OOSHIMA YUMIKO 大島弓子
A cura di Emy e Martina
IL FAVOLOSO GRUPPO 24
(HANA NO 24 NEN-GUMI)
Siamo intorno alla metà degli anni ’70. Un gruppo di artiste sta per conquistare il cuore e stregare le menti degli shoujo-manga fan dell’arcipelago. Inizia un movimento rivoluzionario: uno stile nuovo e altamente sofisticato di fare manga. Tra i loro nomi emergono le quasi sconosciute (in Occidente) Keiko Takemiya, Moto Hagio, Yumiko Ooshima, Ryouko Yamagishi: ognuna di loro reca un proprio stile, porta avanti proprie idee, eppure c’è qualcosa che le accomuna tutte.
Erano nate tutte quante intorno all’anno 24 dell’Era Showa: il 1949.
Yumiko Ooshima
Yumiko Ooshima, nata il 31 Agosto del 1947 nella Prefettura di Tochigi, debutta con Paula no Namida (Le lacrime di Paula) nel 1968, su “Weekly Margaret”.
Al pari della Hagio, della Yamagishi e della Takemiya, oggi è considerata una delle regine degli shoujo manga ed è famosissima in Giappone, dove è nota per la visione spirituale, intimista del mondo che emerge dalle sue opere attraverso un’attenta analisi della psiche umana, la forma dell’io narrante e una grafica minimale.
Come scrive Rachel Thorn, la Ooshima “narrando di temi profondi e disturbanti attraverso eventi e narrazione eccentrici, cattura il lettore facendogli credere che quella che sta leggendo è una storia divertente, con eventi senza senso, poi all’improvviso lo lascia in lacrime”, generando una continua sorpresa dalla pagina iniziale a quella finale. Pare che lei stessa sia una persona molto eccentrica. Anziché cimentarsi in serie interminabili, quest’autrice ha preferito dedicarsi ai racconti brevi: ve ne sono un’infinità che portano la sua firma, raccolti in numerose antologie, continuamente esaurite e ristampate in Giappone. Il suo unico shoujo manga di una certa lunghezza è Wata no kunihoshi (noto anche come Wata no kuniboshi), che nel 1979 ha vinto il Kodansha Manga Award, e di cui esiste anche una versione animata. La nota scrittrice Banana Yoshimoto ha dichiarato di essere profondamente influenzata dai lavori di quest’autrice, e non è certo l’unica: anche noti musicisti e registi traggono ispirazione dalla sua poetica, difatti alcune opere della Ooshima hanno ispirato film con attori in carne e ossa, e neanche il mondo dell’animazione ha disdegnato -come già sottolineato- il suo lavoro più celebre, Wata no Kunihoshi. È superfluo aggiungere che, ai fini di una reale comprensione degli shoujo manga, è indispensabile leggere almeno un lavoro della Ooshima (cosa che ovviamente vale anche per la Hagio, la Yamagishi e la Takemiya… forza editori italiani!).
Live
SUMMER HOLIDAY EVERYDAY; KINPATSU NO SOGEN
Nel 1996 Shusuke Kaneko (regista di una trilogia su Gamera, nonché di Summer Vacation 1999, film tratto da Thoma no shinzou di Moto Hagio) ha portato a termine “Summer holiday everyday”, un film di 94 minuti che ha partecipato al Japanese Film Festival. Il film è l’adattamento del manga della Ooshima Mainichi ga natsuyasumi: in effetti le storie della Ooshima suscitano spesso l’interesse di registi, scrittori e compagnie teatrali, che cercano di rielaborarle o di adattarle per medium diversi dal fumetto.
Per esempio, tratto da un’opera della Ooshima è “Across a gold prairie” (Kinpatsu no sogen), diretto dal promettente Isshin Inudo nel 2000, incentrato su un anziano ottantenne che un giorno crede di essere un ventenne e si comporta come tale.
