Recensione Manga – Hitsuji no uta – Il silenzio degli innocenti di Kei Toume

Hitsuji no Uta – Il silenzio degli innocenti

A cura di Elianthos

Titolo: Hitsuji no Uta/Lament of the Lamb
Autore: TOUME Kei
Categoria: Seinen

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Gentosha
Volumi: 7 (completo)
Pubblicato a partire dal: 1995

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Il silenzio degli innocenti
Edizione: Magic Press
Volumi: 7, completo
Pubblicato a partire dal: 2011
Prezzo: 5.90€.

Storia

Volume 1

Kazuna Takahashi è un liceale come tanti, in apparenza.
Se non che della sua famiglia ha solo pochi ricordi in vecchie fotografie, vivendo dall’età di dieci anni presso gli zii, il padre e la sorella maggiore allontanatisi insieme per cause non chiarite e mai più rivisti. Tra Kazuna e loro, tutti, c’è un muro invisibile, di silenzi e verità non dette.
Ma durante un pomeriggio in compagnia di Yaegashi, sua compagna di classe e unico altro membro del club di pittura della scuola, scopre contemporaneamente di essere sconvolto e attratto – al punto da svenirne – non solo dalla quieta perspicace premura della ragazza ma anche dal suo sangue – o è semplicemente una chiazza di pittura rossa? – mentre la fanciulla maneggia gli attrezzi da lavoro.
Guidato dalla propria inquietudine Kazuna si ritrova a ricordare e ricercare le tracce dei suoi legami di sangue. Finirà, letteralmente e non, per ritrovarli. E perderli, e perdersi in essi e nelle loro ramificazioni.
Legami che danno e portano la vita, così come attirano verso la morte: la compagna che ha appena iniziato ad amare, la sorella, il padre, il dottore, la madre, gli zii, se stesso… di volta in volta fantasmi vivissimi ed esistenze fantasma. E la memoria, e l’oblio, allo stesso tempo si rivelano medicina e veleno, cura e malattia.

Considerazioni
‘Mingled among the Sheep there’s a Wolf. And by his own solitary fangs he’s rent’*. ‘Un lupo mescolato in un gregge di pecore lacera il proprio corpo con zanne solitarie’.
Hitsuji no Uta è un manga particolare nel suo filone, vuoi per l’approccio che apprezzabilmente si distacca dalla figura spesso romanticizzata e “glamour” del vampiro contemporaneo, vuoi per l’approccio più psicologico e perfino medico/scientifico (non ci sono giustificazioni soprannaturali, è tutto ricondotto alla sfera del normale e del possibile) circa cosa il ‘vero’ vampirismo sia e rappresenti.
Peculiare è anche l’approccio ai rapporti del protagonista con i familiari, in cui si sfiora un altro tabù, l’incesto, tanto popolare e frequentemente proposto quanto spesso banalizzato in altri manga e anime. La simbiosi – o meglio codipendenza – del protagonista e di sua sorella Chizuna, ma anche di Chizune e suo padre, nonché di Chizune e Minase (il suo amico, discepolo del padre, amante, dottore), è qui resa nel miscuglio di affetto, dubbio, attrazione e repulsione, claustrofobica catena, senza ‘infighettamenti’ e facili sentimentalismi.
In questo viluppo Minase e Yaegashi sono gli estranei, la potenziale salvifica via d’uscita. Ma in quanto ineluttabilmente portatori di altri legami, altro sangue, sono anche una tentazione, una minaccia, una colpa.
Nel finale, pur se ben orchestrato, l’escamotage che ‘libera’ il protagonista e il relativo messaggio di fondo sembrano stonati, un po’ troppo fatalistici. La soluzione del capitolo conclusivo nel lungo termine sembra piuttosto aumentare i problemi del protagonista invece di risolverli…
Hitsuji no Uta resta comunque nel complesso un ottimo manga, di cui è consigliata la lettura.

*è l’incipit nell’edizione Tokyopop.

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