Recensione Manga – La Corda d’Oro (Kiniro no Coruda) di Yuki Kure

A cura di *GardeniA* (testi, grafica) e Ananke (immagini)

Titolo originale: Kiniro no Coruda
Titolo americano: The Golden String
Autrice: KURE Yuki
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Editore: Hakusensha
Numero di volumi: 17 -concluso
Inizio Pubblicazione: 2004
Rivista di serializzazione: Lala

:: Il manga in Italia :: 
Editore: J-Pop
Numero di volumi: 17 -concluso
Inizio Pubblicazione: 2008
Prezzo: 5.90 E.

:: L’autrice ::
Yuki Kure è ancora un’esordiente quando, dopo aver vinto alcuni concorsi, approda su “LaLa” dove il suo primo manga, La Corda d’Oro, un mediamic – ovvero un fumetto ricavato da un’opera multimediale (in questo caso un videogioco ad appuntamenti, per ragazze) – ottiene un enorme successo, facendola presto diventare una delle più apprezzate autrici della rivista. Di lei non si sa molto: è nata a Chiba il 4 Dicembre di un anno imprecisato ed è del segno del sagittario. Dopo Kiniro no Corda si è dedicata a volumi singoli e serie brevi, fino al 2017, anno in cui dà alle stampe il sequel del suo titolo più famoso su “Lala”, dove attualmente è serializzato Kiniro no Corda – Daigakusei Hen.

:: Videogiochi ::
Esistono numerosi videogiochi dedicati a questa serie ma il primo è approdato su PlayStation2 all’inizio del nuovo millennio, ha ottenuto un successo enorme, spingendo la casa di produzione Koei a produrre svariati seguiti anche per altre piattaforme (come PSP) e a incaricare la casa editrice Hakusensha di realizzare una versione cartacea.
Ma in cosa consiste il gioco in sé e perché è dedicato a un pubblico prettamente femminile?
Il videogioco de La Corda d’Oro è un classico roleplay game/visual romance, dove il giocatore impersona la protagonista nel tentativo di conquistare uno dei bellissimi ragazzi che si aggirano per l’istituto Seisho. Fondamentalmente, più che da grande azione e grafica spettacolare, il gioco è costituito da dialoghi; infatti, man mano che il giocatore incontra gli altri personaggi, chiacchiera con loro scegliendo una delle risposte predisposte dagli sviluppatori; con un po’ di fortuna si intuisce la risposta più azzeccata, compiacendo così il ragazzo di turno. Dopo molte fasi di gioco, il giocatore approfondisce sempre più la conoscenza dei vari protagonisti e, con molta perseveranza, potrà persino conquistare il cuore del proprio beniamino e scambiare con lui tenere effusioni.
La saga capostipite più famosa del genere è “TokiMeki Memorial”, che vanta un numero di giochi spropositato per ogni piattaforma esistente e numerosissime fan accanite, capaci di giocare per ore e ore nel disperato tentativo di conquistare il proprio amato.
Questo genere di giochi, piuttosto famoso in Giappone, è presente in versione parodica anche in alcuni shoujo pubblicati in Italia: Renge di “Host Club” è una fan accanita di “TokiMeki Memorial”, mentre Risa di “Lovely Complex” sogna di incontrare nella vita reale il “suo” Matin, figura parodica proprio di questo tipo di personaggi.
Esiste una versione maschile – ben più longeva e popolare – di questo tipo di videogiochi raggruppati sotto l’etichetta di “harem”: qui è un giovane e incauto maschietto a tentare di sedurre una delle tante figliole che lo circondano. In questo caso, però, il gioco nelle fasi finali è ben più spinto e con un po’ di perseveranza si può arrivare ad avere un rapporto sessuale con la propria beniamina. Anche nel mondo degli anime esiste un prolifico filone “harem”, particolarmente stereotipato e piccante.
È possibile giocare al videogioco di Kiniro no Corda? Solo a patto di conoscere abbastanza bene il giapponese, visto che è un gioco piuttosto statico e la conoscenza della lingua è indispensabile per tentare di compiacere e conquistare il proprio beniamino.

