Recensione Manga – Blackbird di Kanoko Sakurakoji


A cura di Shara (testi) ed Emy (grafica)

Titolo originale: Blackbird
Autrice: SAKURAKOJI Kanoko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::  
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 18 -concluso
Anno di pubblicazione: 2007
Rivista di pubblicazione: Betsucomi

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Blackbird
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 18 -concluso
Anno di pubblicazione: 2009
Edizione: bimestrale, € 4.20, 192 Pagine B/N
Distribuzione: edicola e fumetteria.

:: Award ::
Questo titolo ha ricevuto nel 2009 il premio Shougakukan Manga Award come miglior shoujo manga. La serie conta un adattamento in drama CD per la Columbia Music Entertainment.

Storia
Misao Harada non è una ragazza come le altre: da sempre è in grado di vedere spiriti e demoni. Questi le rendono la vita impossibile facendole in continuazione scherzi crudeli e pericolosi, impedendole di vivere come un’adolescente normale. L’unica cosa che la consola è un ricordo della sua infanzia, di un bambino del vicinato, il suo primo amore, che non solo vedeva i suoi stessi spettri, ma la proteggeva da loro. Prima di sparire le aveva promesso che sarebbe tornato per sposarla, ma da allora sono passati dieci anni e a lei non resta che un ricordo.
Alla vigilia del suo compleanno la fortuna di Misao sembra girare: riceve la sua prima dichiarazione da parte di un senpai del terzo anno, ma sul più bello una strana sensazione la fa scappare a casa, e scopre che nell’abitazione dei vicini c’è lo stesso bambino di dieci anni prima, Kyo, diventato un affascinante ragazzo, il quale la riconosce immediatamente e scaccia subito gli spiritelli che come sempre le girano attorno, lasciandola stupefatta.
Il giorno del sedicesimo compleanno di Misao inizia con gli spiritelli più aggressivi del solito e addirittura, chiamata nuovamente in disparte dal senpai del giorno prima, viene attaccata da questi con un taglierino che la ferisce al collo! Sanguinante, Misao viene informata della sua situazione: ogni cento anni nasce un essere umano il cui sangue dona a chi lo beve lunga vita e la cui carne, se mangiata, dona la giovinezza eterna e infine, a colui che la prenderà come sposa sarà garantito il benessere della propria famiglia. Misao è quell’essere umano, ovvero la sposa della profezia.
Il senpai si rivela essere posseduto da un goblin, interessato solo a divorarla per poter ottenere giovinezza eterna. A salvarla da questa situazione arriva Kyo, che, una volta esorcizzato il goblin, lecca le ferite al collo di Misao e le guarisce. Il ragazzo si rivela quindi per ciò che è in realtà: il capo del clan dei Tengu, dotato di grandi ali nere e di un alto rango tra i demoni: è tornato dopo tutti questi anni per proteggerla e per fare di Misao la sua sposa, con tutto ciò che questo comporta.
Convinta che si sia trattato di un sogno, il giorno dopo Misao scopre invece che Kyou si fa passare per il suo nuovo insegnante di matematica e che ha già iniziato a proteggerla, facendo in modo che demoni e spiriti non la infastidiscano. La ragazza non è molto contenta di ciò: l’idea che si era fatta di Kyo e dell’amore nei suoi confronti è del tutto errata. Si sente trattata più come un bene da possedere che altro, e protetta solo per la prosperità del clan, decide pertanto di evitarlo e non si oppone quando un’altra ragazza sembra volerlo corteggiare. Purtroppo però non si tratta di rivalità tra liceali: la studentessa si scopre essere un serpente bianco che appena avuta l’opportunità aggredisce Misao e le inietta del veleno. Kyo arriva di nuovo a salvarla, succhiandole via il veleno, ma indebolendosi tanto da non presentarsi a scuola il giorno dopo. Misao, preoccupata, lo va a trovare, ma il ragazzo finge di non essere mai stato male, commuovendola e facendole capire che prova dell’affetto per lui.
Tuttavia Misao non riesce ad accettare un legame con Kyo basato sull’interesse per il clan e per la sua mera sopravvivenza. All’ennesima proposta di matrimonio rifiuta Kyo affermando che avrebbe sposato solo un umano. Seccato, il ragazzo la prende in giro affermando che gli unici due tipi di umani che possono volerla corteggiare o sono posseduti da demoni o sono stupidi. Arrabbiata e offesa, Misao decide per ripicca di cedere alla corte di un suo compagno ingenuotto e conseguentemente gli attacchi dei demoni si fanno più pericolosi, segno che Kyo non la sta più proteggendo: prima i vetri di una finestra rotta le cadono addosso ferendola su tutto il corpo, poi, portata da suo compagno sul tetto per avere un po’ di privacy, Misao viene trascinata fuori dalla ringhiera cadendo nel vuoto. Kyo arriva prontamente a salvarla volando, facendole capire quanto una come lei sia troppo difficile da gestire per un essere umano normale e che dovrebbe essere grata della protezione di Kyo.
Durante la notte Misao fa un sogno erotico in cui Kyo le lecca le ferite. Svegliatasi di soprassalto scopre che quello non era affatto un sogno: le ferite e cicatrici che si era procurata il giorno prima sono sparite da sotto le bende, e la ragazza sa bene chi possa essere l’unico artefice di tale guarigione. Infuriata si reca a casa del ragazzo, che finge indifferenza per l’accaduto, irritando ancor di più Misao. Uscendo insieme per andare a scuola, una vampata di fuoco li blocca. Ad averla provocata è Kuzunoha Shuuei, un demone volpe, che immediatamente dopo le presentazioni chiede a Misao di sposarla.
Shuuei è anch’egli un capoclan di alto rango, deciso a corteggiare Misao tanto da iscriversi a scuola come studente straniero. Lui e Kyo hanno molto in comune: entrambi capiclan nonostante la giovane età vedono Misao come sposa e Shuuei pare mostrare la stessa volontà di protezione di Kyo, scacciandole gli spiritelli di torno, anche se è Kyo ad essere più interessato alla sua salute occupandosi sempre delle ferite che le procurano i demoni, seppure questo metta in imbarazzo Misao, dato che lo fa usando la propria saliva.
Misao inoltre è poi sempre più presa da dubbi: ripensa alla sua infanzia con Kyo e non riesce a non pensare a quanto gli volesse bene. Non sa però come interpretare il suo modo di agire: da un lato se ne sente sempre più attratta, essere sempre protetta da lui le pare un segno di affetto, ma dall’altro teme di sbagliarsi, lei è “la sposa della profezia” e un bene prezioso per il clan e di conseguenza l’attaccamento di Kyo la irrita.
A scuola intanto sia Kyo che Shuuei si fanno notare per il loro attaccamento a Misao, ma Shuuei svela presto le sue vere intenzioni: le dice chiaramente che se non ci fosse Kyo non aspetterebbe di certo che lei lo amasse per farla sua sposa. Inoltre le insinua il dubbio che il dichiarato amore di Kyo sia in realtà una strategia: essere stato così vicino a lei durante l’infanzia sarebbe servito a farla affezionare a lui tanto da favorirlo per averla in sposa senza troppa fatica.
In quel momento arriva Kyo e Shuuei lo provoca apertamente cercando di uccidere Misao. Lui la protegge ferendosi gravemente, poi entrambi decidono di combattere al di fuori della scuola.
Misao non sa cosa sia accaduto finché da casa sua vede atterrare malamente Kyo sul tetto. Corre da lui e lo trova sulla veranda ricoperto di sangue. Misao decide di sfruttare le sue qualità di “sposa” cercando di ferirsi per fargli bere il suo sangue e curarlo. Kyo la ferma arrabbiato: non deve ferirsi per lui. Disperata gli chiede che senso abbia morire per proteggerla. Lui le risponde fievolmente che vivere senza di lei non avrebbe alcun significato, svenendo subito dopo. Misao si rende quindi conto di amarlo e pregando che Kyo non muoia lo bacia, facendolo riprendere grazie al suo potere, dopodiché e i due si scambiano un lungo bacio.

