Recensione Manga – Slow Step di Mitsuru AdachiA cura di Spaced jazz (review) e Martina (info e grafica), immagini fornite da Iscariote
Titolo: Slow Step
Autore: ADACHI Mitsuru
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 7, concluso
Anni di serializzazione: 1987-1991
Collana: Flower Comics
Rivista: Ciao
Riedizione: 4 volumi bunko nel 1995
:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 7, concluso
Inizio pubblicazione: Dicembre 2001
Senso di lettura: orientale
Distribuzione: edicola e fumetteria
Collana: Starlight, mensile, 3.10 Euro.
:: Anime (OAV) ::
Numero di episodi: 5 (30 min. ciascuno)
Anno: 1991
Regia: Kunihiko Yuyama
Character design: Tokuhiro Matsubara
Direzione della fotografia: Hisao Shirai
Direzione artistica: Mitsuki Nakamura
Musiche: Hiroya Watanabe
Produzione: Toho – Youmex – OB Planning
In Italia: è stato distribuito in VHS da Yamato Video nel 1993 e nel 1999.
Storia
Volume 1
Tokyo, seconda metà degli anni ’80. Minatsu Nakazato è una bella ragazza sedicenne dal carattere deciso e sfacciato (non per nulla il padre è un lottatore professionista…), studentessa al primo anno del liceo Asaoka, e stella del relativo club di softball (la variante femminile del baseball).
Minatsu abita in un condominio, l’”Utopia Tachibana”, e un mattino si imbatte in ascensore con un ragazzo appena trasferitosi nello stesso edificio. Uno strano tipo, che sta facendo ad alta voce le “prove generali” di una dichiarazione d’amore.
La scena si sposta alla scuola di lei, dove compaiono altri due dei protagonisti del manga. Il primo è Shu Akiba, compagno di classe e amico d’infanzia di Minatsu: un fannullone da nulla, la tipica simpatica canaglia, sempre pronto a fare il filo alla ragazza e a cercare scuse per evitare gli incontri di boxe del club di pugilato, di cui è incredibilmente membro.
Il secondo personaggio con cui facciamo conoscenza è Kango Yamazakura, venticinquenne professore e a tempo perso allenatore del club di softball (per il semplice motivo che gli piace Minatsu…), un tipo trasandato e dallo stile di vita “rilassato” come pochi altri, ma che ha un lato privato che gli studenti ignorano: una bambina adottiva, la figlia della sorella deceduta.
Una domenica Minatsu si imbatte in un gruppo di teppisti, che la ragazza aveva denunciato come responsabili di un investimento… la banda la segue a casa, quando per loro sfortuna compare il padre: una ritirata strategica è d’obbligo, ma giunti per strada costoro hanno la sfortunata idea di sfogarsi con un ragazzino, a cui corre in aiuto il misterioso ragazzo dell’ascensore… e il risultato è una seconda razione di legnate per i teppisti.
Sono giorni attivi per il club di pugilato: Yamazakura viene costretto dal preside (sorta di Chaplin versione “grande dittatore”) a divenirne il coach, pena la rinuncia anche al posto al club di softball, e si prepara la sfida al liceo Josei e alla sua famosa stella, il diciassettenne Naoto Kadomatsu… che si rivela, con grande sorpresa di Minatsu, nientemeno che il ragazzo dell’ascensore! Shu ovviamente finge un infortunio per evitare l’incontro di boxe, e il suo sostituto viene altrettanto ovviamente messo fuori combattimento senza spreco di sudore.
Caratteristica di Naoto è la testa fra le nuvole e, diciamo così, la scarsa brillantezza, tant’è che terminato l’incontro scambia Minatsu per la venditrice di banane del supermercato… inoltre veniamo a sapere che è alla ricerca di una moglie (“ho poco tempo”, dice), ma sfortunatamente le sue dichiarazioni terminano sempre con lui che si tira indietro per la sopravvenuta indecisione nei propri sentimenti.
Davvero un tipo strano: vive da solo e un giorno in cui ha l’influenza, alla ricerca di medicine, finisce per svenire in casa di Minatsu e, mentre lei lo assiste, a raccontare la propria storia parlando nel sonno.
A questo punto compare l’ultimo dei personaggi principali di Slow Step: Ayako Sawamura, ragazza scontrosa e perennemente imbronciata, che per il suo carattere ha la fama di teppista della scuola… Il solito Shu, complice un porta-pranzo caduto dalla finestra, mette nei guai Minatsu, ed entrambi finiscono presi a schiaffi da Ayako. Ma anche la Sawamura ha un debole, e il suo debole sembra incredibilmente chiamarsi… professor Yamazakura!
[Fine primo volume]
Nel secondo volume ecco una delle svolte narrative principali di questo fumetto: Minatsu si imbatte nuovamente nella banda di teppisti, ma con una semplice parrucca e un paio di occhiali riesce a camuffarsi e a sfuggirgli, se non che… Naoto la incontra, non la riconosce (un vero genio…) e se ne innamora… la ragazza divertita decide di stare al gioco e si presenta come Maria Sudo. E da ora in poi Minatsu, alternandosi fra la sua vera identità e il suo alter-ego segreto, finirà in non poche situazioni esilaranti…
ConsiderazioniPer Mitsuru Adachi il mondo dello shoujo manga non è certo sconosciuto, dato che nei primi dieci anni di carriera erano più le sue storie che finivano su “Shoujo Comic” che su altre riviste della Shougakukan.