:: Anime ::
Regista: Reiko Yoshida
Studio d’animazione: Yumeta Company
Numero episodi: 25 + 1 special
Trasmesso dal 1 ottobre 2006 al 25 marzo 2007

L’anime ha consentito al manga, già famoso in patria, di spopolare anche all’estero. È un prodotto fondamentalmente ben realizzato, animato nella media e con un’ottima colonna sonora (memorabile la opening “Brand New Breeze”). La storia ricalca fedelmente quella del manga, tranne nell’ultima decina di episodi dove, per dare una parvenza di conclusione a un anime tratto da un manga ancora in corso di prosecuzione, la trama si distacca un po’ dal seminato. Encomiabile lo sforzo di coinvolgere lo spettatore nel mondo della musica, grazie ai dettagliatissimi strumenti musicali dei protagonisti davvero ben disegnati e animati, oltre ai quiz musicali presenti a fine episodio.
Dopo un paio di episodi, però, esaurita la novità della storia l’anime ricade nei canoni dello shoujo più stereotipato, con situazioni già viste e straviste: vuoi perché il manga stesso non è questa perla di innovazione, ma soprattutto perché lo staff di animazione si è limitato ad animare la storia presente nel manga, senza aggiungere un benché minimo elemento di novità, qualcosa di mordente o spiritoso capace di conquistare lo spettatore senza annoiarlo. Insomma, un anime nella media ma tranquillamente trascurabile. Se siete dei fan della serie ovviamente non potrà che entusiasmarvi, ma se siete alla ricerca di un buon anime a tema musicale, lasciate perdere questo prodotto e orientatevi su qualcosa in stile Nodame Cantabile.

