Recensione Manga – Switch Girl!! di Natsumi Aida


A cura di Giorgia-bi (review), Lauretta (autrice) ed Emy (grafica)

Titolo originale: Switch girl!!
Autrice: AIDA Natsumi
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shueisha
Numero di volumi: 25 -concluso
Anno di pubblicazione: dal 2006
Rivista di pubblicazione: Margaret

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 25 -concluso
Data pubblicazione: Maggio 2010
Distribuzione: Edicola e fumetteria
Collana: Turn over; 3.90 euro.

:: Drama ::
Titolo: Switch Girl
Episodi: 8
Anno di produzione: 2011
Rete: Fuji Tv Two
Attori principali: Mariya Nishiuchi, Ren Kiriyama
Seconda stagione: 2012, 8 episodi

:: L’autrice ::
Nasce il 31 luglio del 1978 nella prefettura di Kanagawa. Debutta nel 2001 sulla rivista “Margaret” (Shueisha) con l’opera Sonna Seinaru Yoru mo, raggiungendo la fama qualche anno più tardi con la pubblicazione di Switch Girl!!.
Il successo dell’opera è stato tale da meritarsi la trasposizione in un dorama composto da due stagioni e ha superato i confini nazionali guadagnandosi la pubblicazione in Italia con Star Comics, in Francia con Delcourt e in Germania con Tokyopop.

:: Intervista ::

Tra i numerosi autori presenti al Japan Expo 2012, lo staff di Manga-news, che ringraziamo ancora una volta , ha intervistato la mangaka Natsumi Aida, nota al pubblico italiano per Switch Girl edito da Star Comics. La mangaka, che tiene molto al suo anonimato, ha parlato a lungo della sua opera più famosa e di una delle sue prime opere dal titolo C.L.A.S.S. Intervista tradotta da Akaiko.

Domanda: Buongiorno e grazie per questa intervista! Per far sì che i lettori la conoscano meglio può spigarci come ha deciso di diventare mangaka?

Natsumi Aida: Buongiorno a lei! Sin dall’infanzia ho sempre letto i manga. Ho studiato Diritto ma una volta conseguito il titolo non sapevo che carriera intraprendere. Ho deciso così di investire nella mia passione, nel mio sogno ed ecco come tutto è cominciato.

D.: Quali erano i suoi autori preferiti durante la gioventù, quelli che l’hanno spinta a fare questo mestiere?

N.A.: Come tantissime persone sono stata una grande fan di Dragonball. Quando avevo 6 o 7 anni leggevo solo quel manga e ancora oggi ho un profondo rispetto per Akira Toriyama, che considero una sorta di dio vivente.

D.: In Francia è stata scoperta tramite C.L.A.S.S., una delle sue prime opere. Come le è venuta in mente l’idea per questa serie? Si è ispirata a fatti realmente accaduti?

N.A.: Il soggetto di C.L.A.S.S. mi è sempre stato a cuore e ha marcato i miei anni da liceale. Ho effettivamente assistito a dei rapporti di forza burrascosi da alunni, i tradimenti, i dominanti e i dominati.. anche se non erano mai così espliciti e pronunciati come nel manga. Nel momento in cui ho debuttato nel mondo dei manga, ho voluto sviluppare in maniera prioritaria una storia attorno a questo argomento per gettare luce su questo fenomeno di abusi.

D.: Poi è arrivato Switch Girl. Ha avuto delle difficoltà a far accettare un manga così “trash” ai suoi editori?

N.A.: In realtà il debutto di Switch Girl è stato assai laborioso: ci sono voluti diversi tentativi per realizzare il debutto della serie! Ma paradossalmente, le reticenze venivano da me: all’inizio avevo paura di andare oltre, ma la mia responsabile editoriale trovava che il tutto mancasse di carattere, che fosse troppo “molle” e mi ha consigliato di scrivere qualcosa che mi somigliasse veramente. E allora mi sono lasciata andare, ho scavato in profondità e finalmente è nato il primo capitolo!

D.: Qual è la parte di Nika in lei? A che livello si è ispirata al suo quotidiano?

N.A.: Per me, Nika è l’ideale femminile con il quale mi vorrei confrontare. Ci sono alcune parti di vissuto, ma quando la disegno, la rappresento più che altro nel modo in cui vorrei essere.

D.: Si ispira a qualche aneddoto che le sue lettrici possono averle confessato?

N.A.: Aneddoti me ne arrivano di sovente e ne prendo spunto. L’esempio più lampante è l’ota-girl, che è la sintesi di una dei miei fan che mi ha invasa di aneddoti veramente divertenti.

