A cura di Giorgia-bi (testi) e Sayoko (info e grafica)
Titolo originale: Shin Shunkaden
Titolo italiano: La leggenda di Chun Hyang
Autrici: CLAMP
Categoria: Shoujo
:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Hakusensha
Numero di volumi: 1, concluso
Anno di pubblicazione: 1992
Collana: Serie Mystery – Special
:: Il manga in Italia ::
:: Prima edizione
Casa editrice: Star Comics
Collana: Storie di Kappa
Numero di volumi: 1, concluso
Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo: 7 euro
:: Seconda edizione
Casa editrice: JPOP
Distribuzione: libreria e fumetteria
Numero di volumi: 1, concluso
Anno di pubblicazione: Luglio 2011
Formato: 12×18, B. con sovraccoperta, bn e col., 224pp.
Prezzo: 5,90 euro
:: Anime & Media ::
Nel 1994 “La leggenda di Chun Hyang” è diventato un CD Drama sceneggiato dalle CLAMP.
Chun Hyang e Mong Ryong compaiono anche in “CLAMP in Wonderland” 1 e 2, due cortometraggi prodotti dalla MADHOUSE e usciti in Dvd in Giappone nel 2007. In questi due videoclip vengono presentati tutti i personaggi realizzati dalle autrici tra il 1989 ed il 2006.
:: Curiosità ::
– Il manga è stato abbandonato dopo i tre capitoli raccolti in questo oneshot, e finora non è stato annunciato nessun seguito. Le CLAMP hanno tuttavia dichiarato che avrebbero piacere di completare questo titolo in futuro.
– Il nome di Chun Hyang significa ‘profumo di un fiore che sboccia in primavera’
– Il termine ‘Koryo’, che qui designa le regione in cui è ambientata la storia, è nella realtà il nome di un’antica dinastia che regnò in Corea dal 935 al 1392. Sembra proprio che dal nome di questa dinastia derivi la parola ‘Corea’.
– Chun Hyang e Mong Ryong compaiono anche nei volumi 3 e 4 di Tsubasa Reservoir Chronicle: alla storia della lotta di Chun Hyang contro il perfido yang ban della propria città è dedicato l’intero ciclo di Koryo City.
:: Chun Hyang in Corea ::
Vista l’importanza che la leggenda di Chun Hyang riveste nel folklore locale, alla sua storia sono stati dedicati svariati film, libri, telefilm.
Il libro, di autore ignoto, che per primo raccolse la storia tradizionale risale al XVIII secolo e si intitola “Chunyang jon”. Amatissima dai coreani, questa storia d’amore è stata il soggetto del primo lungometraggio (1923), del primo film sonoro (1935) e del primo film in technicolor (1958).
Tra le produzioni più recenti possiamo ricordare:
– “Chunhyang”, il film diretto nel 2000 dal maestro Im Kwon-taek (il regista di “Mandala”), che ripercorre in modo piuttosto fedele la trama della leggenda.
– Esiste anche un altro drama coreano ispirato a questo elemento di folklore: si tratta di “Delightful Girl Chun Hyang” (noto anche come “Sassy Girl Chun Hyang”), una commedia moderna in 17 episodi trasmessa nel 2005 dalla KBS2. In questa rivisitazione Chun-Hyang e Mong-Ryong sono due studenti delle superiori che trascorrono una notte nello stesso letto per una serie di equivoci, e tramite il passaparola scolastico vengono accusati di aver passato la notte insieme. Le rispettive famiglie, per difendere la propria reputazione, decidono così di organizzare il matrimonio tra i due ragazzi…
– “Legend of Hyang Dan”, un drama in due episodi trasmesso dalla MBC nel 2007, che rivisita la leggenda popolare in questione, ponendo la seguente domanda: cosa sarebbe successo se Mong Ryong si fosse innamorato di Hyang Tan (che in coreano diventa Hyang Dan), e non di Chun Hyang?