Storia
Una leggenda narra che il fondatore del prestigioso istituto scolastico Seisho, mentre da giovane viaggiava per l’Occidente e sognava di fondare una scuola che aiutasse i giovani musicisti ad affermarsi, abbia incontrato una creatura magica in difficoltà; in cambio dell’aiuto ricevuto, la creatura magica ha promesso di donare sempre fortuna e prosperità alla scuola del suo salvatore.
Di questa leggenda Kahoko Hino, studentessa alle prime armi di violino, si cura ben poco, così come della musica in generale. Anche quando viene a sapere che di lì a poco comincerà un famoso concorso del suo istituto per musicisti, che la leggenda vuole essere stato spesso “cupido” tra i violinisti partecipanti, non rimane particolarmente colpita, anzi, è più che altro concentrata nel reperire i compiti di inglese che ha dimenticato di svolgere. La severa professoressa di lingua le chiede, come punizione, di trasportare alcuni materiali nell’aula dove terrà la successiva lezione e così Kahoko si dirige, rassegnata, al dipartimento musicale. Assorta nei suoi pensieri, mette un piede in fallo e proprio mentre sta per cadere dalle scale, viene salvata dal tempestivo aiuto di Tsuchiura Ryouutaro che l’aiuta a trasportare il materiale. Anche lui fa parte del dipartimento “normale” della scuola ed è un po’ contrariato dall’atteggiamento altezzoso che gli studenti del dipartimento musicale hanno nei loro confronti all’arrivo nell’aula indicata dal docente. In particolare, un bellissimo e scontroso ragazzo ha un piccolo diverbio con Ryou, per poi scomparire all’interno della sua classe vestito con la divisa speciale riservata agli studenti di musica.
Nel ritornare alla propria aula, Kahoko riflette su quanto sia sciocca la leggenda della fata protettrice dell’istituto. Ma proprio mentre se ne fa beffe, il buffo spiritello, di nome Lily, appare davanti a lei dicendole che “sarà la sesta”. Kahoko pensa che sia una visione dovuta a un capogiro e torna a casa un po’ turbata.
Il giorno successivo viene pubblicata la lista dei partecipanti al concorso musicale. I 5 prescelti del dipartimento musicale sono parecchio variegati: Yuki Shimizu, la “bella addormentata” del primo anno poco consapevole di quello che gli succede intorno e sempre assonnato; Shouko Fuyumi, una ragazza timida ed emotiva; Ren Tsukimori, lo scontroso ragazzo del secondo anno che ha avuto un diverbio con Ryou; l’idolo del terzo anno Azuma Yunoki, sempre gentile e pacato e il suo inseparabile ed energetico amico, Kazuki Hihara.
Ma c’è un partecipante extra ed è proprio Kahoko! Sconvolta, si reca dal professore incaricato, Kanazawa sensei, dicendogli che lei non sa assolutamente suonare alcuno strumento e deve esserci stato un malinteso. Lo strano professore le dice che è proprio lei a essere stata scelta perché è in grado di “vedere quel qualcosa”. Inoltre, le riferisce un messaggio del preside che le chiede di recarsi nell’edificio dove si esercitano gli allievi di musica. Nel frattempo sopraggiungono i partecipanti del terzo anno: sotto le domande pressanti di Azuma, flautista, e Kazuki, trombettista, Kahoko si irrita e scappa via.
Giunta all’aula delle esercitazioni incontra Ren che si rivela essere, oltre che un superbo violinista, anche un ragazzo piuttosto scontroso. Poco dopo, appare lo spiritello della scuola che rivela a Kahoko di averla scelta perché è una delle poche persone ancora in grado di comunicare con le fate. Le dona, inoltre, un violino magico che potrà suonare bellissime melodie – anche se la ragazza non conosce i fondamenti della musica – a patto che abbia la giusta predisposizione d’animo. La ragazza è contrariata e spaventata ma, convinta dallo spirito, prova a suonare; il suo corpo assume d’incanto la postura corretta e dal violino esce una nota chiara e pulita. Kahoko è felicemente sorpresa ma Ren, sopraggiunto poco prima, smorza il suo entusiasmo dicendole che quel tipo di esecuzione non merita neppure di essere presentata in pubblico.
Passa qualche giorno e la ragazza è ancora piuttosto titubante all’idea di partecipare alla gara. Osserva il violino magico donatole poco prima dallo spirito e, d’impulso, si allontana dalla panchina su cui è appoggiato tentando di abbandonarlo. Nella sua fuga viene però fermata da Ryou che le porge il violino dicendole che dovrebbe essere fiera di essere stata selezionata. Kahoko si allontana, un po’ sollevata, ma ecco che si accorge di aver dimenticato la propria borsa. Nel tentativo di ritrovarla, urta con la pesante custodia del violino Yuki Shimizu, che sta dormendo adagiato sull’erba del giardino scolastico. Scusatasi con il bellissimo e assonnato ragazzo, Kahoko ricorda di aver lasciato la borsa nella sala di esercitazioni e, nel recuperarla, ha modo di sentire l’esercitazione di Ren. La protagonista rimane basita dalla sua bravura e dalla limpidezza delle note prodotte e, dopo essersi complimentata in maniera piuttosto impacciata, prova a rieseguire la melodia che ha appena ascoltato col violino magico, producendo una bellissima esecuzione. Lily appare di nuovo e scongiura la ragazza di prendere parte alla gara. Kahoko pensa che sia scorretto nei confronti di chi sa davvero suonare gli strumenti, ma la fatina replica che questa era la volontà del fondatore della scuola. Davanti alle lacrime dello spiritello e al sogno di creare una scuola in cui chiunque possa imparare e divertirsi con la musica, la ragazza cede e decide di partecipare alla gara.
Il giorno successivo si tiene il primo meeting tra i partecipanti: Kahoko, giunta in anticipo, nel tentativo di difendere Fuyumi dalle angherie delle ragazze del secondo anno, viene pesantemente critica e le viene richiesto di suonare qualcosa. La ragazza accetta la sfida, ma alla prima nota è già stonatissima. Fortunatamente interviene senpai Yunori, che allontana le proprie ammiratrici moleste e salva galantemente le due donzelle.
Il professore assegnato spiega come si svolgerà la competizione: la scelta del brano è a discrezione del partecipante, ma a ogni round verrà fornito un tema guida. In base alla classifica ottenuta di volta in volta, verrà decretato il vincitore. Kahoko riceve da Lily lo spartito di “Gavotti”, un brano orecchiabile e semplice con cui esercitarsi ma, nel ritornare alla propria classe, viene di nuovo fermata dalle ragazze del secondo anno membri del fanclub di Yunoki, che le intimano di stare lontano da lui e di dare loro un altro saggio della sua bravura. Ad aggravare la situazione arriva Nami, membro del club giornalistico, decisa a seguire da vicino la competizione: la ragazza le consiglia di accettare altrimenti le molestatrici non la lasceranno mai in pace. Kahoko, suo malgrado, finisce per assentire e fissa una data per la sfida. Ryou interviene sul finale, rassicurandola ancora: basterà che dia il suo meglio e nessuno se la prenderà con lei.
Giunto il giorno del confronto, Kahoko è tesissima: non riesce a suonare il pezzo al meglio ed è decisamente scoraggiata. Ma un incontro casuale con Kazuki diviene provvidenziale: egli esegue lo stesso pezzo con la tromba e le dice di non essere così tesa, perché “Gavotti” è una composizione che esprime gioia. Yuki, determinata, si reca alla sfida e comincia a suonare discretamente ma poi, intimidita dalla folla che le ragazze del secondo anno hanno radunato, stecca. Tutto sembra perduto, ma sopraggiunge Kazuki che la trascina in un particolare duetto tromba-violino che si rivela un successo. Tutti applaudono e le ragazze del secondo anno vengono definitivamente zittite da Ren che critica aspramente le loro abilità di musiciste.

