Recensione Manga – di[e]ce di Kana Yamamoto e Otoh Saki

A cura di Emy (review) e Sayoko (info, storia e grafica)

Titolo originale: di[e]ce
Autori: YAMAMOTO Kana (disegni) e SAKI Otoh (storia)
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Ichijinsha
Numero di volumi: 6 -concluso
Anni di pubblicazione: 2007-2010
Rivista di serializzazione: Monthly Comic Zero Sum
Media: nel 2008 è stato realizzato un DRAMA CD tratto dalla serie.

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Goen
Numero di volumi: 6, concluso
Pubblicato a partire da: Novembre 2011
Distribuzione: fumetteria, bimestrale
Formato: 12×17, b/n e colore
Prezzo: 4,95 euro.

Storia
Kazuki Naruse e Haruki Koutake sono al primo anno dell’accademia maschile Seitokou, condividono la stessa data di nascita (11 novembre) e sembrano due gocce d’acqua. Tuttavia non risulta che i due abbiano legami di sangue.
Il giorno del loro sedicesimo compleanno inizia un efferato gioco di sopravvivenza, chiamato “di[e]ce” (‘dice’ in inglese significa ‘dado’). Kazuki e Haruki sono entrambi i “King” di questo enigmatico e oscuro gioco, e poiché non ci possono essere due re, uno dei due dovrà ammazzare l’altro.
Altri compagni saranno coinvolti nel gioco in ruoli diversi, fra cui quello di “pedoni” (Yuki, il migliore amico di Haruki e Kazuki) e di “guardie del corpo” (Sion, che farà da bodyguard a Kazuki).
Il dado è tratto: si avvicenderanno misteri, azione e combattimenti, non senza alcune lievi suggestioni BL (boys love).

Considerazioni
Confesso di non avere un gran feeling con i manga pubblicati su “Comic Zero Sum”, e non perché non mi piaccia l’azione, ma perché il format della rivista predilige un’azione di un certo tipo: tanti personaggi, tanti scontri, azione e azione in quantità stordente, l’importante è assicurare un’atmosfera che alluda al dark, al mystery… alle Clamp, insomma, o meglio alle loro più note storie fantasy action (allusioni shounen ai comprese). L’aspetto grafico è sempre piacevole, le scene d’azione sono ben impostate ma la grande somiglianza dei (tanti) personaggi, belli ed eleganti, fa scivolare tutto nell’uniformità: alla fine non si sa bene che cosa stia accadendo o chi e perché faccia cosa, ma c’è uno scontro e quindi si assiste alla battaglia fino all’esito finale, quasi fosse un videogioco giocato da altri. Le relazioni tra i personaggi ci sono ma un po’ sospese, poco lineari, perché l’azione sovrabbondante non permette una chiara definizione di rapporti, motivazioni e pensieri, che poi vengono esplicitati verso la fine. Le tavole sono sempre ben costruite, a sfogliare i volumi si ha l’impressione di un prodotto curato. Ma dopo la lettura non resta molto, solo un vago ricordo del plot di base e il finale. Un po’ pochino forse, ma probabilmente è il destino dei manga legati a format troppo stringenti.

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