A cura di Emy (testi) e Martina (immagini)
Titolo originale: Kantoku Fuyuki Todoki
Titolo internazionale: Insufficient Direction
Autrice: ANNO Moyoco
Categoria: Josei
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shodensha
Numero di volumi: 1 -concluso
Anno di pubblicazione: 2005
Rivista di serializzazione: Feel Young
:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Dynit
Collana: Showcase
Numero di volumi: 1 -concluso
Pubblicato nel mese di: Maggio 2019
Distribuzione: fumetteria
Prezzo: 15.90 euro, 176 pagine b-n.
:: Anime ::
Nel 2014 sono stati trasmessi in Giappone 13 episodi ispirati a questo manga, realizzati da Studio DLE e diretti da Azuma Tani: Rompers è doppiata da Megumi Hayashibara.
Storia
Tutti sanno del matrimonio tra Moyoco Anno (nota mangaka) e Hideaki Anno (regista delle serie animate Nadia il mistero della pietra azzurra ed Evangelion)… ma come sarà la loro vita quotidiana? Grazie a questo manga umoristico potrete scoprirlo. Nel volume si racconta infatti della vita di due perfetti otaku che passeggiano cantando sigle di anime o imitano le trasformazioni di famosi personaggi… nel bel mezzo di in un raffinato negozio di Shibuya!
Episodio 1. Rompers (alter ego di Moyoco Anno in questa biografia a fumetti: ha l’aspetto di una poppante calva) calpesta senza volere un giocattolo lasciato fuori posto da Kantoku (significa “regista” ed è l’alter ego fumettistico di Hideaki Anno: ha l’aspetto di un uomo di mezza età con occhiali e pancia prominente). I due si apprestano a scegliere l’abito da sposa cantando Lancillotto 008. Mentre Rompers in qualche modo riesce a trovare ciò che cerca, Kantoku per la cerimonia nuziale ha già deciso di indossare la tuta di Kamen Rider. Al matrimonio i neosposini distribuiscono dōjinshi (fanzine) agli invitati. Rompers si chiede se sarà una buona moglie otaku, Kantoku comincia a riempirla di dvd di vecchi super sentai o anime (per esempio La Corazzata Yamato) da visionare: questa donna deve allenarsi e lei ne è consapevole, perché sa perfettamente che Kantoku “è conosciuto come uno dei quattro re celesti otaku del Giappone”!
Rompers si appresta quindi a sottoporsi all’allenamento imposto dal consorte. Tuttavia in un matrimonio che si rispetti entrambe le parti devono scendere a compromessi, perciò se da una parte Rompers deve migliorare la propria conoscenza di manga, anime e super sentai, Kantoku dovrà darsi una regolata circa il proprio stile di vita: lavarsi con regolarità, evitare di nutrirsi di schifezze, fare attività fisica per diminuire la percentuale di grasso corporeo… in fondo, tra pose otaku e cori di sigle animate, sono una normale coppia di coniugi. O no?
Considerazioni
Mi accingo alla lettura dell’edizione italiana di Insufficient direction. La prima cosa che noto è la fascetta, che recita “La vita otaku del creatore di Evangelion”. Certo, capisco che una fascetta del tipo “L’ultima imperdibile opera di Moyoco Anno su suo marito” avrebbe attirato solo me. Tra i due, è senz’altro Hideaki Anno il personaggio più popolare.
Apro il volume e leggo l’avviso “Questo fumetto è un’opera di finzione: ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale”. Tra fascetta e avviso colgo una contraddizione, ma c’è una spiegazione che sarà chiarita alla fine del volume.
