A cura di Ladyice (testi), ShoujoMagic (immagini) e Martina (info e grafica)
Titolo: Mizu ni sumu hana
Trad.: Fiori che vivono nell’acqua
Sottotitolo: Romance of Darkness
Autrice: SHINOHARA Chie
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 5, concluso
Anni di pubblicazione: 2003-2005
Collana: Flower Comics
Rivista di serializzazione: Betsu-Comi
:: Il manga in Italia ::
Titolo italiano: Romance of Darkness
Editore: Star Comics
Numero di volumi: 5, concluso
Inizio pubblicazione: 2007
Distribuzione: fumetteria e online
Senso di lettura: orientale; 4,20 euro.
:: Il film (live) ::
Proiezione: 2006
Anno di produzione: 2005
Planning: Shuuichirou Harada
Durata: 84 min.
Il cast:
Rikka Nikaidou -> Aki Maeda
Rikka Mizuchi -> Keiko Kitagawa
Yuzuru Nikaidou -> Terunosuke Takezai
Izumi -> Mizuho Takasugi
Storia
1° Volume – Capitolo 1
Un evento allegro come una gita scolastica può trasformarsi in un incubo ed è quanto accade a Rikka Nikaidou, la protagonista di questa storia. Il pullman su cui si trova insieme ai suoi compagni di scuola sbanda e finisce dentro un lago: tutti annegano e Rikka scopre di essere l’unica sopravvissuta quando si risveglia all’ospedale circondata dalla sua famiglia. La ragazza si chiede come mai lei sia l’unica a cui è stato dato di continuare a vivere.
Rikka viene trasferita in un’altra classe del suo istituto, dove ci sono delle ragazze che con lei frequentano il club di nuoto. Una sua compagna le chiede quando ha intenzione di partecipare nuovamente alle attività del club, ma un’altra ragazza la zittisce ricordandole il trauma che ha subito Rikka legato all’acqua: nonostante tutto la protagonista dichiara che si unirà di nuovo al club e pensa di voler stare di nuovo nell’acqua. Durante gli allenamenti, Rikka si tuffa dal trampolino e pensa a quanto sia stupenda la sensazione che prova quando si trova in acqua, un’emozione che sicuramente ha già sentito. All’improvviso Rikka nota una ragazza che le passa a fianco. Dopo essere risalita in superficie, Rikka rimprovera le sue compagne dicendo che è molto pericoloso nascondersi sul fondo della piscina quando qualcuno si tuffa dal trampolino. Le ragazze però dicono che non c’era nessuno nella vasca e Rikka, ribadendo che lei ha visto qualcuno, si volta verso la piscina e vede anche lei che non vi è nessuno dentro.
Cambia la scena e Rikka si trova a casa ed è in procinto di andare alla casa principale (dove trascorrerà anche la notte) per andare a trovare Yuzuru-chan, suo cugino dalla salute cagionevole che si è nuovamente malato. Quando Rikka esce di casa, suo padre chiede alla moglie se sua madre e sua sorella (del padre) hanno veramente intenzione di far diventare Rikka la moglie di Yuzuru. La donna gli spiega che, preoccupandosi di avere un erede, vedono Rikka come una necessità e la considerano una buona scelta poiché adora Yuzuru fin da bambina. Quando Rikka arriva alla casa principale, Yuzuru è già in piedi (lei lo credeva a letto con la febbre). I due prendono un the insieme e Yuzuru le chiede scusa per non essere andato a trovarla all’ospedale: la sua salute non glielo ha permesso e osserva che se andrà avanti così presto saranno compagni di scuola. Rikka aggiunge che non le dispiacerebbe affatto vedere Yuzuru-chan tutti i giorni. Il cugino svia il discorso chiedendo alla ragazza come stiano i suoi genitori.
Rikka si sta facendo il bagno e si lamenta del fatto che Yuzuru la vede come una piccola cugina e nulla di più. All’improvviso le gira la testa e pensa che ci sia qualcosa che non va con l’acqua. Vuole far scorrere dell’acqua fredda ma, quando si avvicina al rubinetto, una mano la prende per il polso e una voce sinistra le intima di ridarle indietro qualcosa che lei non dovrebbe avere. La zia e la nonna di Rikka entrano in bagno domandando preoccupate alla ragazza se stia bene e concludono che si sia sentita male perché l’acqua era troppo calda. La zia e la nonna ordinano a Yuzuru di portare Rikka nella sua stanza e di badare a lei al loro posto. Il ragazzo prende un asciugamano e comincia a strofinare i capelli della ragazza dicendole che se si prendesse un raffreddore le due donne vorrebbero avere la sua testa. Yuzuru nota un segno sulla schiena della cugina e le domanda quando se lo sia procurato e Rikka risponde che era sicura che i lividi dell’incidente fossero già tutti scomparsi. Il ragazzo, perplesso, le dice che non stava guardando un livido, bensì un segno che assomiglia a dei petali di fiore. Rikka pensa che stia succedendo qualcosa di strano.
