A cura di Deda (logo e testi), Nimue (autrice) ed Emy (grafica)
Titolo originale: Mitsu X Mitsu Drops
Autrice: MINAMI Kanan
Categoria: Shoujo*
*a causa dei contenuti espliciti, il titolo è indicato per un pubblico maturo.
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 8 -concluso
Anno di pubblicazione: 2004
Rivista di pubblicazione: Sho-comi
:: Il manga in Italia ::
Titolo: Honey X Honey Drops
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 8 -concluso
Data pubblicazione: Marzo 2009
Edizione: edicola e fumetteria
Prezzo: E 4.20.
:: Curiosità ::
Esiste un adattamento OAV di questo titolo (due episodi rilasciati nel 2006) e un gioco per PS2.
:: L’autrice ::
Nata il 12 novembre 1979 nella prefettura di Saitama, debutta come mangaka nel 1999 con Mi no aru kanojo. Il suo stile di disegno appare rigido, spigoloso e poco aggraziato; i suoi personaggi maschili si distinguono per le enormi mani dalle lunghe dita polipose, e le sue protagoniste per i giganti occhi a finestra.
L’opera che l’ha resa famosa è il controverso Ren’ai Shijou Shugi, con cui Minami Kanan sale alla ribalta come una delle principali autrici di smut. La serie segna l’apice del periodo “amore, sesso e violenza carnale” degli shoujo manga: gli atti sessuali ritratti nella serie coinvolgono non solo i due protagonisti, ma anche compagni di scuola e personale scolastico.
Meno estremo (ma altrettanto discutibile) è Honey x Honey Drops, in italiano a opera della Star Comics. La serie successiva, Kyou, Koi wo Hajimemasu (Love Begins in Italia), l’ha confermata come una delle autrici shoujo più popolari del primo decennio del 2000, superando i 5 milioni di copie vendute in patria.
Storia
Renge (è il fiore del loto) può essere delicato, può essere profumato… può essere pericoloso: attenti al Renge d’estate!
In questo pericolosissimo Renge, nella fattispecie Renge Kai, incappa la povera Yuzuru che, per sbarcare il lunario, si è trovata un lavoretto estivo in un lussuoso hotel.
Purtroppo Renge e i suoi amici, che devono pagare la consumazione di un drink, si presentano più dispettosi del dovuto fino a farla inciampare e farle cadere i bicchieri in piscina. Yuzuru, che come Tsukushi Makino di Hanayori dango è più morta di fame della fame stessa, si tuffa a recuperare i bicchieri prima che si rompano e poi le tocchi pagarli. Infervorata, si volta ad affrontare i maledetti figli di papà, con un caratteraccio da erbaccia a noi noto (sempre Hanayori dango), ma viene presa pesantemente in braccio da Renge e portata nella sua camera. Yuzuru si dibatte e pensa al peggio, prova a opporre resistenza ma vede che il tizio, dopo averla provocata, invece la invita a farsi una doccia. Mah, forse non è così cattivo – pensa lei – magari mi ha tenuta stretta a quel modo perché si vedeva il reggiseno sotto la camicetta bagnata (e le avance gliele ha fatte per hobby e sport! NdDeda)! Lo ringrazia per l’uso della doccia e si rilassa – nel bagno di un perfetto estraneo – senza chiudere la porta.
Ovviamente, come da standard, la porta si apre e compare Renge a torso nudo che, avvinghiandola in un abbraccio poderoso, inizia a parlare di come farle pagare l’affronto. Leccandole un orecchio le sfila un orecchino e le mette uno dei suoi con un espertissimo gioco di lingua: è la nuova frontiera dello slinguazzamento!
Particolarità di questo orecchino è che solo i membri di una certa élite del liceo Hojo lo indossano, ciascuno col proprio emblema (hanno tutti nomi di fiori questi rampolli, come gli F4 di… Hanayori Dango) e solo i membri di questa élite, detta Kuge-ka, sanno come agganciare e sganciare l’orecchino.
