Recensione Manga – Life di Keiko Suenobu

A cura di Emy

Titolo originale: Life
Autrice: SUENOBU Keiko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Kodansha
Numero di volumetti: 20 – concluso
Data inizio pubblicazione: 2002
Rivista in cui era serializzato: Betsu-fure

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Panini Comics
Numero di volumetti: 26 – concluso
Inizio pubblicazione: Luglio 2005
Distribuzione: edicola e fumetteria
Lettura all’orientale, mensile
Prezzo: Euro 2.00; dal n. 13 Euro 5.50.

:: Il drama :: 
Titolo: Life
Regia: Tanimura Masaki, Katou Hiromasa
Numero di episodi: 11
Data d’uscita in Giappone: 2007
Cast: Kitano Kie, Fukuda Saki
Network: Fuji TV

:: L’autrice ::
Nasce nel marzo 1979 nella prefettura di Fukuoka. Il suo debutto avviene con Vitamin, un volume unico incentrato sul tema del bullismo a scuola, argomento caro all’autrice, che lo approfondisce ulteriormente nella sua opera maggiormente conosciuta: Life. Quest’ultimo è stato premiato nel 2006 con il Kodansha Manga Award nella sezione shojo e attualmente è la sua unica opera lunga che l’ha resa famosa in Italia e all’estero.

:: Award ::
Questo titolo ha ottenuto nel 2006  il Kodansha Manga Award nella sezione shoujo.

Storia

Capitolo 1
Si avvicina la fine dell’ultimo anno di scuola media per Shinozuka e Ayumu, compagne di classe e amiche: mentre la poco capace Ayumu totalizza un misero 49 all’ultimo test scolastico, la brillante Shinozuka ha ottenuto un 98! Ayumu, che stima la sua “Shii-chan” e le vuole molto bene, per non separarsi da lei alle superiori decide di tentare l’esame di ammissione allo stesso liceo scelto dall’amica: il Nishidate. Per far questo chiede a Shinozuka di prestarle i suoi appunti: d’ora in poi studierà sodo e darà il massimo pur di avere la possibilità di indossare la stessa uniforme liceale della sua amata Shii-chan! Ayumu dà veramente il massimo, al punto che le notti, anziché dormire, le trascorre sui libri. Casualmente, scopre un sistema per non lasciarsi vincere dal sonno: causarsi un piccolo dolore fisico, per esempio con la punta del compasso sulla mano. Gli sforzi di Ayumu sortiscono il loro effetto e la ragazza, anche grazie all’aiuto di Shinozuka, ottiene 88 al test di matematica. Una prima ombra si addensa all’orizzonte: Shinozuka al medesimo test ha preso, infatti, solo 82… e il dislivello tra le due aumenta ancora a favore di Ayumu, nel test successivo. Shinozuka, seriamente preoccupata del suo andamento scolastico, comunica ad Ayumu che è ora di smetterla di studiare insieme: oramai le lacune di Ayumu, infatti, sono colmate e lei deve concentrarsi sull’esame di ammissione al Nishidate. Ayumu accetta la proposta dell’amica ma un presentimento si fa strada nel suo animo: e se per caso solo una di loro due passasse il test d’ammissione al Nishidate? La ragazza perciò espone il suo dubbio alla sua migliore amica e subito ne è rassicurata: anche se finissero in scuole diverse, non per questo la loro amicizia arriverebbe al capolinea.
Terminati gli esami di ammissione, Shinozuka è depressa perché ha totalizzato soltanto 240 punti. Ayumu per consolarla le dice che lei ha preso 235, ma le sta mentendo, perché in realtà ha preso 247. Quando le due si recano a vedere i risultati del test d’ammissione al Nishidate… Shinozuka ha la brutta sorpresa di constatare che Ayumu ce l’ha fatta, mentre proprio lei, invece, non è stata ammessa. Inviperita e tra le lacrime, si separa da Ayumu, la quale, a casa, rimugina sull’avvenimento: l’unico motivo per cui lei aveva scelto di tentare l’esame di ammissione al Nishidate era la presenza di Shii-chan, e adesso tutto perde senso e significato. Per combattere il dolore, Ayumu con la punta di un compasso si taglia sul dorso della mano…
Nei giorni seguenti, Ayumu si reca a scuola per salutare i professori delle medie, ma ha la sorpresa di incontrare Shinozuka. Quest’ultima le dice di avere capito che quel giorno Ayumu le aveva mentito a proposito del risultato dell’esame: non avrebbe dovuto mentirle se davvero le era amica, perché adesso si sente usata e non può fare a meno di pensare che le persone come Ayumu dovrebbero soltanto sparire. Shinozuka si allontana, mentre Ayumu si accascia a terra, piangendo sulla fine della loro amicizia… tornata a casa, Ayumu per la disperazione con un cutter si taglia in profondità il braccio più volte… soltanto così, lei crede, riuscirà a comprendere la sofferenza di Shinozuka…