Il giorno dopo la ragazza si sveglia di soprassalto e sente il bisogno di stare in acqua. Corre in piscina e, mentre si tuffa dal trampolino, nella vasca scorge la stessa ragazza che aveva visto il giorno prima. La misteriosa fanciulla cattura Rikka avvolgendo i suoi capelli intorno alle caviglie della ragazza e le impedisce di risalire in superficie. La protagonista, dimenandosi per cercare di liberarsi, si rende conto di poter respirare sott’acqua e si domanda se questo sia già accaduto quando il pullman su cui viaggiava stava sprofondando nelle acque del lago. Rikka si ricorda di come lei stesse soffocando e di come, a un certo punto, qualcuno le avesse fatto ingoiare un seme dorato che l’aiutò a respirare meglio. Rikka si libera dalla presa della ragazza ed esce dalla piscina. La fanciulla dai capelli neri le intima di ridarle il seme. Rikka le chiede che cosa sia questo seme. La ragazza le fa sapere che è solo grazie al seme se adesso lei continua a vivere: in questo preciso momento infatti in realtà Rikka è morta. La ragazza, sconcertata, le chiede chi sia. La fanciulla misteriosa, con un sorriso beffardo, le risponde che il suo nome è Rikka.
Capitolo 2
Rikka, dopo aver sentito tutto ciò, è decisa a non restituire il seme, poiché significherebbe morire. L’altra Rikka trascina nuovamente la protagonista in acqua e ha tutta l’intenzione di riprendersi il seme squartandola con i suoi artigli. Rikka viene ferita alla schiena e cerca di scappare nuotando il più velocemente possibile, ma la sua nemica è altrettanto veloce e la ragazza nota che la Rikka mora ha le mani palmate. Quando ormai Rikka sembra non avere più via di scampo, due mani la tirano fuori dall’acqua: è Yuzuru-chan che, preoccupato, le chiede cosa diavolo stesse facendo. Il ragazzo nota la ferita sulla schiena di Rikka e oltretutto osserva che i fiori sono diventati due.
Rikka è a scuola. In un flashback ci viene spiegato che la ragazza ha raccontato tutto al cugino, il quale si è offerto di aiutarla: dopo le lezioni si incontreranno alla biblioteca della scuola. Intanto l’insegnate annuncia l’arrivo di una nuova studentessa che ha vissuto all’estero: Rikka Mizuchi (proprio la fanciulla che ha attentato alla vita della protagonista)! La ragazza, vedendola, si alza in piedi di scatto e sta per dire qualcosa ma la nuova arrivata la zittisce baciandola (…) e abbracciandola fingendosi entusiasta del fatto di avere una compagna con lo stesso nome. Intanto la Rikka mora sussurra all’orecchio della protagonista che non sarebbe credibile se svelasse ciò che è accaduto l’altro giorno.
Alla fine delle lezioni Rikka esce per recarsi alla biblioteca della scuola ma sente l’urgente bisogno d’acqua. Lì vicino vede una fontana e vi immerge il viso, ma presto si accorge che dietro di lei c’è la sua nemica. La Rikka mora le dice che il suo corpo è instabile a causa della trasformazione che sta subendo e le intima di ridarle il seme. Quando la ragazza sta per squartare la gola della protagonista, una voce proveniente dalla fontana chiama il suo nome. La Rikka mora inizia a tremare. La voce le dice che sta agendo contro i suoi ordini e la ragazza si scusa, chiamando Izumi. Dalla fontana appare uno splendido ragazzo moro dallo sguardo freddo. Izumi si dirige verso la protagonista e l’aiuta ad alzarsi. Rikka è colpita dal profumo dolce e piacevole del ragazzo e, al contatto con la sua mano, nota che è fredda e si ricorda del fatto che è stata quella mano a farle ingoiare il seme.