La trama di “Summer holiday everyday” vede invece come protagonista la famiglia Rinkaiji, il cui equilibrio precipita quando il padre Nariyuki perde il suo lavoro in una prestigiosa compagnia. La madre, Yoshiko, nel contempo vede crollarsi il mondo addosso quando scopre che la figlia, Sugina, segretamente ha smesso di andare a scuola. Per ripristinare lo status quo, il padre decide di fondare una propria compagnia e di dirigerla assieme alla figlia: all’inizio le cose non vanno bene, anche a causa della sua ex-moglie e dell’ex-marito di sua moglie, ma poi la compagnia ha successo al punto di diventare una major, e Sugina un’affermata businesswoman!
Anime
Wata no Kunihoshi
Nel 1984 viene prodotto un film animato di 90 minuti tratto da Wata no Kunihoshi. Nel film, Chibi-neko è accolta in casa da un uomo, la cui moglie però odia i gatti: questo le causerà numerose disavventure. L’anime è ben realizzato, lo staff è quello della Tezuka Productions, la colonna sonora è del celebre pianista Richard Clayderman. Nella versione animata si è cercato di afferrare alcune delle profonde riflessioni dell’opera originaria e, nonostante i suoi limiti, dovuti all’anno di realizzazione, è ben degno di visione.
Links
Segnaliamo la preziosa pagina di Kuniko Tomita, dove tra l’altro potrete trovare il database delle opere della Ooshima nonché la sinossi dettagliata di Banana Bread Pudding:
MANGAYOMI
Opere
Quella che segue è una breve carrellata comprendenti le principali opere di quest’autrice (la cui bibliografia è immensa, esattamente come per le altre esponenti del Gruppo 24). Mai come in questo caso, comunque, non ha molto senso descrivere i plot di base… bisognerebbe leggere direttamente gli originali, o un buon adattamento dei medesimi. Questo vale per qualsiasi fumetto, certo, ma a maggior ragione per quelle opere che cercano di rinnovare un linguaggio espressivo a livello formale, come appunto le opere della Ooshima. La grafica chiara ed essenziale di quest’autrice lascerebbe interdetto chi non potesse leggere i testi delle sue storie!
TANJOU! (“Nascita!”)
Shueisha, 1970-71
All’inizio della carriera la Ooshima realizza per il settimanale “Margaret” diverse opere brevi e melodrammatiche, tra queste Tanjou suscita un certo scalpore in quanto tratta della gravidanza di una ragazza delle superiori.
Asami, giudicata severamente sia a scuola che in famiglia, è decisa a far nascere il bambino mentre il ragazzo che ama, Takashi, promette di sposarla quando avrà terminato le superiori. Nello stesso periodo, la migliore amica di Asami scopre di essere stata adottata dopo il suicidio della vera madre, allora una studentessa della sua stessa scuola. Quando Takashi muore in un incidente stradale, Asami, in preda alla disperazione, medita il suicidio; Rei, che prova una sorta di empatia con il bambino che l’amica deve partorire, intende suicidarsi assieme ad Asami buttandosi dalla terrazza dell’ospedale. Tuttavia… (by Martina S.)
MIMOSAKAN DE TSUKAMAETE (Troviamoci al Mimosakan)
Shueisha, 1973, vincitore del premio dell’Associazione dei fumettisti giapponesi – Nihon mangaka kyoukai.
Protagonista è Haruko, una nuova insegnante di una scuola superiore, che decide di stabilirsi alla pensione Mimosa. Proprietario è un ragazzo, un giovane che le propone un affitto basso a una condizione: ogni sera lei dovrà aiutare a preparare la cena. Haruko accetta e la mattina successiva, quando inizia a lavorare nella nuova scuola, scopre che il ragazzo, Arei, è uno studente della sua classe… (by Martina S.)
