Recensione Manga – Natsuyuki Rendezvous di Haruka Kawachi

A cura di Emy (review) e Martina (info, storia e grafica)

Titolo originale: Natsuyuki Rendezvous
Titolo internazionale: Summer Snow Rendezvous
Autrice: KAWACHI Haruka
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shodensha
Numero di volumi: 4 + 1 extra, concluso
Anni di pubblicazione: 2009-2013
Rivista di serializzazione: Feel Young
Collana: Feel Comics

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Flashbook Edizioni
Numero di volumi: 4, concluso
Inizio pubblicazione: maggio 2018
Distribuzione: fumetteria e Amazon
Formato: Brossurato, 12×18, B/N
Prezzo: 5,90 euro, bimestrale.

:: Anime ::
Regia: Ko Matsuo
Studio: Dogakobo
Anno di produzione: 2012
Episodi: 11 (completo)
Rete: Fuji TV (noitamina)

:: Multimedia ::
Nel 2012 è stato pubblicato un fanbook intitolato “Natsuyuki Rendezvous Anime & Gensaku Koushiki Guide Book” di 164 pagine con illustrazioni a colori tratte sia dall’anime che dal manga, interviste all’autrice e ai creatori dell’anime, e il contributo di diverse mangaka tra cui Youko Nemu, Tomoko Yamashita ed Est Em.

Storia
Nonostante l’aria apatica e un po’ fosca, il ventiduenne Ryousuke Hazuki ha un animo puro e incline all’amore: da qualche tempo ha iniziato a lavorare in un piccolo negozio di fiori solo perché si è innamorato a prima vista della proprietaria, la trentenne Rokka Shimao. Avere una chance con lei si rivela tuttavia più difficile del previsto, visto che la donna sembra aver rinunciato per sempre all’amore nonostante la giovane età.

Un giorno, Hazuki viene invitato nell’appartamento di Rokka a bere qualcosa prima di andare a scegliere un regalo per l’ex proprietaria del negozio, Akko, che sta per trasferirsi all’estero (si è sposata con un italiano di 15 anni più grande di lei). A casa di Rokko, Hazuki vede un ragazzo seminudo aggirarsi con fare possessivo, e la delusione è tale che Hazuki se ne va bruscamente senza dare né chiedere spiegazioni.

Di lì a breve il nostro protagonista scopre che quel “ragazzo” in realtà è lo spirito del marito di Rokka, Atsushi, morto tre anni prima per una grave malattia. Da allora il marito-fantasma è rimasto a fianco dell’amata per vegliare su di lei e interferire nelle sue relazioni, a insaputa della stessa!
A dare una mano nel negozio ogni tanto c’è anche Miho, sorella maggiore di Atsushi, dal carattere invariabilmente allegro e solare, ma l’unico a vedere lo spirito del defunto è Hazuki, che di certo non rinuncia per questo a conquistare il cuore di Rokka…

Considerazioni
Natsuyuki Rendezvous è veramente un’opera particolare. L’autrice mostra di prediligere narrazioni insolite, cosa che le permette di riuscire originale. L’originalità di questo titolo poggia su una riflessione circa i plot tipici di shoujo e josei e sulla pregevole architettura narrativa.

Il triangolo sentimentale, la costruzione di una relazione, il matrimonio e il lieto fine… l’autrice tocca tutti questi punti in modo originale. Il triangolo sentimentale vede uno dei suoi vertici occupato da… un fantasma, che tra l’altro è anche il marito della donna. La costruzione di una relazione si sdoppia: da una parte abbiamo la relazione con il futuro (Hazuki), dall’altra il rapporto col passato (Shimao), ancora da elaborare. Il matrimonio di norma in shoujo e josei è l’obiettivo da raggiungere, uno scopo futuro. In questo caso il matrimonio è già stato celebrato, è un evento nel passato perciò l’obiettivo è stato raggiunto ma la felicità associata a quell’evento è passata, svanita. Il matrimonio non sempre coincide col lieto fine, sembra concludere l’autrice, e il lettore con lei.

Dirò la verità: il manga all’inizio non mi aveva colpito perché, salvo in alcuni punti, non mi ha trasmesso forti emozioni. Poi, però, quando ci ho riflettuto, ne ho capito la grandezza. A volte ci sono fumetti non immediati, che necessitano di una rilettura per poter  essere meglio compresi.

Ho analizzato l’architettura narrativa. Interessantissima: all’inizio il protagonista è Hazuki e il binario narrativo sembra tradizionale. Poi veniamo attirati nella rete di Shimao ed è lui che prende le redini, cercando di esercitare un ruolo da protagonista: per fare questo, deve farci sprofondare nel passato. Ecco perché si avvicendano i flashback: in questo modo capiamo Shimao e anche Rokka, capiamo che la loro era una storia d’amore autentica e profonda, capiamo il dolore della vedova, perché il tempo procede e il passato non ritorna… e tutto questo è molto ingiusto.

Nel momento in cui la linearità della narrazione è ripristinata e Hazuki torna a essere protagonista, il danno è fatto: anche un lieto fine avrà un sapore amaro per noi, perché ammettiamo che “tutto è bene quel che finisce bene” è una formula che ha un senso solo nelle fiabe. Forse per questo nel manga una parte delle vicende si svolge in una dimensione fiabesca. Da una parte la fiaba, dall’altra la realtà. Nella fiaba la vittoria finale cancella le sofferenze, rimargina le ferite, dà uno scopo al viaggio, rassicura perché c’è un’unica verità e un unico punto di vista.
Nella realtà ogni vittoria si trascina dietro una o più sconfitte… e le sconfitte restano. Esse non vengono annullate da un radioso futuro, né dimenticate. Restano come ferite (i personaggi si feriscono spesso in questo manga), le ferite fanno male, poi guariscono però il ricordo resta e lascia segni invisibili.

Veramente una lettura significativa, però non immediata. Se cercate qualcosa di semplice e di rassicurante, cercate altrove. Qui c’è problematicità e malinconia, c’è la consapevolezza di chi vuole raccontare senza ripiegare nella fiaba.

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