Capitolo 3
Izumi dice a Rikka che è contento che si ricordi di lui e le chiede se è felice. La ragazza gli risponde di no, che non può essere felice e il ragazzo replica che se non le avesse fatto ingerire il seme adesso sarebbe morta ed è pronto a offrirle una vita grandiosa sott’acqua. La ragazza risponde seccata che non vuole, tuttavia Izumi le cinge il collo con una mano e Rikka cade come in ipnosi: non è capace di ribellarsi e liberarsi da quel tocco piacevole e freddo. Yuzuru sopraggiunge e Izumi e l’altra Rikka scompaiono attraverso la fontana. La ragazza è spaventata e trema, confidando al cugino che ha sempre più paura poiché quando è sott’acqua sente di essere sempre meno se stessa. Il ragazzo le chiede scusa per non essere ancora riuscito a trovare una soluzione e le promette che le starà sempre accanto. Rikka gli risponde che è impossibile ma Yuzuru, deciso, replica che troverà il modo.
I due ragazzi si trovano a casa di Rikka, dove Yuzuru chiede ai genitori della ragazza di permettergli di prendersi cura della loro figlia nella sua casa. La madre della protagonista gli chiede se voglia far diventare Rikka sua moglie e lui risponde di sì. Rikka si trasferisce la sera stessa a casa di Yuzuru e la nonna e la zia sono visibilmente contente di questo fatto, dicendo che la sistemeranno nella camera di Yuzuru, il ragazzo però insiste nel far dormire Rikka nella stanza degli ospiti.
La notte Rikka non riesce a chiudere occhio per l’emozione. A un certo punto, sentendo sete, cade in una specie di trance e si dirige verso il laghetto ghiacciato nel giardino. Yuzuru la blocca prima che possa andare in acqua. Rikka urla disperata che non vuole perdere se stessa e si domanda cosa sia questo seme. “Se non lo vuoi, allora restituiscimelo”: dietro di loro compare Rikka Mizuchi, che svela ai ragazzi il segreto del seme. Quel seme è molto importante per lei perché, esattamente come la protagonista, molto tempo prima era quasi annegata e può continuare a vivere solo grazie a questo. Il seme permette a chi lo ingerisce di vivere per altri 49 anni. Nel profondo della foresta, dove l’uomo non ha ancora messo piede, ogni quarantanove anni appare un lago. Di solito la valle è coperta da una fitta coltre di neve, ma ogni quarantanovesimo inverno essa si trasforma in un lago trasparente. Sulla sua superficie fioriscono da per tutto fiori e quando il primo di questi genera un seme, il lago scompare e a chi ingoia quest’ultimo è dato di vivere fintanto che il prossimo non sarà stato generato.
Rikka Mizuchi dice alla protagonista che per il momento non farà nulla perché Izumi glielo impedisce e se ne va. Yuzuru inizia a tossire e Rikka si accorge che gli è venuta la febbre e gli dice di andare all’ospedale l’indomani. Il ragazzo fa promettere alla cugina che non si avvicinerà mai all’acqua da sola.
Il giorno dopo Yuzuru esce dall’ospedale osservando preoccupato un foglio che ha in mano e che poi accartoccia mettendolo in tasca. Incontra Izumi e non fa in tempo a dire nulla che quest’ultimo lo fa svenire baciandolo. Izumi telefona a Rikka con il cellulare di Yuzuru e le dice di recarsi alle tre di notte al grande ponte sopra il fiume Otonashi se vuole vedere suo cugino sano e salvo. Rikka intuisce il fatto che si tratta di una trappola per farla avvicinare all’acqua e ricorda la promessa fatta a Yururu, tuttavia la vita del ragazzo è troppo importante per lei. Di notte Rikka si reca all’appuntamento e intima a Izumi di restituirle Yuzuru. Il ragazzo le dice che dovrà riprendersi da sola suo cugino e getta Yuzuru privo di sensi nel fiume. Rikka si getta nell’acqua e, venendo a contatto con questa, cade in trance.
Capitolo 4
“Le incertezze della terra ferma sono così irreali… sott’acqua posso dimenticare. Tutto sulla terra svanisce. Non posso credere che ero così spaventata dall’acqua.” Mentre nella mente di Rikka scorrono questi pensieri, Izumi la raggiunge e le propone di rimanere sott’acqua con lui per sempre. Rikka gli chiede se lui abbia scelto lei e Izumi, annuendo e afferrandole delicatamente il viso con una mano, le dice che se si assimilerà all’acqua potrà dimenticare tutto della terra ferma. I due si danno un bacio appassionato e Rikka pensa che ciò non le dispiace, e che non aveva mai pensato a nessun altro se non a Yuzuru… all’improvviso una mano le afferra una gamba: è il cugino che riporta Rikka alla realtà. Izumi afferra il ragazzo semisvenuto per il collo ma Rikka lo allontana e trascina Yuzuru fuori dall’acqua. Izumi le dice che non è ancora pronta per vivere sott’acqua fintanto che il seme non si dissolverà e si assimilerà all’acqua. Rikka gli urla che non ha alcuna intenzione di vivere sott’acqua: lo ringrazia per averle salvato la vita ma lo prega di permetterle di vivere nuovamente sulla terra e si domanda se ci sia un modo. Izumi sorride beffardo e dice che è impossibile per lei. Da queste parole Rikka intuisce che esiste un metodo per bloccare l’assimilazione con l’acqua ma, prima che possa chiedere ulteriori chiarimenti, Izumi scompare.