Considerazioni
“Black Bird” ha tutti i presupposti del classico shoujo smut: bel ragazzo che fa avance e allunga le mani su una ragazza fragile che non è restia del tutto e sempre meno convintamente rifiuta le attenzioni. La scusa usata, poiché siamo in un ambito semi sovrannaturale, è quella del poter “curare” con la propria saliva, cosa che ovviamente dà spunto a scene clou che dovrebbero solleticare il lettore. A sorpresa però queste non si spingono mai troppo oltre, neppure nel secondo volume, quando i sentimenti di entrambi sono rivelati chiaramente e il rapporto tra i due vira dritto sul lato sentimentale, mentre la trama viene approfondita con l’arrivo di tutto il clan dei Tengu. L’aver scelto di non far vertere la storia sul “quando consumeranno” è senza dubbio apprezzabile e soprattutto lo è aver creato dei personaggi che seppur stereotipati riescono a rendere la lettura piacevole e non impegnativa. Il protagonista Kyo è l’uomo giusto al momento giusto interessato alle grazie di Misao, ma è anche capace di essere un po’ meno tutto d’un pezzo e strappare qualche sorriso, mentre Misao, fanciulla da salvare e innamorata, non è del tutto un burattino senz’anima e sa come reagire quando il suo amato allunga troppo le mani.
Sicuramente non siamo al vertice dell’originalità, le scelte sulla trama sono piuttosto scontate, sia per quanto riguarda la relazione tra i protagonisti sia per le vicende correlate, ma a mio parere non sono state nemmeno ricercate. Particolare l’uso costante che l’autrice fa dei flashback per svelare man mano i sentimenti dei protagonisti e il “background” della loro storia, poiché evita l’uso di dialoghi estenuanti e fa anche leva sull’innata carineria dei bimbi piccoli con sentimenti grandi.
Neppure i disegni sono particolarmente raffinati, sicuramente il tratto è buono e così anche la struttura delle tavole, gli sfondi tendono a sparire spesso, ma niente di più e niente di meno di un tipico prodotto nella media di questo tipo di produzioni.

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