Recensione Manga – Dolls di Naked Ape

A cura di Giorgia-bi (review) ed Emy (grafica)

Titolo originale: Dolls
Autrici: Naked Ape
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Ichijinsha
Numero di volumi: 12 -concluso
Anno di inizio pubblicazione: 2005
Rivista di serializzazione: Comic Zero-Sum

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: J-Pop
Numero di volumi: 12 -concluso
Pubblicato a partire da: Aprile 2011
Distribuzione: libreria e fumetteria
Prezzo: E 5.90.

:: Le autrici ::
Le mangaka Saki Otoh (咲木音穂 ) e Nakamura Tomomi (中村友美 ) nate rispettivamente nel 1976 e nel 1977 esordiscono nel 2002 sul mercato doujinshi con il nome di Acute Girls, e si fanno apprezzare dai lettori con rielaborazioni in chiave shounen ai di titoli come “Naruto”, “Prince of Tennis” e “Eyeshield 21”. In parallelo e sotto il binomio Naked Ape iniziano la serializzazione del titolo poliziesco “Switch” per l’editore Square Enix. Nel 2005 passano all’editore Ichijinsha e iniziano la fortunata serializzazione del poliziesco distopico “Dolls”. Dopo essersi alternato tra le pagine di case editrici come Kadokawa Shoten e Shueisha con one-shot di vario genere, dal 2010 il duo pubblica con una certa continuità per le riviste di Kodansha. Il loro stile è fortemente caratterizzato dalla componente bishounen e da sfumature shounen ai, ma le autrici sono altrettanto ispirate da ambientazioni suburbane e tematiche sociali come il traffico di droga (“Switch”) e la pena di morte (“Dolls”).

Storia
In un Giappone futuribile dove l’altissimo tasso di crimini ha portato a un insostenibile sovraffollamento delle carceri, il governo dell’Impero dell’Est ha approvato un decreto che permette alle giurie di condannare a morte per via diretta gli imputati assenti al proprio processo.
Per mettere in pratica un così alto numero di sentenze capitali è stato istituito un corpo poliziesco speciale, noto con il nome di Tokkei: investigatori e segugi sceltissimi, che oltre a mettersi sulle tracce dei ricercati hanno il permesso di portare a termine le esecuzioni in qualsiasi luogo e momento. A causa del modo sommario in cui svolgono la propria funzione, i membri della Tokkei vengono definiti da una certa parte dell’opinione pubblica ‘marionette’, esseri senza cuore né morale.
Shota Mikoshiba e Shuji Shibiku sono rispettivamente comandante e vice della prima delle quarantasette brigate della Tokkei, e con l’aiuto dei colleghi dell’intelligence detengono il primato di arresti ed esecuzioni terminati con successo. Al loro fianco viene inserito Usaki Todo, studente modello dell’Accademia, fresco di diploma nonché voce narrante della serie. Inizialmente distaccato e asetticamente lucido, Usaki si troverà presto a scontrarsi con le sfumature e le contraddizioni del proprio lavoro, scoprendo l’esistenza di un movimento di “cacciatori di marionette” ed esplorando i confini tra giustizia ed etica.

Considerazioni
Dopo aver mosso i primi passi con alcune doujinshi yaoi e aver sondato il terreno con alcuni oneshot poco incisivi, le Naked Ape sembrano aver trovato la propria dimensione nel poliziesco a lunga serializzazione, in cui confluiscono suggestioni ed elementi propri del loro settore d’esordio.
Sebbene Dolls possa essere definito a tutti gli effetti un titolo d’azione e d’investigazione, un racconto distopico in cui viene messo in scena il classico conflitto tra il carattere assoluto della giustizia e quello relativo del male, lo sguardo delle autrici si sofferma spesso e volentieri sulle fragilità degli affascinanti protagonisti e sui loro legami. Il narratore Usaki si comporta da kohai desideroso di dimostrare il proprio valore nei confronti del proprio comandante Shota, andandosi a inserire nell’equilibrio preesistente tra quest’ultimo (geniale, idealista, eppure scostante e scorbutico) e il vice Shuji, dalla bellezza femminea e dai modi dolci che diventano repentinamente controllati e professionali sul lavoro.
La parata di bishounen continua con i vari comandanti di brigata, membri dell’intelligence, coinquilini affettuosi e colleghi premurosi, grazie anche a uno stile grafico che punta tutto sulla resa dei personaggi e sulla loro dinamicità a discapito dell’ambientazione e del fondale, anche se il ricorso ai retini è controllato e non intacca un senso generale di scorrevolezza e chiarezza.
Sotto l’aspetto dei contenuti la serie rivela un certo mordente, allettando il lettore con il conflitto etico tra castigo e perdono da un lato, e con i segreti e i traumi irrisolti dei tormentati protagonisti da svelare dall’altro. La verità è che sul tema della giustizia capitale nessun titolo manga destinato al grande pubblico sembra voler stravolgere le coordinate fissate da Tsugumi Ohba e Takeshi Obata: la giustizia sommaria deve apparire come corollario razionale del ragionamento di un pazzo (Death Note) o come misura inevitabile praticata per mano di individui per bene e quindi sofferenti, come nel caso di Dolls.
Per la serie: il dubbio che buttare una bomba nelle carceri equivalga a risolvere il problema sociale alla radice, noi ve lo mettiamo; ma per la pace dell’opinione pubblica e delle classifiche di vendita, non spingiamoci troppo oltre. Nel suo modo di muoversi a cavallo tra più generi e tra più tipi di pubblico questa serie ha il potenziale per ottenere un buon riscontro di pubblico, pur non distinguendosi in modo particolare per originalità o forza narrativa.

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