Rikka si trova all’ospedale dove accorrono i suoi genitori, sua nonna e sua zia che le domandano cosa sia accaduto. Yuzuru-chan, che si è preso una polmonite, passerà la notte in reparto di terapia intensiva. All’alba Rikka e la sua famiglia si trovano ancora all’ospedale e la ragazza ansante sente il bisogno urgente d’acqua e corre a scuola, dicendo a sua madre che deve recarsi agli allenamenti mattutini di nuoto.
Le ragazze del club si stupiscono del fatto che Rikka riprenda fiato ogni 15-20 minuti e si accorgono che Rikka Mizuchi sta guardando la lezione. La protagonista, pensando che Rikka la stesse osservando, crede che la sua nemica possa conoscere il modo di interrompere l’assimilazione con l’acqua.
Dopo le lezioni Rikka si affretta per andare in piscina ma, mentre scende le scale, una mano esce da un secchio d’acqua e la fa cadere. Delle ragazze la soccorrono dicendole che è stata fortunata a non rompersi l’osso del collo e Rikka si domanda se dopotutto la sua nemica non tenti di nuovo di farla fuori. Spogliandosi, la ragazza nota che i fiori sulla sua schiena sono quasi tre e pensa ad alta voce che più i fiori aumentano, più lei si assimila all’acqua. Alle sue spalle sopraggiunge l’altra Rikka e le dice che è proprio così. Rikka Mizuchi le spiega che in totale i segni a forma di fiore sono sette. Quando tutti sette i marchi saranno comparsi sul suo corpo, allora la sua assimilazione si completerà. Man mano che i segni compaiono sulla schiena della protagonista, essi spariscono dal corpo della Rikka mora e quando saranno svaniti del tutto lei morirà. Rikka dice di non aver mai voluto una cosa simile e le chiede di svelarle il modo di fermare l’assimilazione con l’acqua, se questo esiste. La sua nemica afferma che è inutile dirglielo, perché tanto sarebbe impossibile per lei impedire l’assimilazione e le chiede se ha mai visto i segni sott’acqua e la invita a seguirla nella piscina. I fiori quando sono in acqua si trasformano in un drago e Rikka Mizuchi dice alla protagonista che è impossibile per lei combattere un drago. Intanto all’ospedale Yuzuru si risveglia e chiama affannosamente Rikka, dicendo che ha trovato il modo di bloccare l’assimilazione con l’acqua.
[Fine del primo volume]
Considerazioni
Conclusa la breve parentesi del volume autoconclusivo Akatsuki ni tatsu lion, Chie Shinohara si dedica nuovamente a una storia di più ampio respiro dopo il suo capolavoro Sora wa akai kawa no hotori, grande successo di pubblico e bestseller indiscusso.
Dopo quasi un decennio, questa mangaka decide di tornare alle sue radici realizzando una storia moderna intrisa di mistero e sottile tensione psicologica. Sarà riuscita Chie Shinohara a scrivere una storia con una vena horror paragonabile alle sue vecchie glorie (su tutte Yami no purple eye che le fruttò nel 1987 lo Shougakukan Manga Award) e che non faccia rimpiangere ai suoi fan il grande Anatolia Story? I dati di vendita sembrano ancora una volta confermare e consacrare il talento di Shinohara sensei: Mizu ni sumu hana infatti è rientrato fin dal primo volume nella top ten degli shoujo manga più venduti. Il successo di quest’opera è sicuramente dovuto all’abilità della mangaka di catturare il lettore in una storia misteriosa, di incatenare la sua attenzione fin dalle prime battute, di incuriosirlo con protagonisti enigmatici dalle ambigue intenzioni e dai celati obiettivi.
Il sistema dei personaggi è quello consolidato dalla Shinohara e riscontrabile anche in altre opere (come per esempio in Ao no fuuin). L’eroina, aiutata da un ragazzo, combatte contro la sua stessa natura (stavolta imposta dal seme fattole ingoiare) e i suoi nemici. Bene e male si scontrano, tuttavia nelle opere di Shinohara sensei essi non sono mai assoluti. Quasi a voler richiamare il principio dello yin e dello yang, la mangaka dimostra come nel bene vi sia insito il male e viceversa. Rikka Nikaidou (la protagonista), seppur innamoratissima di Yuzuru-chan e decisa a riprendersi la sua vita normale, è attirata da quel mondo sommerso e dal suo misterioso nonché affascinante abitante, ovvero Izumi.