Finalmente leggo gli episodi di questo manga. Le scenette di vita quotidiana di Rompers e Kantoku sono spassose, ma solo per chi sia disposto a calarsi nella quotidianità di un otaku, anzi due, e pure sposati. Mentre Rompers a volte oscilla tra la consapevolezza di essere otaku e la scarsa voglia di ammetterlo (esemplare il passo in cui dice che lei non è solo una otaku, ma anche una moglie rispettabile che ha un ruolo come membro della società…), Kantoku è inamovibile nel suo essere otaku: egli è ciò che è e non c’è verso di fargli cambiare il suo stile di vita, al massimo può “ammorbidirlo” quando viene incontro alle richieste della moglie. Ripeto, gli episodi si gustano se non si è in cerca di una trama riccamente articolata: qui troverete le schermaglie di due otaku che hanno trovato il modo di imbastire una relazione a colpi di action figure di Kamen Rider e francobolli dei Gatchaman.
Io mi sono divertita eppure mi sono trovata a riflettere su che cosa significhi realmente essere otaku. Non significa soltanto leggere manga o guardare anime, ma soprattutto lasciare che la propria vita sia “guidata”, attraversata da questo tipo di passione, che dà senso all’esistenza. Perciò dire ad alta voce la frase dell’eroe preferito o cantare il ritornello dell’anime che ha incantato da piccoli dà valore all’attimo vissuto.
Fondamentale è risultata la guida alla fine del volume, senza la quale avrei avuto difficoltà a orientarmi tra tanti titoli a me ignoti (infatti solo alcuni di questi titoli sono arrivati in Italia, per cui immergersi nel mondo otaku giapponese è un’esperienza che appare del tutto nuova, anche a chi segue/ha seguito i manga e gli anime in Italia).
A ogni modo, ciò che mi ha reso felice dell’acquisto del volume è l’intervista finale a Hideaki Anno. Qui apprendiamo che è stato lui a chiedere di inserire la frase succitata (“Questo fumetto è un’opera di finzione: ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale”), per rendere chiaro a tutti i lettori che questo manga è un’opera a metà tra fantasia e realtà. Naturalmente, lo slice of life non può riportare interamente quanto accade: esistono esigenze narrative che spingono nel senso dell’invenzione fantastica. E poi Hideaki Anno sgancia la bomba quando scrive:
“…la parte straordinaria dei fumetti di Moyoco è che non sono opere di evasione della realtà (…). Quelli di mia moglie sono opere che lasciano al lettore, dopo che è riemerso dalla lettura ed è tornato alla realtà, una sorta d’energia. Le persone che le leggono non si rifugiano in se stesse, ma viene loro voglia di sprigionare quell’energia e agire. Sono manga che tirano fuori quella forza. (…) Lei è così, vive così. Ed è per questo che è in grado di scrivere in quel modo (…) Lei, nei suoi lavori, è riuscita a realizzare quello che io non sono riuscito a esprimere fino in fondo in Evangelion. Per me è stato un vero e proprio shock.”
E ancora:
“In mezzo a tantissimi manga che trattano in modo superficiale tematiche che vanno di moda, Moyoco continua a impegnarsi e a disegnare da sola, rimanendo fedele al proprio stile e alla propria originalità. Per me, una moglie così è fantastica. Ha più talento di me e credo che sia perché ho una grande stima di lei anche come autrice, che riusciamo a stare insieme.”
Ora: posto che si potrebbero addebitare alla galanteria di un marito verso la propria moglie, sta di fatto che queste parole esprimono perfettamente ciò che ho sempre pensato di Moyoco Anno. Le sue opere hanno un’energia speciale, la forza dissacrante di far emergere le contraddizioni che animano gli esseri umani (e le donne in particolare). Che poi è il motivo per cui, tra i due, io ho sempre seguito Anno Moyoco anziché Anno Hideaki. Inoltre, mi sono un po’ commossa perché ho avuto l’impressione che mi arrivassero la stima e l’affetto reciproco di queste due persone che si conoscono e si accettano per ciò che sono, sostenendosi a vicenda come di norma dovrebbe accadere in un matrimonio.
Nonostante sia un insieme di strisce volte a illustrare la straordinaria ordinarietà di due otaku, e non un vero e proprio story manga, anche quest’opera di Moyoco Anno mi ha trasmesso l’energia giusta per affrontare il quotidiano. E mi ha fatto venire voglia di rivedere Nadia ed Evangelion.
Che si sia otaku o no… Più Anno per tutti, per un mondo migliore!
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