Nonostante le terribili avances Yuzuru sente uno stano formicolìo, tuttavia reagisce e riesce a salvarsi: ritrovandosi l’orecchino all’orecchio pensa di doverlo restituire il giorno dopo a Renge e dirgliene quattro. È assodato che questi due vadano allo stesso liceo, lo si capisce dalla storia degli orecchini: ovviamente è un liceo piuttosto costoso e la famiglia di Yuzuru è messa male economicamente (e diciamo che nemmeno psicologicamente stanno messi bene, ma queste sanguisugose macchiette le scopriremo solo dopo). Il fatto che Yuzuru porti l’orecchino di Renge subito suscita reazioni strane (ammirazione e terrore) sia nella migliore amica di Yuzuru, che nel suo professore che le spiega candidamente che oramai lei è diventata una honey. Il sistema honey-master funziona così: a un certo punto della loro esistenza i rampolli della Kuge-ka (i master, i padroni) si scelgono, o viene loro affidato, un o una honey (un servo). Questi honey hanno il compito di sorvegliare e guidare questi rampolli affinché si diplomino. Il sistema offre l’opportunità agli honey di studiare senza pagare la retta della scuola, ma se dovesse fallire nel suo compito scatterebbe l’espulsione: honey drop (tuttavia c’è un altro metodo di espulsione di slam dunkiana memoria che si farà strada ben presto nella storia).
Inutile dire che al sentire nominare la retta gratis, Yuzuru si illumina d’immenso e le vengono gli occhietti a forma di yen! Purtroppo, la malcapitata ragazza non sa a cosa va incontro accettando il suo ruolo di honey. Renge è effettivamente bravo nello studio e nello sport e non avrebbe bisogno di un servitore di sorta: il tutto fa parte di un suo piano di ritorsione nei confronti della ragazza, che osa reagire in sua presenza.
Inutile a dirsi che qui scatta un fenomeno simile al “sono il tuo padrone, obbediscimi schiava!” inventato da Ryoki Tachibana in Hot Gimmick. E certo Yuzuru non è sempre indifesa ma è spesso costretta ad accondiscendere ai desideri di lui – quasi sempre a sfondo sessuale – e inizia una spirale discendente di “furto” del primo bacio, somministrazione di medicine per via orale (con bacio), mani che si infilano poliposamente ovunque… fino a sfiorare le vere e proprie molestie sessuali, che in alcuni casi disturbano Yuzuru e in altri hanno un effetto di straniamento (ha le vertigini e finisce in infermeria, sente strani formicolii… e dice frasi del tipo “questo tizio si vendica su di me con i baci, è davvero il peggiore… però cos’è questa strana sensazione?” : sindrome di Stoccolma, ovviamente!).
Arriva il momento dell’honey drop, con tanto di inserimento di terzo incomodo in amore, gemelle diaboliche e partita di basket per decidere l’espulsione della honey (anche questa di hanayoridangoiana memoria), che permettono a Yuzuru di arrivare illibata alla fine del primo volume ma non si può garantire certo per il secondo.
Considerazioni
Dal secondo volume, nella storia, vengono spiegati altri particolari del passato del sistema master-honey e sul passato dei personaggi, ma personalmente non trovo tutto questo grande spessore nella cosa e i vari dettagli sono il solito guazzabuglio di complicazioni, rivali in amore (figura che dovrebbe essere abolita per quanto è inflazionata) ed elementi soap operosi degni di un famigerato “Evil twin” (il gemello diabolico) o un trapianto di cervello, per quanto sono fantasiosi!
Niente di nuovo sul fronte orientale dunque per quanto riguarda trama e personaggi: del resto, anche solo dal riassunto, si nota come questo manga abbia preso elementi da manga di successo – e in voga – e li abbia mescolati in quello shaker per cocktail chiamato “genere smut”.
Di fatto abbiamo personaggi in rapporti del tutto simili a quelli di Hanayori dango, con patti simili a quelli visti in Hot Gimmick, personaggi secondari tipici degli shoujo: come i gemelli perfidi (Host Club), il meganekun (il ragazzo con gli occhiali), il tizio comprensivo stile principe che veste sempre in kimono. Un compendio di cose viste e riviste, ma molti manga sono così al momento, giusto?
Ovviamente, non è quello che si racconta ma come lo si fa a decretare il successo della serie.
Prendiamo Ouran Host Club: sfrutta i cliché tipici dello shoujo per creare una commedia ironica e slapstick in maniera leggera e fruibile nel suo genere. Honey x Honey Drops questa capacità non ce l’ha. Ha momenti comici ma non sono novità, manca di autoironia, e gli screzi e gli scontri tra i due protagonisti (che potrebbero essere schermaglie amorose) non sono originali (come quelle di Lovely Complex, magari): tutto ciò che tiene in piedi la storia è proprio lo smut.
