Recensione Manga – Honey Blood di Miko Mitsuki

A cura di Emy

Titolo originale: Mitsu Aji Blood
Autrice: MITSUKI Miko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 2 + 1 extra -concluso
Anno di pubblicazione: 2008
Rivista di serializzazione: Sho-comi

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Honey Blood
Casa editrice: Panini Comics
Numero di volumi: 3 -concluso
Pubblicato a partire da: Giugno 2011
Distribuzione: edicola e fumetteria
Periodicità: mensile; 4.30 Euro.

Storia
La prima storia è nata come oneshot: in questo autoconclusivo si narra di una ragazza a nome Hinata con un fidanzato vampiro, Junya. Tutto ciò che lei vuole è un fidanzato “normale”, ma quando Junya si reca a un appuntamento pomeridiano chissà se il sole non sarà una prova troppo gravosa per lui.
Nella serie regolare Hinata è una ragazza normale che frequenta una scuola cattolica; un giorno nell’istituto si sparge la voce di alcuni incidenti nella sua zona che sembrano opera di un vampiro, che tra l’altro attacca solo giovani ragazze. Hinata comincia a sospettare che il colpevole sia il suo nuovo vicino di casa, Junya Tokinaga, autore di noti romanzi sui vampiri, nei quali vige la regola che i baci sono un contratto che obbliga il vampiro a bere solo il sangue di colei che ha baciato. Perciò, se la partner morisse, anche il vampiro sarebbe condannato a morire.
Lo spregiudicato vicino di casa non esita a chiedere alla ragazza di accompagnarlo in visita per la città, ma Hinata ha la sorpresa di trovarlo assieme alla sua editor, una bella donna che lascia in giro la sua biancheria intima. Si allontana, scandalizzata, ma è lo stesso Junya che la prega adesso di entrare, poiché la richiesta di andare in giro era solo una scusa per parlare con lei. L’uomo aggiunge che, nonostante le apparenze, non ha una relazione con la sua editor e che in realtà non ha neanche mai baciato nessuna…
Hinata non sa se credergli ma nei giorni seguenti lo sorprende a vagare in giro, guardandolo dalla finestra. Poiché gli incidenti proseguono e proprio nel suo quartiere, Hinata, per accertarsi che il delinquente non sia proprio Junya, lo segue, finendo per essere aggredita e ferita dal vero malfattore.
È Junya che la salva, poi assaggiando il sangue di lei sostiene che è dolce come pensava. Realizzando che è un vampiro, Hinata sviene, per risvegliarsi in casa di lui. Qui la giovane non affronta la questione e si limita a curare le ferite alla mano del suo salvatore. Il giorno seguente è invitata a cenare a casa di Junya che vuole così ricambiare la sua gentilezza (anche se in realtà sono solo scuse per passare del tempo con colei verso cui prova un’autentica adorazione). Però Hinata equivoca perché sorprende Junya mentre abbraccia la sua editor (in realtà sta bevendo il suo sangue) e scappa via. Giunta a casa, si ricorda di aver lasciato la sua borsa dal vicino, quindi ci ritorna… Junya sta dormendo profondamente, e, quando Hinata passa accanto a lui per prendere la borsa, la attira a sé sul letto, credendola la sua editor. E come tale la tratta, succhiandole il sangue dal collo…

Considerazioni
Mitsu Aji Blood, ovvero: l’ennesima riproposizione di quello che è il tormentone per teenager tanto di moda all’epoca di realizzazione del manga… la purtroppo abusata lovestory tra una ragazza e un vampiro. Niente che non si possa riassumere con per favore, mordimi sul collo!
Per quante volte possa essere già stata affrontata, comunque, non pochi possono essere gli spunti per rinnovare un plot abusato, purché si abbia la volontà, la capacità e la possibilità per farlo (vedi Black Rose Alice).
Ma questo non è il nostro caso, dal momento che di innovativo c’è ben poco… giusto il kimono del protagonista, così old fashioned, il suo desiderio di innamorarsi di un’unica donna, di legare il cuore al gusto (ebbene sì, anche i vampiri sognano l’amore!).
Protagonista femminile non pervenuta. Idem per i personaggi secondari.
Ne consegue che il tutto risulta un po’ troppo forzato per riuscire veramente credibile e la grafica, nella media di questo tipo di produzioni, non aiuta in tal senso.
In conclusione: astenersi in caso di saturazione da Twilight. Astenersi in caso di saturazione di opere connotate da contenuti poco sostanziosi e svolgimento non memorabile. Prendere in considerazione se non si può fare a meno di tutti i derivati vampirici o se si è in cerca di una storia senza pretese, di una lettura passatempo, che non lascia segni a dispetto dei morsi in essa contenuti.

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