Capitolo 2
Inizia per Ayumu la vita al Nishidate. La ragazza, memore dell’esperienza ancora bruciante di Shinozuka, non vorrebbe accanto a sé alcun amico, ed evita perciò i compagni di classe e le attività in comune. Ma una ragazza, Manami Anzai, le viene vicino mostrandole fin troppo chiaramente di apprezzare la sua compagnia, al punto da chiederle di fare delle foto insieme. Detto fatto: Ayumu non riesce a negare nulla all’espansiva Manami, e il giorno dopo apprende dalla stessa Manami che tutti i compagni di classe hanno voluto avere una copia della loro foto! Manami sembra entusiasta di Ayumu, e non esita a presentarle il suo ragazzo, il bel Katsumi. In seguito, quando ad Ayumu si fanno vicino altre compagne di classe, Manami non ne è felice e chiede ad Ayumu di non parlare più con loro, perché sono delle sfigate. Le ragazze, che hanno ascoltato i commenti negativi di Manami, si allontanano da Ayumu e quest’ultima comincia nevroticamente a scrutare le espressioni dei compagni di classe attorno a lei, generando in se stessa un continuo malessere dovuto ad ansia e sospetto. A casa sua madre, troppo indaffarata, non ha tempo per lei, per ascoltarla e darle modo di esprimere i suoi dubbi o le sue ansie, perciò la ragazza non trova migliore valvola di sfogo che usare il suo cutter sul braccio… la sofferenza scaccia via inquietudini e tristezza.
A scuola Ayumu fa infine la conoscenza di un personaggio che per lei diventerà molto importante: Miki, una ragazza che come lei non ama frequentare i compagni di classe, ma che a differenza di lei vive questa sua diversità alla luce del sole, senza autolesionismi… fin qui, più o meno, il primo volume.

Considerazioni
Life è un titolo che ha fatto parlare di sé, a prescindere dal suo effettivo valore. A suo tempo è stato il manga più discusso serializzato su “Betsufure” (rivista che ha dato il battesimo a Mars, Othello e Peach Girl), ha raggiunto ottimi risultati nella classifica degli shoujo più venduti in patria. Al punto che viene da chiedersi quanto -delle vicende di Ayumu- sia rispecchiato nella realtà degli adolescenti giapponesi: giovani che nel consumismo generalizzato non trovano solido rifugio, incalzati ossessivamente dall’inquietudine, dall’ansia e dalla solitudine, anticamera della paura.
La realtà del bullismo in Giappone è ben documentata nell’immaginario collettivo dei lettori di manga: un gruppo si accanisce -talvolta con crudeltà- contro un individuo considerato “diverso”. Rimanendo in campo shoujo, basta ricordare quanto accade a Makino Tsukushi in Hana Yori Dango, colpevole di essersi opposta ai leader della scuola, i temuti F4, oppure a Momo Adachi, in Peach Girl, quando deve fare i conti con i pregiudizi generati dal suo aspetto aggressivo.
Ma, almeno finora, nessuno shoujo manga aveva fatto di questa realtà il tema centrale della propria narrazione, e in questo senso Life è un manga atteso.
Risulta pregevole sia la scelta dell’argomento sia il coraggio dimostrato nella raffigurazione grafica delle violenze -sia psicologiche che fisiche- perpetrate ai danni della protagonista (da tener presente che tali violenze aumentano vertiginosamente col procedere dei volumi, pertanto da questo punto di vista il solo primo volume non è indicativo).
Meno apprezzabile la mancanza di un necessario approfondimento del fenomeno, che vada al di là della semplice descrizione espositiva dello stesso. Purtroppo cadere nei cliché è più semplice di quanto si creda, e la ripetitività delle situazioni narrative a tratti nuoce al manga, che trova in questo senso il suo limite nella forza dell’argomento trattato. Lo stesso accade per quel che riguarda la grafica: piacevole ed espressiva all’inizio, a lungo andare risulta eccessivamente deformata. Tuttavia, tanto la reiterazione narrativa quanto la visualizzazione deformata sono volute dall’autrice, tese a soddisfare il suo pubblico dopo aver creato delle attese. In conclusione, Life ancora oggi è un’opera di rilievo, che spaventa e fa riflettere parlando della realtà.

Gallery 

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