Recensione Manga – ES di Fuyumi Souryo

ES (Eternal Sabbath)

A cura di Emy

Titolo originale: ES (Eternal Sabbath)
Autrice: SOURYO Fuyumi
Categoria: Seinen

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Kodansha
Numero di volumi: 8 – completo
Prima pubblicazione: 2001, B/N e colore
Serializzato sulla rivista giapponese: Morning dal 2001

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 8 – completo
Prima pubblicazione: 2002, B/N e colore
Collana Point Break; 3,10 €.

Storia– Volume 1
Primo Episodio: “ES”. È una bella giornata e un ragazzo misterioso si aggira per le strade di Tokyo: tutti sono gentili con lui, i negozianti lasciano che prenda senza pagare la loro merce e i passanti per strada lo trattano come loro amico. Il giovane, in realtà, è un invasore: “ES” riesce a entrare nel cervello, penetrare nei pensieri di chi gli sta intorno e programmarli come più gli piace… neanche lui sa come sia possibile, ma è un dono che non esita a usare e grazie al quale entra nella famiglia Matsuura, prendendo il posto e il nome del figlio maggiore, Minoru, ora a Sendai. Qui conosce Takeshi, il fratello minore: leggendo nella sua mente, vi trova oppressivi e inquietanti sentimenti di rabbia e rimorso. Cos’è accaduto a Takeshi? Grazie ai suoi poteri, ES scopre che qualche giorno prima un barbone aveva difeso il ragazzo dalle gravi percosse di alcuni suoi coetanei: questi ultimi, capeggiati dal crudele Naoyuki Matsuo, avevano lasciato in pace Takeshi per pestare il barbone, picchiando fino a ucciderlo. Takeshi, che non ha saputo evitare la sciagura, si sente responsabile per l’accaduto. E farebbe bene a sentirsi anche in pericolo: come scopre ES, Naoyuki sta progettando di uccidere lo stesso Takeshi, unico testimone dell’accaduto. Ma non gli riuscirà, dal momento che ES interviene e suggestiona Naoyuki: il ragazzo si convince di avere gravi ustioni sul torace e, uscito allo scoperto, è catturato dalla polizia. ES libera Takeshi dalla rabbia che ancora è dentro di lui, assorbendola dentro di sé, per poi uscire dalla vita dei Matsuura. Mentre continua a peregrinare, stanco, s’imbatte nel vecchio Akiba: dai vicini apprende che l’anziano signore non ha mai superato il trauma di aver perso tutta la famiglia del figlio vent’anni prima. In particolare pesava la perdita del nipotino Ryosuke, di appena un anno. ES sorride: si fa incontro al vecchio, chiamandolo nonno. Perché adesso lui ha un nome: Ryosuke Akiba.
Secondo Episodio: “L’incontro”. Entra in scena un nuovo personaggio: Mine Kujo, una ricercatrice dell’università di medicina Toho. Mine, specialista in fisiologia cerebrale, è innamorata del suo mestiere ma ha qualche problema a relazionarsi col prossimo, specie se è di sesso maschile. Nonostante numerosi incontri pre-matrimoniali, Mine continua a disorientare e spaventare gli uomini che le sono intorno, ritrovandosi così perennemente single. Un giorno le si presenta uno strano caso: un ragazzo a nome Naoyuki Matsuo è convinto di essere gravemente ustionato e in effetti, pur non avendo alcuna ustione esteriore, ne ha tutti i sintomi. Mentre rimugina su questo caso, Mine in strada assiste da vicino a una feroce aggressione: un omicida colpisce a morte con una mazza da baseball un uomo, mentre, senza fare una piega, un giovane gli passa accanto. Il giovane è ES. Mine si chiede come sia possibile che quel ragazzo non si sia neanche scansato per normale reazione difensiva… in seguito avrà modo di rivederlo e di scoprire le sue sovrumane capacità: da dove proviene e *che cosa* è colui che si fa chiamare Ryosuke Akiba?

Considerazioni
ES è il primo seinen manga “lungo” della Souryo, dopo i primi passi mossi con le oneshot contenute nella raccolta Sole Maledetto. L’episodio iniziale, dalla resa eccellente, è quello meglio riuscito: ci viene presentato il protagonista maschile, ES, attraverso una singolare narrazione in prima persona e mediante viaggi onirici evocativi, a tratti disturbanti, che ricordano quelli della dottoressa Catherine Deane (Jennifer Lopez) nel movie The Cell. Dal secondo episodio in poi si soffre per certa lentezza che affatica l’esposizione e per la solita “fissità” di espressione dei personaggi (Mine Kujo in primis), non senza però essere deliziati dalla grafica, più bella e matura che mai. Tirando le somme: per originalità del soggetto e per l’abilità narrativa, il risultato è di certo superiore alla media qualitativa dei manga, ma la Souryo si è dimostrata in grado di fare anche meglio nei seinen brevi. Nei volumi successivi al primo l’autrice fa fatica a mantenere il ritmo, deviando il thriller psicologico più sull’azione che sulla riflessione (o meglio su un’azione “ragionata” che toglie vigore all’azione stessa), ma riesce comunque a consegnare al lettore, nel finale, un messaggio positivo e credibile.
Nonostante i suoi limiti, ES resta un prodotto consigliato, a meno che il lettore non sia in cerca di una storia di azione pura, nel qual caso farà bene a rivolgersi altrove.

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