato rubato dal giovane a un’asta e potrebbe fornire le prove della sua parentela con la famosa Anastasia, la figlia dell’imperatore Romanov che in base a diverse teorie sarebbe sfuggita alla morte per mano dei bolscevichi e avrebbe poi vissuto sotto falsa identità come Mrs Anderson.
Takuto afferma di essere il pronipote della fuggitiva e a dimostrarlo avrebbe anche un gioiello molto particolare, nientemeno che un Uovo Fabergé molto simile a quelli che lo Zar avrebbe regalato per Pasqua ai membri della famiglia imperiale.
Nel corso delle loro indagini Kamui e Takuto verranno affiancati da un ulteriore possibile discendente dei Romanov, il compassato Sumi Reisuke, che, stando ai racconti della propria famiglia, crede di essere un pronipote dello Zar in persona e possiede anch’egli un Uovo Fabergè assai simile a quello di Takuto.
Il terzetto composto dai due ragazzi e dalla giovane antiquaria verrà messo in subbuglio dalle ingerenze di loschi figuri alla ricerca delle Uova Fabergè e di supposti discendenti della casata secondaria dei Romanov, in un crescendo di misteri e intrighi che costituiscono l’asse portante di questa breve e incalzante serie ad ambientazione fanta-storica.

Considerazioni
Chiho Saitou è un’autrice che può contare su un seguito fedele e appassionato di lettori, e che di conseguenza ha modificato ben poco del proprio stile narrativo nel corso degli anni. Atmosfere storiche e intrighi da feuilleton fanno da padroni nelle sue produzioni, nelle quali solitamente l’impatto visivo svolge un ruolo dominante e finisce per scavalcare quello narrativo.
Anastasia Club non smentisce le attese, e si dimostra una produzione interessante e composita per quanto appesantita da quei limiti che riconosciamo ormai come ‘marchi di fabbrica’ di questa autrice. Partiamo dalla cornice storica: il mistero di Anastasia Romanov e della sua fine sono protagonisti nella prima parte della serie, catapultando il lettore in un’atmosfera suggestiva e avventurosa, ma vengono poi accantonati a favore di altri misteri e intrighi provenienti dal passato. Dal momento che la protagonista è una giovane antiquaria di talento circondata da personaggi legati alla Storia, questo passaggio di testimone poteva anche trovare un suo significato; ma non si può chiedere al lettore, che ha appena digerito l’idea che metà dei tesori e degli eredi dei Romanov siano finiti proprio in Giappone, di accettare l’ipotesi che lo stesso valga per i tesori nascosti di Tchaikovsky e di chissà chi altro.
La narrazione scorre tuttavia imperturbabile e gradevole, enigma dopo indizio, e con una buona sospensione volontaria della credulità è tutto sommato possibile arrivare all’epilogo senza troppi traumi da indigestione di patacche storiche. Ciò che disturba la lettura è la sensazione altalenante che le vicende dei Romanov svolgano la semplice funzione di un’inerte scenografia di cartone, e che abbiano cioè la mera funzione di fornire un’allure sofisticata alle imprese dei tre protagonisti.
Il tratto della Saitou rende senza dubbio meno centrali tali interrogativi, mostrandosi anche questa volta in tutta la sua minuzia e forza, descrivendo perfettamente sia le atmosfere sognanti che le scene di tensione drammatica o sensuale che pervadono i diversi passaggi della trama. Capita tuttavia di chiedersi se la bellezza di alcune scene non sia in qualche modo vacua e fine a se stessa, non corrispondendo a un’equivalente evoluzione della trama. Sia la scena della danza a tre che il bollente incontro notturno tra due protagonisti maschili si rivelano delle bolle di sapone tanto belle quanto evanescenti, non riuscendo a completarsi con un equivalente approfondimento psicologico o relazionale.
Un piacere per gli occhi, questo Anastasia Club, che si può trasformare in una gratificazione più profonda solo per gli indefessi ammiratori dell’autrice e per gli appassionati delle investigazioni storiche.

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