Recensione Manga – VOID di Ranmaru Zariya

A cura di Emy

Titolo originale: Void
Autrice: ZARIYA Ranmaru
Categoria: Boy’s Love – Yaoi*

*Warning: con “YAOI” si intendono storie di amore omosessuale fra maschi, con contenuti espliciti e sono pertanto indicati per un pubblico maturo.  

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Libre Shuppan
Anni di pubblicazione: 2015
Volumi: 1, completo
Rivista di serializzazione: B X Boy Gold

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: J-Pop 
Inizio pubblicazione: Febbraio 2020
Volumi: 1, completo
Distribuzione: librerie e fumetterie
Senso di lettura: orientale
Prezzo: 6,90 euro.

Storia
In un’era in cui gli umanoidi vengono prodotti su misura fino al più piccolo dettaglio, Maki ne riceve in dono uno davvero speciale: si chiama Arata e ha l’aspetto e i ricordi di Ren, una persona molto importante della sua vita. L’androide viene regalato a Maki per il compleanno da un amico. Questi conosce il passato di Maki e sa quanto Ren lo abbia ferito, quindi pensa che un androide, più precisamente un modello da compagnia, programmato per sviluppare un imprinting con la prima persona su cui poserà lo sguardo, sia l’ideale per colmare il vuoto del suo cuore. Maki dapprincipio non vorrebbe accettare il dono, però, quando Arata si risveglia in casa sua, sviluppando l’imprinting con lui, non lo allontana ma si arrende all’attaccamento che l’androide dimostra fin da subito nei suoi confronti. Per Maki Arata diventa presto una tentazione irresistibile, l’occasione per vendicarsi del tradimento di Ren, morto sette anni prima. Arata è soltanto una macchina, in fondo, quindi può subire e sopportare di tutto. Così Maki perde il controllo, inclinando pericolosamente verso la parte più oscura e sadica di sé…

Considerazioni
Da Solaris a Blade Runner, il “replicante” ha da tempo conquistato una parte importante dell’immaginario s-f, anche nella contaminazione erotica (un titolo su tutti: E-Doll di Francesco Verso). Non sorprende perciò ritrovare questo tema declinato in un contesto yaoi.
Zariya però si dimostra abile nel gestire questo tropo consolidato in modo funzionale, perché giustifichi a dovere i personaggi e le loro azioni. Lo fa con una pianificazione adeguata del background, infatti il passato di Maki ci viene svelato un po’ alla volta: egli ha ricevuto un grave torto da Ren, l’uomo il cui volto è il modello di Arata, motivo per cui Maki si vendica sadicamente sull’androide, che si ritrova a svolgere il ruolo del capro espiatorio.
Il meccanismo narrativo permette all’autrice di esplorare il lato più dark del suo universo narrativo e nel contempo di variare quello che è un tipo ricorrente nelle sue storie. Già, perché il seme in Zariya (come in altre mangaka yaoi) tende ad assumere le caratteristiche di un Mr Darcy super dotato… Non solo è bello bello in modo assurdo, è anche sincero, fedele, devoto alla sua controparte designata (è il caso di Liquor & Cigarette o i volumi finora editi di Coyote). In altre parole, è anche fin troppo perfetto.
Stavolta il protagonista attivo della coppia scopre, per via della natura robotica del suo partner, il lato più oscuro di sé e lo sperimenta, dando sfogo a pulsioni sadiche che si concede perché, in fondo, il compagno di giochi è una macchina, anzi, una macchina costruita per il suo piacere, una macchina obbligata a provare piacere anche se il gioco si fa decisamente sporco. Questo conferisce a Void una sfumatura particolare nella produzione di Zariya, uno sguardo freddo e oggettivo che potrebbe spiacere ad alcuni lettori, ma che è adatto al contesto e al setting della storia.
D’altro canto, il fatto che Void sia composto di un unico volume non consente alla mangaka di tirarla troppo per le lunghe, ed ecco quindi il nostro protagonista rientrare nei ranghi del suo “tipo fisso” (in verità con un cambiamento un po’ troppo repentino per risultare veramente convincente): il seme torna a svolgere il suo ruolo quasi paterno, comprensivo e rassicurante.
A parte questa piccola forzatura, giustificabile nell’ambito della categoria di riferimento, Void è un’opera che si segnala sia per la sostanziale coerenza narrativa, sia perché permette alla mangaka di spuntare la casella s-f nell’ambito della sua produzione. Last but not least, non si può fare a meno di sottolineare la consueta sontuosità grafica cui l’autrice ci ha abituato così bene. Menzione d’onore, infine, per l’edizione J-Pop, finemente curata.
Il titolo risulta pertanto consigliato, a meno che non troviate urticanti le scene esplicite di cui il volume è generoso o che siate insofferenti delle sfumature borderline summenzionate.

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