D: Si impone dei limiti? Esistono delle situazioni che non ha mai osato disegnare?

N.A.: C’è stato un passaggio un po’ difficile da far passare, una storia basata su “pipì-cacca” che ho avuto difficoltà sia a mettere in scena sia a farlo accettare alla mia editor… Alla fine però è passata e da allora non mi metto alcun paletto!

D.: La serie segue una logica di storie più o meno lunghe che si susseguono. Come le concepisce? Segue un filo conduttore o segue i suoi desideri?

N.A.: Seguo una trama prevista con un certo anticipo. Ma mi riservo qualche elemento da aggiungere all’ultimo minuto, come gli aneddoti delle lettrici di cui parlavamo prima. In effetti mi tengo abbastanza libera nei miei movimenti.

D: Allo stesso modo, avete un’idea precisa del futuro e della conclusione della serie? Ci può dire se è prevista una data per la sua conclusione?

N.A.: Ho un’idea per la testa per il finale della serie, ma mi manca qualche elemento per concretizzarla. Penso che la serie possa concludersi entro un anno, ma non niente è certo a questo mondo…

D.: La serie ha un certo numero di lettori di sesso maschile, in modo particolare in Francia. È per lei una sorpresa? Cos’ha da dire ai lettori di sesso maschile della sua serie?

N.A.: Questo mi conforta e incoraggia! Ho molti amici che si inquietano e vedermi demistificare le donne, che mi dicono che vado troppo oltre… Ma queste reazioni del pubblico, specie quello maschile mi rassicurano e onorano!

D: Qual è, per lei, il giusto equilibrio tra umorismo e romanticismo?

N.A.: Ancora una volta, seguo molto il mio istinto, che di solito mi fa fermare al momento giusto. Quando realizzo che una situazione sta diventando troppo romantica e che sta diventando smielata, l’umorismo è la salvezza. E al contrario, se ci si lancia in situazioni troppo deliranti, queste possono risultare indigeste e allora avvengono fatti più seri, più sentimentali. In realtà non ci sono delle regole stabilite, la serie oscilla in funzione del mio umore, della mia soglia di tolleranza su una o l’altra tematica in quel particolare momento.

D.: Contrariamente a molte serie shoujo in cui l’eroina è timida e sottomessa, le vostre sono molto volenterose e coraggiose. Questa per lei è una cosa importante?

N.A.: Penso che molte persone, e io ne faccio parte, non abbiano una grande fiducia in se stesse. Ecco perché ho deciso di erigere Nika a mio modello: un’eroina espressiva, che non ha paura di difendere le sue convinzioni… Insomma, sarà forse una considerazione troppo personale, ma penso che le mie lettrici possano seguire Nika così come la seguo io.

D.: Lei ha esplorato diverse piste in Switch Girl. Che altre tematiche vorrebbe esplorare (nel suo futuro non solo in Switch Girl)?

N.A.: Per il momento sono concentrata soprattutto sul finale della serie che ho intenzione di costruire in maniera progressiva, per riuscirci al meglio. Quindi non ho rivolto lo sguardo verso altre tematiche per il momento. Ma resto comunque un’istintiva e penso che le idee vengono da sole al momento opportuno…

D: A suo avviso sarebbe possibile una versione del suo manga al maschile? A quando uno “Switch boy”?

N.A.: Non penso di essere capace di farlo io stessa ma effettivamente ci sarebbe del materiale! (ride) Magari nell’ambiente degli host che coltivano il loro aspetto… Un bel giovane che diventa completamente trascurato tra le mura di casa… Potrei avere già materiale per tre uomini! (ride). Ma io resto una donna e non credo di essere in grado di rendere la storia pertinente con un protagonista uomo.

D.: La serie è stata recentemente adattata in drama. A che livello ha partecipato al progetto? Quale è stato il suo stato d’animo quando ha scoperto il risultato?

N.A.: Ho avuto l’opportunità di intervenire spesso sulla realizzazione d’insieme, sul soggetto ma anche sull’aspetto e la recitazione della protagonista principale. Me ne sono resa conto durante le riprese e mi chiedo se non sia intervenuta troppo! Ho trovato la serie un tesoro. Per me, avere uno dei miei manga adattati in serie live è stato un successo e quando è stato annunciato ho saltato dalla gioia! Ne approfitto ancora una volta per ringraziare tutti gli attori e tutti gli addetti ai lavori!

D: Grazie mille!

N.A.: Grazie a voi!

