Recensione Manga – Una rosa un amore di Youko Shouji

A cura di Emy

Titolo originale: ?
Autrice: SHOUJI Youko
Categoria: ?

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Kodansha
Numero di volumi: racconto breve
Rivista di serializzazione: ?
Anno di pubblicazione: ?

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Una rosa un amore
Casa editrice: Fabbri
Pubblicato a partire da: anni Ottanta

:: NOTA ::
Pubblicato sul settimanale “Candy Candy Tv Junior” del Gruppo Editoriale Fabbri negli anni ’80, dal n.228 al n.235, “Una rosa un amore” è un racconto breve della famosa autrice di Seito Shokun! (Attenzione studenti!), Youko Shouji, una delle “storiche” autrici nel campo degli shoujo manga, di cui qui in Italia non s’è mai parlato. L’opera è stata pubblicata integralmente. La sinossi seguente si basa sull’edizione italiana e segue perciò i nomi dell’adattamento italiano.

Storia
Sonia è una diciassettenne di buona famiglia, cui piace vivere isolata, in compagnia delle sue rose, che coltiva con passione.
Questo finché i genitori non le presentano il ricco Robert, un uomo che cerca di farle affrontare il mondo che la circonda, portandola in giro al ristorante o ai concerti, allo scopo di vincere la sua scontrosità e frequentare altra gente.
Ma la ragazza, piuttosto ingenua e impacciata, si sente incompresa ed esclusa dal mondo degli adulti; inoltre la compagnia del bel Robert scatena in lei sentimenti contrastanti che non riesce a mettere in ordine.
Quando un giorno, uscita con Robert, lo vede in compagnia di un’altra donna, Miriam (è una vecchia amica che Robert ha salvato da un tentativo di suicidio e ora ha trovato uno scopo di vita nella professione di pittrice, ma Sonia ignora tutto questo), Sonia ha una reazione violenta, che la spinge al punto di montare una storia: la ragazza fa capire ai genitori che Robert ha cercato di usarle violenza (…).
Ovviamente il giovane viene subito allontanato dalla casa. Solamente in seguito, riflettendo sul suo gesto, Sonia capirà di averla fatta grossa, e di aver agito così perché innamorata dell’uomo.
Avendo finalmente preso coscienza di questo sentimento, decide responsabilmente di conseguenza: va a casa di Robert per chiedergli scusa; questi comprende e perdona, ma deve partire per l’estero a causa di impegni di lavoro. Quando tornerà, ha fiducia che lei sarà diventata una “persona diversa”.
Sonia capisce ciò che intende dire: dopo aver accompagnato l’uomo all’aeroporto, si appresta a parlare con i suoi genitori per riscattare Robert dalla sua accusa.

Considerazioni
Questo racconto costituisce praticamente un unicum, essendo l’unico shoujo pubblicato nel nostro paese di un’autrice di caratura superiore ma ignota ai più, Youko Shouji. Di lei, infatti, è stato pubblicato in Italia solo un seinen a titolo G.I.D. dalla Kappa Edizioni nel 2007. Inoltre sicuramente la stragrande maggioranza delle lettrici del settimanale “Candy Candy” non sa che questa storia è frutto della mano della Shouji: il pur encomiabile settimanale inspiegabilmente omise di pubblicare i credits di questo fumetto.
I disegni di tale racconto breve, nonostante seguano piuttosto fedelmente gli stilemi dello shoujo “old school”, sono ancora freschi, molto simili a quelli di Riyoko Ikeda (autrice di Versailles no bara, alias Lady Oscar), eppure non privi di personalità.
Più interessante però è l’aspetto narrativo: quella che solo apparentemente è una storia d’amore, si rivela invece un classico racconto di “formazione”. Lo scopo è chiaro: fermare quell’attimo di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, scandito attraverso le tappe della crescita interiore.
Anche dall’analisi delle altre opere della Shouji sembra emergere il tema più caro all’autrice: l’analisi della formazione dell’individuo, la consapevolezza di quanto faticoso e doloroso possa essere, a volte, crescere. La maestria con cui la Shouji descrive quel che può agitarsi tra i sentimenti contrastanti e i pensieri confusi di un adolescente rende più che auspicabile una riedizione di questo breve manga nella nostra lingua, magari più filologicamente rispettosa del testo originale.
I nomi adottati dall’edizione italiana sono probabilmente fittizi, ma non mi è possibile identificare i nomi originali, né se vi sono altre censure, in quanto essendo questa storia un “corto” di 50 pagine o poco più, è probabilmente contenuta in una delle (numerosissime) antologie dell’autrice (ammesso che sia stata ristampata in volumetto!). Se qualcuno di voi avesse delle informazioni in proposito, non esiti a contattarmi.

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