Ecco l’idea geniale: prendiamo Hanayori dango… e se Tsukasa invece di limitarsi ad assalire Makino una volta sola, l’aggredisse sempre? Ecco che viene fuori Honey x Honey Drops.
Ma cosa non funziona? Be’, in Hanayori dango l’aggressione di Tsukasa a Makino è un fatto grave, che la Kamio presenta e condanna per farci odiare il personaggio e farci capire quanto pericoloso possa essere Domyouji.
Qui no: Renge mette nei guai Yuzuru e la salva in un saliscendi di emozioni di cui solo una tellina potrebbe subire il fascino. Renge vessa fisicamente Yuzuru, la tocca contro la sua volontà, la fa piangere, poi si pente e fa qualcosa per tirarla su di morale e lei pensa: wah, mi tira su di morale!
Un attimo, riavvolgiamo il nastro e rivediamola ‘sta cosa! Signorina, chi ti tira su il morale non è un salvatore che passava di là per caso: è quello che ti aveva vessata due minuti prima. Se non ti avesse vessata non ci sarebbe stato bisogno di tirarti su di morale, o no?
Quindi quest’uomo gioca al famoso gioco “buon poliziotto/cattivo poliziotto” dei film americani… da solo! Fa il cattivo e poi fa intervenire il buono a salvare la pulzella… da solo! Insomma, se la canta e se la suona!
Yuzuru ci viene presentata come una ragazza piuttosto indipendente, intelligente, piagata da una famiglia identica a quella di Tsukushi Makino (che la costringe ad accettare il ruolo di honey così loro possono vivere meglio!): insomma una ragazza che tutto sommato sembrava riuscire a resistere, ribellarsi e respingere il tizio (nonostante faccia la doccia nella camera di un perfetto sconosciuto senza chiudersi a chiave – e questo è cercarsela di brutto…). Ecco che Yuzuru, tanto sveglia e intelligente, cade nel giochino yo-yo del cattivo renge/bravo renge che le infila le mani ovunque, le ruba il primo bacio, la fa sentire male diverse volte, la fa piangere e la umilia… e non ha nessun diritto di farlo perché alcune sono vere e proprie molestie sessuali che la ragazza è costretta a subire!
Ora qui si entra in un campo minato, un argomento troppo delicato da affrontare nella recensione di un manga: cosa sia lecito o non lecito fare in amore.
Ma viene da domandarsi fino a dove possiamo dire: vabbe’, ma è solo un fumetto? Fino a che punto la parola fumetto rende giustificabile il comportamento sessualmente aggressivo di un uomo, se lei non è consenziente?
Per quanto riguarda i disegni, la difficoltà a reperire un’illustrazione che funzionasse per creare il layout di questa sezione, secondo me parla chiaro. Ovviamente le pagine sono a impatto, con inquadrature a effetto, i soliti infiniti, ripetitivi primi piani… ma lo stile di questa donna può anche piacere, è normale: è creato per questo genere di manga. Tuttavia, tecnicamente parlando, la Kanan è molto debole.
Ha seri problemi a mantenere costanti i tratti somatici del viso dei personaggi se, passando dal profilo o dalla visione frontale (che sfrutta fino all’osso), si girano di tre quarti o guardano altrove. I nasi e gli occhi si spostano. Soprattutto lo sguardo dei personaggi perde di vitalità e fuoco a seconda delle inquadrature (per cui si hanno sguardi vuoti e spenti, volendo, e occhi strabici che ci fanno chiedere: ma dove sta guardando sta tizia?). Le mani enormi dei personaggi, poi, spaventerebbero chiunque!
Gli sfondi sono abbastanza curati: decisamente il cast tecnico di sostegno alla mangaka (gli assistenti) sa fare il suo mestiere. Tuttavia, si nota un miglioramento di questa autrice negli anni e lo scemare via via di pose sgradevoli e poco comode, che si notavano maggiormente nelle sue opere precedenti. Il tratto si sta ripulendo e rendendo chiaro e questo aiuta l’aspetto commerciale, ma solo in bianco e nero. A colori c’è ancora molta strada da fare.
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