A cura di Giorgia-bi (review) ed Emy (grafica)
Titolo originale: Shinobi life
Autrice: KONAMI Shouko
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Akita Shoten
Numero di volumi: 13. concluso
Anno di pubblicazione: 2006
Rivista di serializzazione: Princess
:: Il manga in Italia ::
Titolo: Ninja Life
Casa editrice: GP Publishing
Numero di volumi: 13, concluso
Pubblicato a partire da: Febbraio 2011
Collana di pubblicazione: GP Maniac
Distribuzione: edicola e fumetteria
Prezzo: E 3,90, bimestrale.
Storia
Beni Fujiwara è la giovane figlia di un potente e ricco uomo d’affari, e in quanto tale è stata spesso oggetto di rapimenti e di ripicche da parte di nemici della sua famiglia. In realtà Beni detesta profondamente suo padre, lo incolpa apertamente del suicidio di sua madre, ed essendosi ormai arresa all’idea di una morte precoce spera almeno che questa avvenga nel modo più scomodo e problematico per l’odiato genitore.
Proprio durante l’ennesimo rapimento Beni viene tratta in salvo (o meglio, viene fatta cadere da un palazzo e poi tratta in salvo) da un misterioso ragazzo caduto letteralmente dal cielo insieme a un’inspiegabile pioggia. Il giovane, vestito come un ninja dell’epoca Edo, sembra riconoscere in Beni la sua principessa Beni-Hime, dalla quale si era separato durante un attacco nemico, e afferma di essere la sua guardia del corpo.
Kagetora (questo il nome del giovane ninja) sembra impassibile di fronte alle palesi differenze tra il proprio mondo e quello in cui si trova attualmente, convinto com’è che ogni variazione sia opera di una tecnica illusoria del nemico. Intenerita dalla sua ingenuità, nonché attratta dal suo bell’aspetto, Beni decide di stare al gioco e di fingersi la principessa Beni-Hime, iniziando così a dividere le proprie giornate con questa atipica guardia del corpo. Beni non immagina neppure quante difficoltà dovrà affrontare per restare vicina a Kagetora: riuscirà l’amore ad avere la meglio su bugie, diversità sociali, viaggi nel tempo e matrimoni combinati? A questo cercherà di rispondere il seguito di Ninja Life, una serie in bilico tra avventura, fantasia e romance.
Considerazioni
Pozzi, specchi, boschi o in questo caso laghi: da sempre il fumetto giapponese abbonda di storie fantastiche in cui i protagonisti si imbattono in un luogo che funge da portale verso il Giappone feudale o le sue varianti fantasy. Potremmo definire quello dei viaggi nel tempo verso e da un’epoca Edo ‘rimaneggiata’ un vero sottogenere manga, a cui hanno dato il proprio apporto autrici come la Takahashi e la Watase.
Shouko Konami sceglie come ‘viaggiatore’ il giovane ninja Kagetora, trasportato in una metropoli contemporanea dopo essersi dolorosamente separato dalla principessa che avrebbe dovuto proteggere. Il rapporto che si viene a creare tra lui e Beni è dunque carico di spunti e ambivalenze: non solo Beni assomiglia incredibilmente alla principessa, ma è anche il primo incontro di Kagetora nel mondo moderno, il suo appiglio nel non-sense che lo circonda.
Il ninja nutre un fortissimo senso del dovere verso la padrona, che rappresenta per lui l’esistenza più preziosa al mondo, da tutelare a ogni costo. Dal canto suo, Beni ravvisa nel ninja una persona a lei simile e complementare, un solitario smarrito e diffidente, e vorrebbe avere con lui un rapporto più semplice e alla pari. Il loro rapporto cresce sebbene ostacolato ugualmente dal passato e dal presente, dai vecchi nemici di Kagetora come dall’autoritario capofamiglia Fujiwara. Dovrà passare quindi molta acqua sotto i ponti prima che i due possano osare superare i limiti imposti dalla società, e nel frattempo a far calare gradualmente l’attenzione sarà la mancanza di originalità e mordente della serie.
I due protagonisti sono senza dubbio accattivanti ma mancano di quel guizzo di personalità che possa distinguerli dai loro predecessori; anche dal punto di vista grafico non si riscontra nulla di più che una generale successione di tavole pulite, sguardi languidi ed espressioni ed espedienti già incontrati più di una volta. Nulla di particolare da segnalare dunque, siamo di fronte a una serie incentrata su un rapporto padrone-servitore a cui fa da contorno una serie di viaggi nel tempo e una serie di osteggiatori uno più antipatico e improbabile dell’altro.
Una lettura discreta che si mantiene dignitosamente nei ranghi del suo sottogenere, concedendo qualche piccola soddisfazione senza voler inseguire toni e obiettivi troppo ricercati.
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