Recensione Manga – Le viole son blu (Sumire wa Blue) di Yuuki Obata

A cura di Giorgia-bi (review) ed Emy (grafica)

Titolo originale: Sumire wa Blue
Autrice: OBATA Yuuki
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 2, concluso
Anno di pubblicazione: 2002
Rivista di pubblicazione: Betsucomi

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Le viole son blu
Casa editrice: Flashbook Manga
Numero di volumi: 2, concluso
Data pubblicazione: Marzo 2010
Collana: Girls Garden Series
Edizione: solo per fumetteria
Prezzo: 5.90 euro.

:: L’autrice ::
Yuuki Obata è nata il 9 gennaio, ha debuttato nel 1998 vincendo il 42° premio Shougakukan per i mangaka esordienti.
Bokura ga ita è la sua prima opera di grande successo, edita anche in vari paesi occidentali. Tra le serie precedenti: “Sumire wa blue” (2 volumi, 2002, edita in Francia col titolo di “La mélancolie de Sumiré” e in Italia come “Le viole son blu”), “Maru sankaku shikaku” (2 volumi, 2001) e i volumi unici “Kimi no kachi” e “Sukikirai suki” (2000).
Obata sensei ama le cose dolci, il caffè e le storie di paura; odia il sake e lo yakiniku (carne ai ferri). Tra i suoi hobby cita il tachiyomi (sostanzialmente, leggere a scrocco in libreria).

Storia
Il primo amore è da sempre una fonte di delizia e tormento, un continuo altalenarsi di batticuore e lacrime. Ma che dire di quando il primo amore è… a senso unico?
Nell’estate dei suoi quindici anni, mentre è rinchiusa in biblioteca a studiare con le compagne, Sumire posa gli occhi sulle mani affusolate di un ragazzo. Lunghe dita maschili su cui poggia un viso assorto, folte ciglia nervose che celano profondi occhi castani: dal primo momento in cui si rende conto di essersi innamorata, per Sumire avrà inizio un tormento dolceamaro destinato a durare un anno intero.
Già, perché il possessore di quella mano, di quegli occhi e di quelle ciglia è un ragazzo che non solo frequenta un altro istituto, ma è pure coinvolto sentimentalmente con un’altra ragazza. Makimura Daichi è infatti un giovane con una moralità piuttosto pronunciata, che oltre agli allenamenti di hockey su ghiaccio e alle scaramucce con Shinobu, l’amica/fidanzata di sempre, non ha intenzione di pensare ad altro. Sumire cerca di entrare nel suo mondo a piccoli passi, facendosi dapprima conoscere in modi piuttosto buffi e sconfinanti nello stalking, diventando poi un’accanita tifosa della sua squadra, e infine dichiarando in modo esplicito i propri sentimenti. Le speranze della ragazza sono davvero minime: nonostante Daichi non si dimostri mai maleducato nei suoi confronti, non fa nemmeno nulla per incoraggiarla o per nascondere i suoi sentimenti per la bella Shinobu. A Sumire non resta altro che porsi un limite di tempo – la fine del campionato interscolastico di hockey – entro il quale provare con tutte le forze a ottenere ciò che vuole, prima di dichiararsi sconfitta.

Considerazioni
Ecco un buon antidoto all’afa e alla noia di questa estate! Un two-shot fresco e leggero, ma ben diretto e orchestrato. Una storia d’amore adolescenziale atipica, ovvero il racconto di una cotta a senso unico che per una volta sembra tale anche al lettore, e non solo all’ingenua/modesta protagonista.
Viene da dire che il 2002 dev’essere stato un anno di fuoco per la Obata: oltre a questo two-shot, in Giappone venne infatti dato alle stampe Bokura ga ita, il titolo che ha decretato il successo e la fama di questa autrice ben al di là della sua terra natia.
Trattandosi di due opere grossomodo contemporanee, non sussistono profonde differenze nel tratto; a rendere molto diversi tra loro i due titoli sono piuttosto il tono e l’atmosfera. In questi due volumi gli estimatori della Obata ritroveranno senz’altro la sua padronanza narrativa e alcune cifre del suo stile, come l’utilizzo del flashforward a mo’ di cornice e la sapiente tecnica nel tratteggiare una psicologia completa con pochi, significativi elementi.
Lo svolgimento mostra forse qualche debolezza nel finale (che più che risolversi nell’ultimo capitolo, si trascina in una serie di ‘extra’ contenuti nel secondo volume) ma non lascia insoddisfatti.
Pur essendo un racconto breve, i suoi personaggi sono infatti definiti e compiuti. Ciò che non troverete in Le viole son blu è l’atmosfera malinconica e soffusa di Bokura ga ita. Questa mini-serie non mira a essere un affresco generazionale d’autore, ma è un gradevole racconto basato sulle storie di due ragazzi qualunque, che non nascondono traumi né segreti, ma vivono i pensieri e i desideri propri della loro età.
Una storia semplice ma tutt’altro che scontata, giovialmente realistica ma non certo banale. In poche parole, una buona lettura da ‘sorseggiare’ sotto l’ombrellone.

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