Recensione Manga – Cynical Orange di Yun Ji Un

A cura di Giorgia-bi (testi) e ~Penny (grafica)

Titolo originale: Cynical Orange
Autrice: Yun JiUn
Categoria: Sunjeong Manhwa

:: Il Manhwa in Corea :: 
Casa editrice: Seoul cultural
Numero di volumi: 9, completo
Anno di pubblicazione: 2002
Rivista di serializzazione: Sugar

:: Il Manhwa in Italia :: 
Casa editrice: Planeta DeAgostini
Numero di volumi: 9, completo
Anno di pubblicazione: 2007
Prezzo: € 5.95.

Storia
Bella, alta, slanciata e seducente: Hye Min avrebbe tutte le caratteristiche per essere la principessa del liceo. Tuttavia, proprio a causa della sua iperbolica bellezza la ragazza è stata bersaglio di continui maltrattamenti fin dagli anni delle medie inferiori. I compagni le muoiono ai piedi, ma proprio per questo le fanciulle la detestano e manifestano il loro astio isolandola, sparlando apertamente di ogni sua mossa e all’occasione minacciandola e facendole dispetti.
Hye Min si sforza di sopportare tutto questo – nascondendo la propria indole aggressiva e scorbutica, da vera yankee – al solo scopo di conquistare Jung-yun, l’unico ragazzo della scuola che non sembra degnarla di uno sguardo. Ovviamente questo comportamento la fa struggere d’amore, e la porta a pensare che il ragazzo sia l’unico a non giudicarla per il suo bel visino o per le brutte voci che corrono sul suo conto.
Le illusioni di Hye Min sono destinate a dissolversi rapidamente il giorno in cui, con il solito espediente del ‘passavo-di-qua -e-proprio -dietro-l’angolo -sento-la-voce -del-mio-ammore’, assiste involontariamente a una chiacchierata tra ragazzi durante la quale Jung-yun afferma di non essere assolutamente interessato a lei, e di ritenerla una ragazza con la puzza sotto il naso.
Come se questa batosta non fosse sufficiente a rovinarle la giornata, fuori dal proprio istituto la ragazza si imbatte nell’ennesimo corteggiatore imbranato e molesto. Tanto per risollevarsi il morale prendendolo in giro, Hye Min decide di assecondarlo e acconsente a prestargli un attimo il proprio cellulare… ma non ha idea di come quel semplice gesto stia per cambiarle la vita! Lo sconosciuto scappa via a gambe levate con il cellulare, di cui Hye Min riuscirà a rientrare in possesso solo dopo aver acconsentito a incontrare il disgraziato in un bar. Il ragazzo, che risponde al nome di Ma-ha, sembra aver studiato a lungo Hye Min prima di avvicinarla, tanto da aver capito perfettamente che quel giorno le era accaduto qualcosa di brutto. Malgrado i suoi maldestri tentativi di fare amicizia, Hye Min non ha alcuna intenzione di conoscere meglio questo atipico corteggiatore, e cercherà a più riprese di sbarazzarsene in malo modo, mostrando così la sua vera natura scorbutica e maleducata. Un giorno, tentando nuovamente di memorizzarvi il proprio numero, Ma-ha fa finire lo sfortunato cellulare di Hye Min sotto le ruote di una macchina in corsa, rompendolo irrimediabilmente. Furiosa come non mai, Hye Min impone a Ma-ha di ripagarle il danno lavorando come sguattero in un bar.

Il locale in cui Ma-ha dovrà calarsi nei panni del Cenerentolo di turno è in realtà un bar perennemente deserto di proprietà del cugino di Hye Min, l’affascinante e ambiguo Shin-bi. Legato alla cugina da un affetto profondo e da una solidarietà di vecchia data, Shin-bi non farà certo del proprio meglio per mettere Ma-ha a proprio agio: tuttavia, per il fatto stesso di trovarsi spesso assieme a lui, Ma-ha avrà modo di conoscere Hye Min più da vicino, di apprezzarne il carattere burrascoso, nonché di comprendere il legame che la unisce allo stesso Shin-bi e alla di lui spasimante So-ryu. Riuscirà l’affetto di Ma-ha a convincere Hye Min a lasciarsi alle spalle ogni finzione e a liberare il proprio vero Io? E cosa accadrà quando la nuova, sorprendente condotta di Hye Min sortirà un effetto galvanizzante sul rigido Jung-yun?

Considerazioni
Poche lettrici possiedono davvero la misericordia di Tohru (Fruits Basket) o la determinazione di Mikako (Gokinjo Monogatari), e mi auguro che non esista nessuno al mondo che abbia provato tutti i patimenti di Kira (protagonista di Mars) o di Georgie (dall’omonimo manga di Yumiko Igarashi). Eppure a molte di voi sarà capitato di identificarsi più o meno totalmente nel carattere, nelle scelte o nei comportamenti di un personaggio fittizio, riuscendo di conseguenza a proiettare se stesse e i propri sentimenti nella vicenda della protagonista. Può accadere con le prime letture in cui ci si cimenta, ed è auspicabile che avvenga con i titoli di maggior valore e spessore. Di sicuro non può accadere alla lettrice di Cynical Orange.

Esiste qualcuno al mondo in grado di provare empatia verso il personaggio di Hye Min? Verso una ragazza talmente bella, ma talmente bella da essere odiata dal mondo intero, malgrado riesca efficacemente a celare la propria natura da scaricatore di porto? Attenzione, non si sta parlando di una ragazza dotata di avvenenza che si senta giudicata per il proprio aspetto e se ne crei un complesso: in questo caso il personaggio avrebbe avuto ben altra connotazione. No, Hye Min è assolutamente a suo agio con il fatto di essere una sventola (siamo in un manhwa, quindi per ‘sventola’ intendasi un androide di 1,80 m per 40 chili…all’incirca…), se ne va in giro a far la spesa con la panza al vento e il tacco 12 come se niente fosse. La poverina è semplicemente irritata dalla condotta delle sue coetanee, inspiegabilmente rancorose verso i suoi modi altezzosi, e dall’insistenza con cui tutti i ragazzi del circondario cercano di strapparle un sorriso.

Se poi qualcuno potesse essere incuriosito dalle disavventure di una protagonista simile, verrebbe immediatamente scoraggiato nell’impresa dal tratto dell’autrice. Se è infatti ammissibile che si possa essere stuzzicati dalle vicende di un’antieroina antipatica ma bellissima, non si può non perdere anche quest’ultima motivazione alla lettura di fronte a tavole che, a turno, fanno sembrare la protagonista vagamente strabica o dotata di palesi deformità anatomiche (quali un collo due volte più lungo della testa, o la totale assenza di giunture…). Le cose non migliorano dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi maschili: l’autrice si sofferma molto sugli occhi, ma scivola via senza troppe pretese sulla cura delle proporzioni. Stendiamo poi un velo pietoso sui fondali, relegati a mero elemento dimensionale e all’occorrenza sostituiti da simpatiche fantasie a cactus o fiorellini.

Se la sinossi del primo volume dovesse pertanto trarvi in inganno, riecheggiando atmosfere alla KareKano, non lasciatevi trarre in inganno: il 2007 è stato un anno di discreta produttività per le testate shoujo italiane, e se proprio avete la sensazione di esservi lasciati sfuggire qualcosa di valido, non si tratta sicuramente di Cynical Orange.

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