Recensione Manga – Quanto costa la felicità? (Shiawase ikura de kaemasu ka?) di Maki Usami

A cura di Giorgia-bi (testi) e Sayoko (grafica)

Titolo originale: Shiawase ikura de kaemasuka?
Autrice: USAMI Maki
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shougakukan
Numero di volumi: 2 -concluso
Anno di pubblicazione: 2005
Rivista di pubblicazione: Betsucomi

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Quanto costa la felicità?
Casa editrice: Flashbook
Numero di volumi: 2 -concluso
Inizio pubblicazione: Novembre 2009
Distribuzione: fumetteria
Collana: Girls Garden
Prezzo: 5,90 euro.

Storia
Orfana di entrambi i genitori fin dalla tenera età, la liceale Kiri è cresciuta sotto le cure di una nonna amorevole e un po’ eccentrica. Quando anche l’anziana signora si ammala e muore, Kiri si ritrova completamente sola al mondo… o quasi.
Il giorno dei funerali la ragazza si ritrova infatti a essere contesa per la prima volta nella vita: da una parte c’è la legittima proposta dello zio di trasferirsi con lui e la sua famiglia, dall’altra la stravagante entrata in scena di un giovane stralunato che afferma di essere stato nominato tutore di Kiri dalla nonna in persona.
Il giovane trasandato si chiama Shiina, e come emerge ben presto è effettivamente legato alla famiglia di Kiri da un patto d’onore che riguarda un elemento comune a tutti: la musica. Kiri è infatti figlia di due bravissimi professionisti, e ha respirato le sette note fin dalla nascita. Tuttavia, non essendo un talento naturale e non reggendo le eventuali aspettative dei familiari, ha preferito esprimere il proprio senso artistico nel disegno (con risultati peraltro discutibili).
Shiina è apparentemente tutto ciò che Kiri avrebbe voluto essere: un vero talento, celebrato dai media già in tenera età, e oltretutto una persona stimata a tal punto da sua nonna da nominarlo addirittura suo tutore.
In un primo momento Kiri prova una sorta di repulsione per Shiina, al punto di preferire la prospettiva di trasferirsi dallo zio… ma a Shiina basterà varcare la sua porta di casa per conquistarla con la sua spontaneità e la sua vena di follia. Ben lontano dall’essere un presuntuoso, Shiina si prenderà cura della ragazza infondendole sicurezza e coraggio a modo suo, accompagnandola in un momento delicato e facendole scoprire nuove emozioni.

Considerazioni
“Ricorda che la cosa più triste nella vita è il talento sprecato”, ci ammoniva Robert De Niro nel suo ‘A Bronx Tale’. Non so per quale forma di collegamento mentale, ma questa frase mi è venuta in mente più volte mentre leggevo questo two-shot di Maki Usami, e l’ho trovata in linea sia con la trama che con la valutazione globale del fumetto.
Quanto costa la felicità? parla di talenti musicali e di scelte di vita in funzione (o a discapito) della completa realizzazione di quegli stessi talenti. Kiri è figlia di due bravi musicisti, e ancor prima di rimanere orfana ha sentito il bisogno di cercare se stessa in altre forme d’arte per non rimanere un’eterna seconda.
Shiina è invece un genio, un compositore e un virtuoso come pochi, ma sembra voler rinunciare a tutto per prendersi cura degli altri. L’incipit del fumetto presenta non pochi punti di déja-vu, vista la recente proliferazione di titoli legati al mondo della seconda arte, e vista l’assenza di un tratto che renda possibile distinguere – in positivo o in negativo – la mano della Usami: anche se non avete mai letto una sua opera, vi sembrerà di aver già incontrato le sue linee.
Ciononostante la narrazione dimostra inizialmente un certo potenziale, grazie al carisma del personaggio di Shiina e alla tacita promessa di toni e sviluppi in linea con le premesse. Ci si aspetterebbe quindi un titolo di un certo peso, magari non eccessivamente maturo vista l’età della protagonista, ma perlomeno coinvolgente e ispirato.
Inutile menare il can per l’aia: le aspettative che possono sorgere dopo la lettura dei primi due o tre capitoli sono destinate a franare miseramente una volta proseguita la lettura. Anziché sviluppare le dinamiche interne alla coppia di protagonisti o il loro rapporto con l’arte, l’autrice sceglie di mettere in scena un siparietto volto a introdurre – ci credereste? – una rivale in amore.
Gli otto capitoli che compongono l’opera finiscono così per sembrare una buona occasione sprecata, e un’idea che poteva dare vita a una lettura piacevole finisce per essere sacrificata sull’altare della mediocrità. Lasciate trascorrere qualche settimana dalla fine della lettura, e vi accorgerete di ricordarne solo l’inizio: il resto si confonderà con le dozzine di shoujo scolastici e sentimentali che affollano le fumetterie.

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