Considerazioni
La Corda d’Oro è uno shoujo di medio livello ma, dato il sovraffollamento del mercato italiano, sarebbe stato meglio acquistare i diritti di opere più meritevoli.
La storia, basata su quella del primo videogioco della serie, è abbastanza lineare e neppure nelle sue più recenti svolte pare riuscire a decollare, a riservare grandi sorprese o emozioni; l’opera prosegue con il classico schema “problema – incontro – superamento della prova”, infarcito poi di triangoli, scene romantiche e qualche gag poco riuscita.
La storia è basata sulla musica, ma l’approccio è decisamente canonico e poco approfondito. Gli strumenti saranno anche disegnati divinamente, ma non c’e’ un gradevole sottotesto che incuriosisca il lettore o gli spieghi le loro peculiarità: sono semplicemente un mero abbellimento e più il manga prosegue e più ciò diviene lampante.
Inoltre, se la storia era nata come un triangolo amoroso tra la protagonista, Ren e Ryou, più avanti scivola sempre più nel Mary Sue, in maniera piuttosto banalotta e poco incisiva. Qualche personaggio interessante c’è, ma la maggior parte dei bellocci presenti sono bishounen etichettabili per categorie: lo scontroso ma sotto sotto sensibile, il bellissimo, l’idolo, il simpatico e iperattivo, il ragazzo gentile che nasconde un segreto e via dicendo.
La protagonista, poi, dimostra un’evoluzione e una profondità degna dei migliori comodini Ikea: piatta, senza carattere e personalità. Verrebbe davvero voglia di pensare: “non è giusto che partecipi alla competizione!”, tanta è la sua superficialità nell’affrontarla.
Per quanto riguarda lo stile di disegno, nel corso dell’opera migliora notevolmente: i personaggi divengono più “tridimensionali” e le loro espressioni più complesse. Questo non significa, però, che il disegno sia accattivante o particolarmente innovativo, è carino e basta. Inoltre c’è da segnalare che, pur migliorando nel corso degli anni, l’autrice smette progressivamente di disegnare i fondali e negli ultimi capitoli usciti le pagine, personaggi a parte, sono praticamente bianche, rendendo ancora più ripetitivo e piatto il manga.
Insomma, uno shoujo standard che più avanza e più cade nello stereotipo, senza particolari pregi né gravissimi difetti, ma assolutamente piatto e privo di incisività.
Davvero, non se ne sentiva di bisogno della pubblicazione in Italia.

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