Quest’ultimo, all’apparenza dispotico calcolatore privo di sentimenti, sembrerebbe avere anche un lato “umano”(che dimostra talvolta nei riguardi della protagonista).
Rikka Mizuchi, controparte “cattiva” di Rikka Nikaidou, si fa vedere spietata vero quest’ultima ma, a una maggiore approfondimento del personaggio, la si scopre alquanto fragile, succube e vittima del suo legame con Izumi, mossa da un profondo desiderio di vita.
A parte qualche espediente riutilizzato (per esempio le mani che catturano la protagonista nella vasca da bagno), Shinohara sensei vuole creare un’opera nuova, che non ha nulla a che vedere con la sua fatica precedente. È difatti impossibile confondere i protagonisti di Mizu ni sumu hana con quelli di Anatolia story (ma anche con quelli de Il sigillo azzurro). Se graficamente possono essere simili ad altri personaggi, caratterialmente essi sono figure che brillano di luce propria, individualità ben riconoscibili che non rimandano ad altri protagonisti incontrati in altre storie.
L’eroina di questo manga, femminile e decisa, non ha nulla a che vedere né con la “mascolinità” di Yuuri né con l’eccessiva indecisione di Soko.
Izumi non è Takao, che mai ha cercato di “allungare le mani” su Soko e mai (se non alla fine) ha dimostrato un po’ di gentilezza nei suoi confronti. Izumi si dimostra anche cinico in qualche occasione, mentre il Genbu di Ao no fuuin non lo è mai stato.
Rikka Mizuchi non è indipendente, scaltra e mossa da invidia e sete di potere come Hiko o Mayumi.
Yuzuru Nikaidou al momento non ha dimostrato il carisma e il fascino che Akira e Kail hanno sfoggiato fin dal primo volume.
Se i protagonisti di Mizu ni sumu hana risultano interessanti e affascinanti, altrettanto si può dire della trama: molti sono i misteri, gli intrecci, gli obiettivi taciuti da rivelare in un’escalation di emozioni. La Shinohara crea ancora una volta una storia ricca di suspance ambientata tra la terra e l’acqua, elemento dispensatore di vita ma che può rivelarsi anche fatale per le creature a cui non è dato di viverci, come ci ricorda la sensei.
In quest’opera, come l’azione esteriore è ricca, intricata e complessa, così lo sono anche i rapporti tra i personaggi, i loro sentimenti, dubbi, perplessità, motivazioni, ideali, sogni infranti e da realizzare. La tensione della loro vita interiore è pari alla suspance degli avvenimenti esterni. La Shinohara, abile regista, gioca quasi cinicamente con le paure dei protagonisti, inquietando il lettore anche senza spargimenti di sangue.
Altro tema fondamentale di quest’opera, come di molte altre della Shinohara, è la perdita dell’identità e la ricerca della propria vera natura. L’Io di Rikka, distrutto e messo in discussione alle sue radici, deve essere ricostruito. L’eroina lotta tra l’incombere di una nuova esistenza che si sta generando contro la sua volontà e il desiderio di ricomporre i frammenti di una vita normale che ineluttabilmente si sta sgretolando.
I disegni di Chie Shinohara avevano già raggiunto la maturità in opere quali Ao no fuuin e Sora wa akai kawa no hotori e anche in Mizu ni sumu hana essi vantano un tratto pulito e un’eleganza sensuale. La mangaka dedica minor attenzione ai fondali (seppur realizzati con cura e precisione) e predilige ritrarre i suoi personaggi spesso in intensi primi piani, immergendoli sovente in sfondi nerissimi, quasi a voler sottolineare la crescente tensione, avvalendosi di un contrasto nettissimo tra la figura chiarissima e il fondo scurissimo.
In conclusione, Mizu ni sumu hana è un’opera che coinvolge sin dalle prime battute e che offre delle premesse molto interessanti: sarà compito della sensei non disattenderle con il proseguire della storia.
Consiglio la lettura di questo manga ai fan di Chie Shinohara, a quanti abbiano solamente letto Anatolia story (per imparare a conoscere il lato dark della sensei), a chi ama le storie intrise di tensione e a coloro che sono scettici nei confronti di questo genere, per far loro scoprire quanto possa essere affascinante farsi incantare e incatenare dal misterioso e magnetico talento dell’indiscussa regina dell’horror.
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