A cura di Livio (testi) ed Emy (grafica)
Titolo originale: Satanister
Autore: MIKAMOTO Rei
Categoria: Josei
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Bunkasha
Numero di volumi: 5 -concluso
Anno di pubblicazione: 2006
Rivista di pubblicazione: Horror M
:: Il manga in Italia ::
Titolo: Satanister
Casa editrice: J-Pop
Numero di volumi: 5 -concluso
Pubblicato a partire da: Giugno 2009
Distribuzione: solo per fumetteria
Prezzo: 5,90€.
Storia
Capitolo 1
Viola è una ragazza apparentemente normale, come altre della sua età, ma la sera ha appuntamento in chat con degli sconosciuti con i quali sta organizzando un suicidio collettivo.
Il giorno decisivo è arrivato, e all’incontro sono tutti presenti, compresa la gentile e simpatica Valkyrie: la ragazza ha portato dei gelati per tutti, inoltre la sua aria allegra ed eccitata non suggerisce minimamente alcuna volontà suicida…
Le sue intenzioni divengono più chiare ben presto: i gelati offerti contengono del sonnifero, e al risveglio quello che aspetta i malcapitati è un gioco di sopravvivenza. Travestiti da coniglietti, devono riuscire a scappare dalla collina dove si svolge il gioco, e salvarsi dalle trappole disseminate sul percorso e dalla furia omicida di Valkyrie…
Capitolo 2
Prosegue il sadico gioco di sopravvivenza, arricchito da dosi di humour nero: il terreno di sfida è a colpi di ping-pong, e sul campo non c’è in gioco solo la vita ma anche l’orgoglio: Mugiko è innamorata da tempo del bel Kirito, il quale però – come da copione – preferirà le avance della sua (ormai ex, suppongo!) amica Nao. Il giorno di capodanno non potrebbe iniziare peggio? E invece no, almeno finché non interverrà la sadica Valkyrie ad addormentare con del gas i ragazzi e a risvegliarli nell’ormai famoso campo da gioco…
Capitolo 3
Fa la sua comparsa, a partire dal capitolo 3, la Satanister del titolo: colei che finora abbiamo chiamato Valkyrie è in realtà una suora votata al culto del demonio, Sorella Satanica appunto. A lei si rivolgono persone bisognose di aiuto e di consigli… di natura molto pratica! Infatti, la soluzione ai problemi è per la Satanister immediata e semplice: basta far fuori il nemico in maniera rapida e veloce, come consiglia a Sawamoto, che, da poco trasferita nella nuova scuola, è presa di mira dai bulli, e parlandone in confessionale, riceve dalla sorella nientemeno che una fascia chiodata per stendere con un pugno ben assestato i suoi nemici e poi, eventualmente, perdonarli… sconvolta dal pragmatismo della donna, la ragazza scappa dalla chiesa ma verrà presto a conoscenza di una piaga che sta infestando la città: una infezione, trasmessa da persona a persona, che porta a emanare vermi da ogni parte del corpo…
Considerazioni
Non si può certo dire che questo Satanister voglia prendersi sul serio: quello che ritroviamo tra le sue pagine è caricaturale e grottesco, a partire dalle fisionomie dei personaggi e dalla rappresentazione di ambienti e fondali, fino alla costruzione dei dialoghi e al plot stesso, non privo di frequenti incongruenze e forzature –perfettamente in linea però con l’atmosfera generale.
Un aggettivo per definire questo fumetto? Direi “esagerato”. Perché l’autore, Rei Mikamoto, non vuole semplicemente scrivere un racconto horror, o disegnare una storia splatter e violenta. Piuttosto, divertendosi alle prese con una storia alla quale non pone veti né vincoli, decide di eliminare ogni genere di freni e proseguire a ruota libera, con una unica condizione a regolare il tutto: la coerenza narrativa, le leggi della fisica, non valgono più nulla se non vengono sovvertite in continuazione.
Il primo capitolo è illuminante, in questo senso: la storia parte con una teenager al computer, nella sua stanza che è inspiegabilmente fatiscente, con squarci nelle porte scorrevoli (perché mai, poi?!). In realtà, lei sta programmando un raduno tra sconosciuti, al fine di mettere in atto un suicidio collettivo (pratica peraltro tristemente diffusa in Giappone). I partecipanti sono ancora delle macchiette: il salaryman attempato, la gothic lolita e il nerd. Valkyrie, l’organizzatrice dell’evento, è invece appariscente e inspiegabilmente divertita: si scoprirà poco dopo che il suo obiettivo è uccidere tutti i partecipanti all’interno di una sorta di “survival game”, gioco ovviamente demenziale, dove le vittime sono vestite da coniglietti e dove le loro eventuali morti sono più improbabili che raccapriccianti, e dove infine le preoccupazioni principali dei concorrenti (va fatto notare che il loro obiettivo era un suicidio di massa!) sono del calibro di: “Voglio tornare a casa! Non ho ancora mai fatto sesso!”.
Le concessioni al trash non finiscono di certo qui, e a corredo di un tale armamentario tamarro, non può mancare una grafica affine: Valkyrie, la Sorella Satanica del titolo, sfoggia di capitolo in capitolo mise sempre più ridicole e buzzurre, tra natiche scoperte e borchie a profusione. Non mancano neppure i super deformed, di tutte le fogge e forme!
Direi in definitiva che questo Satanister è per sua natura un manga particolare, che francamente non mi sento granché di consigliare al suo target di riferimento (le ladies), né tantomeno agli appassionati di horror a fumetti, e questo a causa di alcuni elementi che, secondo il mio parere, non arricchiscono l’opera di particolari meriti, né la rendono migliore rispetto ad altri fumetti già apparsi nel nostro paese (e non posso non citare i Maestri Maruo e Hino). Anzitutto, questo fumetto cavalca –neppure in maniera troppo velata- un trend tipico di questi ultimi anni, ovvero quello dei torture movies e dei giochi di sopravvivenza, ricalcandone quindi la struttura e persino la “morale” di fondo -sempre se di morale si può parlare: a qualcuno sembrerà quasi di vedere un nuovo episodio di “Saw”, oppure la copia a fumetti di “Hostel”, con le annesse banalità mutuate (l’importanza della propria vita non appena la si sta perdendo –ovviamente sotto tortura, eh! O i cattivi che per qualche motivo ne sanno sempre una più di te, la condizione che per continuare a vivere dovrai rinunciare a qualcosa di prezioso, ma la tua vita sarà certamente migliore…).
Ancora, la facilità e la gratuità di alcune trovate, sicuramente grottesche ma purtroppo sempliciotte, rendono più affine questo fumetto a un pubblico meno adulto di quello delle ladies o dei gentlemen, che magari sappia apprezzare l’incongruenza narrativa e le trovate fuori di testa come parte del divertimento generale (un pubblico al quale, per esempio, mai consiglierei il già citato Maruo, per il suo essere ricco di sfumature e colori che vanno completamente digeriti, e che qui mancano del tutto).
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