Storia
Le CLAMP rivisitano la leggenda coreana della virtuosa fanciulla Chun Hyang, che amò e fu amata da un nobile malgrado la differenza di classe, e subì le privazioni del carcere pur di essergli fedele. Come le stesse autrici proclamano ripetutamente, ‘questa’ Chun Hyang è un personaggio un po’ diverso da quello della leggenda…
La vicenda ha inizio a Ryeonheui, una piccola città della regione del Koryo. In base all’ordinamento statale del paese, ogni città del regno è governata da un nobile (uno yang ban) inviato dall’organo governativo che tiene le redini del paese, lo Yung-Ang. Dato che gli yang ban sono emissari del potere centrale, per i cittadini disubbidire ai loro ordini significa essere condannati a morte. L’unica forma di controllo esercitata sull’operato degli yang ban proviene dalle visite occasionali degli amenosa, gli agenti segreti inviati dallo Jung-Ang per sorvegliare l’operato degli yang ban e punirne gli eventuali misfatti.
Capitolo 1 – Ryeonheui
La città di Ryeonheui è governata da uno yang ban spietato e avido, che da sei anni vessa i cittadini e asseconda i capricci del figlio, un ragazzo viziato e arrogante che sfrutta la propria posizione per spadroneggiare sugli abitanti.
I cittadini sono allo stremo delle forze, ma trovano conforto nel coraggio e nella grinta della giovane Chun Hyang, la figlia della sciamana Myeong Hwa. Chun Hyang ha solo 14 anni, ma grazie alla propria abilità nelle arti marziali non ha paura di sfidare apertamente il figlio della yang ban, svergognandolo continuamente. Nella scena iniziale vediamo Chun Hyang correre in soccorso della bella Hyang Tan, una povera ragazza molestata dal prepotente: sono sufficienti alcune mosse della protagonista per mettere al tappeto le guardie di palazzo.
Dopo aver fatto giustizia, Chun Hyang corre a casa dalla madre, una bravissima sciamana affettuosa e premurosa con la figlia, ma che non ha mai voluto rivelarle l’identità del padre.
Nel bel mezzo del proprio giardino le due donne si imbattono in Mong Ryon, un ragazzo misterioso che dice loro di essere un viaggiatore giunto sin lì per vedere di persona la famosa sciamana.
Fin dal primo momento Chun Hyang si mostra diffidente verso il giovane, che la tratta con la condiscendenza che di solito si riserva ai bambini. I due iniziano così a punzecchiarsi a vicenda, e non smettono neppure quando Myeong Hwa decide di ospitare lo straniero per qualche giorno.
Dopo cinque giorni di convivenza forzata, la situazione tra i due non conosce progressi, ma il corso degli eventi stravolgerà ben presto l’esistenza della ragazza.
Approfittando di un’assenza dei due giovani, le guardie dello yang ban capeggiate dal figlio irrompono a casa di Chun Hyang e rapiscono la sciamana, la cui bellezza era già da tempo nelle mire del podestà. Trascinata a palazzo e rinchiusa nella camera dello yang ban, Myeong Hwa sceglie di uccidersi piuttosto che diventare la sua compagna.
Dopo aver trovato la casa a soqquadro, Chun Hyang e Mong Ryon si catapultano a palazzo: è troppo tardi per salvare la sciamana, ma lo scenario che si trovano davanti è sufficiente perché Mong Ryon sveli la propria identità: egli è un amenosa inviato dallo Yung-Ang, e stava solo aspettando di raccogliere prove sufficienti per incriminare lo yang ban.
Per Ryeonheui è finalmente finito l’incubo durato sei anni… ma Chun Hyang non ha più nulla che la leghi alla città, e dopo aver pianto tutte le proprie lacrime sulla spalla di Mong Ryon, accetta la sua proposta di accompagnarlo nel suo peregrinare, attratta anche dalla prospettiva di conoscere una persona misteriosa che egli vuole assolutamente farle incontrare.
Capitolo 2 – Suwol
Chun Hyang e Mong Ryon affrontano la loro prima missione da amenosa. Tra un bisticcio e l’altro i due giungono nei pressi del villaggio di Suwol, afflitto da una siccità innaturale. Lungo la strada si imbattono in Ok e Chun Ryeon, due sorelle sciamane esperte nell’invocazione della pioggia, che si stanno dirigendo a Suwol dopo essere state chiamate in aiuto da Yago, la sciamana della città. Chun Hyang e Mong Ryon decidono di accompagnarle, e si imbattono così in un nuovo caso di usurpazione da parte di uno yang ban. La reggente di Suwol si è infatti avvalsa dei servigi del malvagio sciamano Am Cheong per impedire che la pioggia cadesse su tutta la città, ad eccezione dell’interno del castello. In questo modo il giardino dello yang ban è diventato l’unico posto dove possano crescere i ‘fiori dell’acqua’, piante curative dal valore inestimabile che costituiscono l’unica fonte di reddito per gli abitanti di Suwol.