Anche successivamente, con l’affermazione come mangaka di successo, Adachi ha continuato ad alternare più serie dal target diverso, fino appunto al periodo in cui ha realizzato Slow Step, che è l’ultimo dei suoi fumetti espressamente indirizzato a un pubblico femminile, se si eccettuano alcune storie brevi realizzate in epoca successiva.
Serializzato in 55 capitoli su rivista mensile (“Ciao”) fra il settembre 1986 e marzo 1991, e quindi raccolto in 7 volumi, Slow Step è dunque uno dei fumetti di Adachi degli anni ’80, ovvero di quello che possiamo considerare il decennio d’oro dell’autore, vista la qualità delle opere realizzate (Miyuki, Touch, Rough); ed è un ottimo manga pur se non al livello dei suoi capolavori.
Adachi è autore dal target trasversale, in cui la differenza di genere si fa assai sfumata, come ammette egli stesso: “Le classificazioni di genere spettano alla redazione e per me non sono molto importanti”.
In Slow Step ritroviamo infatti i soliti ingredienti di sempre: commedia e sentimenti (e sport, anche se in secondo piano nel nostro caso), la classificazione come shoujo è più giustificata dalla presenza della protagonista principale femminile che dall’aderenza ad altri stilemi tradizionali del genere.
Strutturalmente, vista anche la relativa brevità, non c’è una storia particolarmente elaborata o incentrata su eventi clamorosi, è invece una commedia degli equivoci basata sul quotidiano, in bilico fra comicità e approfondimento dei personaggi; lo sport ha invece un ruolo del tutto marginale, ai soli fini di utilità narrativa.
Proprio il lato comico è il fattore che salta immediatamente all’occhio: Slow Step è certamente uno dei lavori di Adachi più divertenti, per la riuscita delle gag e la brillantezza delle situazioni, tra l’altro con le solite e autoironiche incursioni dell’autore nel corpo del fumetto stesso, perennemente in lotta col redattore (vedi le tavole bianche per “mancanza di ispirazione”), e con i personaggi “attori” consapevoli dell’estro di questo mangaka (la protagonista, dopo la repentina apparizione di un serial-killer: “Ma questo colpo di scena è troppo improvviso” – e lui di rimando – “È per non sprecare carta con pagine inutili!”).
Il manga si muove quindi su due piani contemporanei: quello comico, sempre in piacevole evidenza, e quello sentimentale; la storia all’apparenza verte sul classico triangolo, con la protagonista, Minatsu Nakazato, lanciatrice della squadra di softball del proprio liceo, “contesa” da due ragazzi, Shu e Naoto, per colpa dei quali è costretta a interpretare anche il ruolo del suo esilarante alter-ego segreto, Maria Sudo. Completano il cast il giovane professor Yamazakura, all’apparenza uomo dalla vita trasandata e stravagante, la sua piccola figlia adottiva e Ayako, una studentessa invaghitasi di lui. Ma la trama si dimostrerà assai meno prevedibile di quanto sia lecito supporre.
Sotto l’aspetto tecnico i disegni rientrano nel classico e personalissimo stile dell’Adachi maturo, anche se non è certo il manga dalla maggiore elaborazione grafica disegnato dall’autore, soprattutto per quanto riguarda la cura dei fondali.
Slow Step è un manga un po’ sottovalutato dagli stessi appassionati del maestro nipponico. Apprezzato soprattutto per gli esilaranti momenti comici (sotto questo aspetto è sicuramente ai vertici fra la pluriennale produzione adachiana), è invece un’opera di ottimo valore anche sotto il profilo narrativo, discretamente originale e con una splendida caratterizzazione dei personaggi; ed è certamente una lettura consigliata a qualsiasi appassionato di commedia sentimentale.
L’edizione italiana, pubblicata da Star Comics, risale al 2001 e contiene, similmente a quella nipponica, anche una storia breve piuttosto astratta di una manciata di pagine, “Season”, originariamente pubblicata su Betsucomi nel 1983, mentre sono state curiosamente omesse alcune tavole che illustravano l’ideazione del manga, in cui appariva lo stesso Adachi.
Un commento sul finale (possibili spoiler)
La classicità del triangolo amoroso, e gli eventi narrati nel corso del manga, inducono il lettore a pensare che Slow Step alla fine si risolva con un innocuo finale aperto, vista anche la relativa freddezza dei sentimenti di Minatsu verso Shu e Naoto.
Ma ecco Adachi: in una manciata di pagine, nell’ultimo capitolo, realizza un epilogo – tanto sorprendente quanto coerente a una rilettura degli eventi – che cambia completamente le carte in tavola e il senso della storia.
Con Slow Step, infatti, Adachi realizza una delle sue migliori invenzioni narrative: ci porta a credere di leggere un certo tipo di storia per poi dimostrarci di aver parlato di tutt’altro, ovvero della nascita ed evoluzione di un amore all’apparenza impossibile, come già in altri suoi lavori come Miyuki e Jinbe.
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