ICHIGO MONOGATARI (Storia di Ichigo)
Shougakukan, 1975, 2 volumi
Ichigo è una quattordicenne cresciuta in Lapponia ma per metà giapponese. Dopo la morte del padre, l’unico parente che le era rimasto, Ichigo si trasferisce in Giappone con l’intenzione di sposare Ikuta Rintaro, un ragazzo che aveva conosciuto in Lapponia. Viene quindi ospitata dalla famiglia Ikuta, che comprende il padre di Rintaro, uno scrittore, e il fratello maggiore Moritarou, studente universitario. Poiché non è in grado di leggere i kanji, Ichigo deve frequentare le elementari, mentre la sua scarsa familiarità con la cultura e le usanze giapponesi genera fraintendimenti e confusione. Tuttavia le persone che la circondano incominciano a volerle bene poiché è una ragazzina gentile, sincera e di salute cagionevole. Anche Rintaro incomincia a provare affetto per Ichigo, tuttavia le condizioni fisiche della giovane peggiorano… (by Martina S.)
WATA NO KUNIHOSHI (La stella del paese del cotone)
Hakusensha, 1978, 7 volumi.
Anche noto come “Wata no Kuniboshi” (Il pianeta del paese del cotone). Al centro della storia troviamo Chibi-neko, una gattina bianca, che però graficamente è raffigurata come una (deliziosa) bambina con orecchie e coda feline. Sia nel manga che nell’anime soltanto lo spettatore/lettore è in grado di sentire le frasi di Chibi-neko, ma i personaggi con i quali interagisce sentono miagolii. Questo è uno degli elementi che ritornano spesso nelle storie della Ooshima: da una parte c’è una visione “oggettiva” del personaggio come effettivamente è, dall’altra una visione “soggettiva”, cioè del personaggio come vede se stesso. Le storie consistono in avvenimenti ordinari, di vita quotidiana, ma esaminati dal punto di vista di Chibi Neko. Secondo quel che dice Rachel Thorn, questo titolo, considerato di capitale importanza nella storia dello shoujo manga, “può essere stimato in diversi modi: come una semplice, divertente, commovente storia di formazione, oppure, a livello più profondo, come un’opera in cui confluiscono penetranti intuizioni sul significato di “essere una ragazza”, o “una donna” o una “madre”, o ancora una metafora sugli aspetti più spaventosi del crescere”. Di “Wata no kuniboshi” è uscito nel 1980 un Image Album, ossia un CD con musiche ispirate al manga, composto dai Moonriders e prodotto da Keiichi Suzuki.
BANANA BREAD NO PUDDING (Banana Bread Pudding)
Shueisha, 1978, 1 volume.
Considerato altro must della Ooshima, tratta in chiave surreale delle paure di una ragazza in crescita. La giovane Ira Miura si sente troppo triste perché sua sorella Sara l’indomani si sposerà. Così decide di sposarsi anche lei, e con il suo uomo ideale, cioè un gay che si sente colpevole di essere gay (…). Crede di averlo trovato in Touge, fratello di una sua amica, ma si sbaglia e quando scopre la verità decide di sposarsi col paterno professor Niigata, ma finisce col ferire sia lui che Touge. Tutto questo accade mentre Ira sta cercando di sfuggire a un goblin che nei suoi sogni è intenzionato a mangiarla… la comprensione e l’affetto di Touge l’aiuterà ad accettare se stessa e a superare le sue paure.
TSURUBARA TSURUBARA (Rosa rampicante, rosa rampicante)
Kadokawa Shoten (Asuka Comics), 1988, 1 volume.
Raccolta di tre storie brevi: sono episodi di vita quotidiana, narrati con il consueto stile intimista della Ooshima ed espressi dall’ancor più consueta grafica minimale.
GOO GOO DATTE NEKO DEARU (C’è un gatto che si chiama Goo Goo)
Kadokawa Shoten, 2000, 1 volume.
Di quest’opera Kuniko Tomita scrive: “nel 1995 il gatto della Ooshima, Sava, morì; in seguito la Ooshima sviluppò forme di inappetenza e di insonnia, finché non comprò un gattino, che chiamò Goo Goo. La terapia di Goo Goo la aiutò a superare la morte di Sava: da qui il titolo”.
Gallery
Cover/Illustrazioni
Shichigatsu nanoka ni (1976)
Natsu no owari no to tanchou (1977)
Tasogare wa ouma no jikan (1979)
Uraniwa no saku wo koete (1981)
Anime: Wata no Kunihoshi
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