Recensione Manga – Captive Heart (Toraware No Minoue) di Hino Matsuri

A cura di elkal (testi) e Deda (grafica)

Titolo: Toraware No Minoue
Autrice: HINO Matsuri
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Editore: Hakusensha
Numero di volumi: 5, concluso
Anno di pubblicazione: 1999-2002
Rivista di pubblicazione: LaLa

:: Il manga in Italia ::
Tiitolo: Captive Heart
Editore: J-Pop
Numero di volumi: 5, concluso
Inizio pubblicazione: Marzo 2008
Distribuzione: fumetteria
Prezzo: € 5.90.

Storia

1° VOLUME

Da quando i proprietari della sfavillante villa in cui vive sono scomparsi tragicamente, il giovane Megumi Kuroishi conduce una vita agiata e lussuosa senza alcun pensiero o preoccupazione. A turbare questo suo idilliaco mondo, però, è la notizia del ritrovamento di Suzuka Kougami, legittima erede della fortuna gestita dai Kuroishi. Megumi non accoglie felicemente la notizia e tantomeno è disposto a seguire le orme di famiglia e servire come maggiordomo la nuova arrivata… tuttavia, appena incrocia lo sguardo di Suzuka, egli si inginocchia di fronte a lei chiamandola principessa e comportandosi come il più zelante dei servitori, con sua spaventosa sorpresa!
Perché è accaduto tutto questo? Il bizzarro comportamento del ragazzo è dovuto a una maledizione che grava sulla famiglia Kuroishi: tutti i loro membri sono obbligati a servire la famiglia Kougami generazione dopo generazione. Infatti, secoli prima, il capostipite dei Kuroishi, un famigerato ladro, osò rubare un prezioso rotolo che sigillava lo spirito protettore della famiglia Kougami, che così condannò il ladro e la sua discendenza per cento generazioni.
Il povero Megumi non ha scelta: a dispetto della sua volontà, è obbligato a servire Suzuka. Quest’ultima, però, compresa la situazione e sinceramente dispiaciuta, decide di andarsene per non creare disagio a Megumi, ma a pochi mesi dalla sua partenza è il ragazzo stesso che sentendone la mancanza decide di riportarla a casa, con tutti i pro e i contro che questo comporta.
Inizia così la difficile, ma divertentissima (Megumi è puntualmente vittima di esilaranti “raptus del servitore”) convivenza tra i due… con una piccola complicazione. Infatti tra Megumi e Suzuka nasce qualcosa che, se non crea problemi al ragazzo, ne crea molti a Suzuka, che costantemente si chiede se Megumi provi veramente qualcosa per lei o se i suoi sentimenti siano condizionati dalla maledizione.
Dubbio atroce per la giovane che così, determinatissima, decide di sciogliere il maleficio che condanna i Kuroishi, non sopportando di essere la padrona di Megumi, ma volendo essere semplicemente se stessa, anche se il ragazzo sembra volerla come fidanzata.

Considerazioni
Toraware No Minoue è la prima serie della mangaka Matsuri Hino, nota e seguita in Italia per Meru Puri e Vampire Knight.
Che si conosca o meno lo stile dell’autrice, già dalle prime pagine si nota il tratto ancora acerbo degli inizi, che comunque acquista sempre maggiore maturità man mano che l’opera procede. Certamente può risultare un po’ rozzo e sbrigativo, ma bisogna ammettere che è sempre piacevolissimo alla vista, e, in considerazione del suo continuo migliorarsi, si può tranquillamente affermare che l’aspetto grafico è sicuramente una caratteristica a favore del manga.
La storia dal canto suo non è da meno. Sostanzialmente la trama è semplice e lineare, il lato migliore di essa consiste nel come i personaggi ci giocano. Ironia, divertimento, drammatizzazione e sdrammatizzazione si susseguono istante dopo istante, incessantemente!
Caratteristica tipica di un manga fondamentalmente comico, come del resto lo aveva pensato la mangaka, riuscendo perfettamente nel suo intento (e notare che i personaggi appaiono in versione deformed già dalla quarta pagina!).
I personaggi sono discretamente costruiti e caratterizzati. Megumi è il più riuscito: vittima certa di un complotto ordito alle sue spalle dalla stessa autrice che, oltre a costringerlo schiavo della dolce Suzuka, lo rende preda di raptus in cui la sua versione deformed dà il meglio di sé con smorfie di ogni genere per ogni situazione. Non meno esilarante è il padre di Megumi, che ha un repertorio di espressioni (sempre deformed) forse addirittura più divertenti e oltretutto senza essere vittima di raptus, lui! Suzuka, per quanto dolce e carina sia, purtroppo in alcuni momenti cade nel cliché della classica protagonista ingenuotta, tontolona e così via, ma sono singoli momenti dai quali inevitabilmente esce, riuscendo comunque a farsi apprezzare.
In linea di massima, Toraware No Minoue è un manga davvero carino; non è un capolavoro, non è una pietra miliare della più recente storia dei manga, ma è assolutamente una godibile e soprattutto molto apprezzabile opera prima che si eleva al di sopra di tanti altri manga. Ottimo anche il lavoro della J-Pop che presenta il manga in una veste editoriale addirittura quasi impeccabile: con sovraccoperta, buona rilegatura, massima aderenza possibile all’edizione giapponese, ottime traduzioni.

Gallery

Per l’elaborazione grafica della prima immagine, si ringrazia Deda.

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