Chun Hyang e Mong Ryon si adopereranno per ripristinare la giustizia e restituire Suwol ai propri abitanti.
Capitolo 3 – Ricordi
Un tuffo nel passato di Chun Hyang a Ryeonheui! Il terzo capitolo è un lungo flashback sui giorni d’infanzia dell’eroina, sui suoi lunghi pomeriggi spensierati e sullo strano sentimento di amore/odio che il figlio dello yang ban sembrava nutrire per lei. Il punto di non ritorno nel rapporto tra i due si colloca nel giorno in cui il principino fece distruggere per dispetto un luogo molto caro a Chun Hyang, più precisamente l’altalena su cui la madre e lo sconosciuto padre si erano incontrati la prima volta…
Considerazioni
Con “La leggenda di Chun Hyang” si ha l’occasione di osservare le prolifiche CLAMP alle prese con il folklore coreano. L’esito dell’esperimento non è negativo, tanto che i personaggi di questo oneshot hanno trovato una dignitosa collocazione anche nel mainstream di Tsubasa Reservoir Chronicle.
Dal punto di vista grafico il manga presenta le caratteristiche del marchio di fabbrica CLAMP: i retini grigi e ‘colati’, il tratto delicato ma definito, la cura per i particolari e per gli indumenti, i personaggi slanciati dagli occhi enormi.
Anche la trama è in linea con gran parte della produzione delle quattro autrici: la cortigiana Chun Hyang diventa così una ragazzina intrepida e determinata con uno spiccato senso della giustizia, mentre l’amenosa Mong Ryon rientra perfettamente nei canoni del personaggio positivo-ma-misterioso a cui altri titoli ci hanno già abituato. Dopo l’incontro iniziale i due intraprendono un cammino strutturato per tappe, ognuna delle quali offrirà alla protagonista un’occasione per imparare nuovi usi e costumi, di conoscere gioia e dolore, opulenza e privazioni: in definitiva, quello di Chun Hyang è un viaggio di maturazione.
A mano a mano che i due protagonisti fanno conoscenza, Mong Ryon diviene più spudorato nell’esprimere i propri sentimenti verso Chun Hyang, ma la ragazza – pur essendo chiaramente affezionata all’uomo con cui ha accettato di mettersi in viaggio – non cede mai alle lusinghe dell’amenosa, convinta che i suoi modi frettolosi siano il frutto di un atteggiamento superficiale. Questo gioco delle parti offre lo spunto per i divertenti teatrini che i due protagonisti imbastiscono lungo il cammino, e che tendono a concludersi con le cinque dita di Chun Hyang stampate a fuoco sul viso dell’amenosa. Malgrado la frequenza di siparietti spassosi, il tema principale del manga è l’affermazione della giustizia e la necessità di sacrificio che questa tende ad implicare, concetto che viene ripetuto e decantato in varie situazioni. ‘La leggenda di Chun Hyang’ è in definitiva un titolo apprezzabile, una lettura non eccessivamente impegnativa ma neppure esageratamente leggera. Il fatto che questa produzione sia in linea con l’orientamento stilistico e tematico di buona parte dei titoli CLAMP le conferisce tuttavia un diffuso senso di ‘già visto’ che non gioca a suo favore e non la rende certo una lettura indispensabile. L’ambientazione storico-fiabesca aggiunge molto valore al fascino del titolo, ma i personaggi finiscono per essere pallide copie di eroi ed eroine appartenenti ad altre serie.
La grande pecca di questo manga è comunque quella di essere un prodotto incompiuto, in quanto ai tre capitoli presentati in questo volume non è mai stato affiancato un seguito. Il viaggio di Chung Hyang e Mong Ryon è stato abbandonato dalle autrici sul nascere, e mancano gli elementi per supporne una futura continuazione.
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