Storia
Nika Tamiya è tutto fuorché una ragazza prevedibile: ogni giorno, di fronte ai compagni di scuola, è costretta a celare la propria vera natura scurrile e spontanea sotto le apparenze di una liceale perfetta, soave e alla moda. La ‘vera’ Nika è infatti un soggetto piuttosto atipico, che di certo faticherebbe a integrarsi tra le coetanee più trendy: mangia cibo da vecchietti, ama gli abiti comodi e logori, ha una fissazione paranoica per le offerte al supermarket, non perde tempo a trattenere le proprie flatulenze.
Nonostante si trovi perfettamente a proprio agio nel mostrarsi in questa veste in famiglia (e che famiglia!) e nel vicinato, Nika non ha tuttavia il coraggio di imporre la propria reale natura a scuola, e per questo motivo spende molte energie nel fingersi diversa. La sua vita si è quindi trasformata in una continua alternanza di modalità “ON” e “OFF”, di garbata finzione alternata a sbracamento, a seconda di chi le sta vicino.
Tutto procede nel migliore dei modi fino all’arrivo di Arata Kamiyama, un compagno di istituto che sembra comportarsi in modo opposto a Nika: pur essendo un bel ragazzo, nasconde la propria avvenenza sotto degli occhialoni spessi, evitando in questo modo il contatto con le ragazze.
I due si incontrano la prima volta in modalità “ON” (lustri e scintillanti) e la seconda in modalità “OFF” (alle prese con delle zucchine al supermarket); ma mentre Nika non ha riconosciuto Arata sotto i fondi di bottiglia, lui si è perfettamente accorto dell’identità della malcapitata!
Tra fraintendimenti, figuracce e cospirazioni nemiche i due nemici/amici finiranno per conoscere a fondo la vera identità l’uno dell’altro, trascorrendo insieme tante esperienze di vita scolastica e scoprendosi ogni giorno più simili e vicini.

Considerazioni
La vostra biancheria quotidiana è raffinata e sensuale, o per la comodità di tutti i giorni preferite delle confortevoli mutande slabbrate? La vostra serata di relax domestico prevede una maratona di telefim romantici o di videogiochi? Di fronte alla prospettiva di una cena gratis, vi vestite in base al posto dove dovete andare o scegliete gli abiti più adatti a nascondere il pancione che vi ritroverete una volta alzate da tavola? Se avete scelto la seconda opzione in tutti e tre i casi, complimenti! Avete tutti i requisiti per diventare una switch girl, e probabilmente anche quelli necessari a leggere questo fumetto. Le disavventure di Nika sono infatti un’alternanza continua di toni e contenuti, al punto che il lettore ideale dovrebbe essere presumibilmente afflitto da personalità multiple.
Da un lato abbiamo elementi e passaggi che incontrerebbero appieno il favore di una lettrice media di Shueisha, come il tratto dell’autrice, l’attenzione riservata all’abbigliamento di Nika, i momenti incentrati sullo sviluppo del sentimento tra quest’ultima e Arata.
Sull’altro piatto della bilancia pesa invece l’umorismo spinto e rozzo delle parti più “OFF”, dalla comicità genuina che scaturisce dalla famiglia Tamija alle digressioni più svariate in campo intimo e organico. Nel primo volume queste due componenti si tengono in equilibrio, presentando una sorta di versione estrema del concept che stava alla base de Le situazioni di lui e lei, ma con il passare dei volumi l’umorismo si appesantisce e può risultare indigesto a chi era stato inizialmente invogliato alla lettura dagli aspetti più romantici del titolo. C’è da dire che la Aida riesce a mantenersi sempre sul filo dell’ironia e della presa in giro, anche quando la volgarità degli sketch investe aspetti più sensuali e potenzialmente imbarazzanti, e che spesso e volentieri i siparietti deformed e le “Guide alla vita da switch girl” riescono a strappare delle autentiche risate.
Superati i primi volumi ed entrata nel vivo, questa serie si dimostra come un prodotto umoristico e dissacrante che cerca tuttavia di non allontanarsi mai troppo dal selciato di uno shoujo scolastico, utilizzando l’alternanza delle due personalità della protagonista come pretesto per ricorrere a due registri e a due stili. Ben lontano dall’essere un capolavoro o un titolo imperdibile, Switch girl!! può regalare qualche risata e qualche ora di intrattenimento a lettori dal palato poco schizzinoso, annoiati dalle classiche protagoniste perfettine e curiosi di assistere allo smantellamento di qualche luogo comune.

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