Recensione Manga – Magica Doremi (Ojamajo Doremi) di Shizue Takanashi e Izumi Todo

a cura di Nino

Titolo originale: Ojamajo Doremi
Tradotto: Doremì, strega pasticciona
Autore: TODO Izumi (storia), TAKANASHI Shizue (disegni)
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::   
Casa editrice: Kodansha
Numero di tankoubon: 3, concluso
Anno di pubblicazione: 2000
Rivista di serializzazione: Nakayoshi 

:: Il manga in Italia :: 
Pubblicato in Italia da: Play Press
Numero di volumi: 3, concluso
Anno di pubblicazione: 2004

L’autrice
Shizue Takanashi nasce il 31 Agosto a Chiba. Debutta con Momotaro Yori Hoshisama e (Da Momotaro per il signor Hoshi) ma il successo arriva con Hello! Spank, negli anni ’80. A lungo attiva nelle serie per più giovani, si è poi dedicata a seinen e josei.

Storia
La piccola Doremì Harukaze è una bambina di otto anni, la cui famiglia è composta da padre, madre e dall’insopportabile e pedante sorellina Poppu.
Un giorno insieme a due compagne di scuola, Aiko e Azuki, entra in un misterioso negozio di magia gestito da Majorika, una misteriosa donna. Additandola a strega le bambine la fanno trasformare in Gaeru, una buffa creatura simile a una rana.
Il danno è fatto: quando una strega viene scoperta si trasforma in una rana. L’unica soluzione per tornare umana è fare di Doremì e delle sue due amichette le sue apprendiste.
Le tre ragazzine vengono così dotate di poteri magici e, fra una lezione di magia e l’altra, imparano a crescere occupandosi del negozio di magia e dei piccoli problemi dei bambini della loro età.

Considerazioni
Inutile pretendere un approfondimento psicologico o un coinvolgimento emotivo di grande impatto: Magica Doremì è un manga per bambine ed in quanto tale regala emozioni solo a queste. Ma la piacevolezza del manga sta proprio in questo: una storia felice e gaia che non si prende troppo sul serio e che è, nella sua semplicità, molto tenera.
Il tratto della Takanashi non ha mai brillato per cura o precisione ma ricorda a tratti Grazia Nidasio (l’autrice dell’indimenticabile Stefi pubblicata negli anni 70/80 sul “Corriere dei piccoli”), ma c’è da sottolineare che, rispetto al suo precedente manga Ohayou! Spank (pubblicato anche in Italia e famosissimo per la sua versione animata), il tratto è molto peggiorato: mancano le anatomie e i personaggi risultano ‘inclinati’.
Le storie, composte da 16 pagine ciascuna, non risultano essere eccezionali e il confronto con la serie animata è d’obbligo, visto che Ojamajo Doremi risulta essere, come la maggioranza dei serial giapponesi di successo degli ultimi dieci anni, un prodotto studiato a tavolino ma soprattutto perché in Italia è arrivata prima quest’ultima che, sia a livello di sceneggiature che di disegni risulta di gran lunga superiore alla versione cartacea. Ma, essendo un manga composto da tre volumi, è consigliato ai fan delle maghette o, più in particolare, ai fan di questa serie. Ottima l’edizione Play Press che presenta volumetti identici all’originale, lasciando addirittura le interviste allo staff. L’unico neo è la brutta decisione di utilizzare l’adattamento televisivo dei nomi che farà storcere il naso ai puristi.

 

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