A cura di Valentina Calicchio
Titolo originale: In These Words
Autrici: Guilt Pleasure (storia Kichiku Neko e disegni TogaQ)
Categoria: Boy’s Love – Yaoi*
*Warning: con “YAOI” si intendono storie di amore omosessuale fra maschi, con contenuti espliciti e sono pertanto indicati per un pubblico maturo.
:: Il manga in America e Giappone ::
Casa editrice: 801 Media (USA) e Libre Shuppan (JP)
Numero di volumi: 4, in corso
Anno di pubblicazione: 2012
Rivista di serializzazione: Be x Boy GOLD
:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Sinnah
Pubblicato a partire da: Settembre 2022
Prezzo: 6.90 E
:: Curiosità ::
In These Words è stato pubblicato nel 2012 da 801Media, divisione yaoi della casa editrice americana Digital Manga Publishing, dopo essere stato realizzato dal Circolo di Doujinshi taiwanese “Guilt Pleasure”, formato dalla scrittrice BL Kichiku Neko e dalla talentuosa artista TOGAI Jun (nome dietro il quale si cela Jo Chen, di cui in Italia nel 2007 è stato pubblicato da J-Pop THE OTHER SIDE OF THE MIRROR, opera non BL). Anche se In These Words è propriamente un OEL, ossia un manga originariamente concepito in lingua inglese, è stato in un secondo momento edito anche in Giappone dalla Libre Shuppan, e oggi vanta un’edizione inglese, una tedesca e una francese.
Storia
Katsuya Asano è un famoso psichiatra e profiler che ha lavorato anche in America: grazie ai suoi risultati viene assunto dalla polizia di Tokyo per indagare la mente di un pericoloso serial killer accusato di aver ucciso, dopo tremende torture, un numero imprecisato di giovani uomini. Per poter condurre queste indagini Asano dovrà però seguire un rigido e inusuale protocollo: per tutto il periodo degli interrogatori all’omicida dovrà vivere senza connessione con il mondo in una struttura privata, potendo interagire solamente con due agenti: un giovane poliziotto che si occuperà delle sue richieste e la guardia che si occupa direttamente del serial killer, mentre ogni informazione rilevante ottenuta dagli interrogatori verrà passata direttamente al capo della polizia. Asano inizia quindi a indagare come psichiatra la mente di un inquietante giovane uomo, che oltre a descrivere nei suoi interrogatori i tremendi crimini da lui commessi lo corteggia in modo ripugnante. La cosa ovviamente turba il profiler, ma ciò che lo sconvolge di più è il suo stesso inconscio: fin da prima di accettare l’incarico infatti ha incubi ricorrenti in cui è vittima di torture e stupri sempre più efferati che vanno intensificandosi, facendogli dubitare se siano sogni o ricordi.
Considerazioni
In These Words dovrebbe essere un thriller psicologico, ma alla fine del primo volume, chiaramente introduttivo, non c’è un vero e proprio set up articolato né dei personaggi né della storia: la narrazione risulta piuttosto carente e tutto pare girare molto intorno alle eccessive e reiterate scene di stupro, che fanno pensare più a un trigger che a qualcosa di oggettivamente necessario per l’avanzamento della storia. Gli stessi personaggi risultano poco convincenti: Asano, che dovrebbe essere un esperto psichiatra e profiler, appare uno sprovveduto incapace di gestire il caso a cui deve lavorare, pare soprattutto un ingenuo che non si pone mai dubbi su una situazione che a chiunque risulterebbe losca, mentre l’unico che finora si salva è il poliziotto più giovane, comic relief in una storia dai toni cupi e senza speranza.
È un vero peccato che i disegni di TogaQ, così belli nel rappresentare i personaggi (a scapito del fondale, quasi sempre scarno), vengano utilizzati in funzione di una storia al momento così debole.
Chiaramente avendo sottomano solo il primo volume si può solo che auspicare in un miglioramento nei successivi, il che ci porta al vero ed enorme problema di questo titolo, perlomeno per l’Italia. L’edizione italiana di quest’opera nippoamericana è stata fatta da Sinnah e se possiamo definirla inappuntabile per quanto riguarda l’estetica del volumetto, con sovraccoperta dai colori bellissimi, ottima carta e stampa che farebbero invidia a moltissime edizioni nostrane, altrettanto non si può dire una volta iniziato a leggere. Crediamo che questo sia probabilmente il peggior caso di traduzione e adattamento mai visti sul mercato italiano in quasi 30 anni di lettura manga (parliamo di noi come SMO e noi come lettori). La traduzione è pessima, l’italiano è a voler essere gentili claudicante e rende involontariamente comica tutta la lettura di una storia che comunque presenta delle scene abbastanza efferate.
Nelle parti di testo scritto sono state addirittura saltate delle righe nel passaggio tra una lingua e l’altra (!). Non ci sono poi nemmeno le solite attenuanti generiche “eh ma dal Giapponese”: no, il manga è americano, originariamente in Inglese e la traduzione fa emergere quanto non solo non si conosca la lingua di origine, ma ahimè neppure quella di arrivo perché gli errori di consecutio temporum (per dirne una) sono piuttosto gravi e marchiani e un lavoro simile non sarebbe accettabile neanche per un gruppo di fansubber, figuriamoci per una casa editrice che vende i suoi prodotti.
Spiace stroncare un titolo che era fortemente atteso dal proprio numeroso fandom, ma al netto dei propri gusti in fatto di trama l’edizione italiana è talmente irrispettosa dei lettori e dell’opera che non si poteva evitare di scriverlo.
Casomai dovesse uscire anche un secondo volume, auspichiamo che la casa editrice decida di occuparsi con maggior cura di ciò che davvero è importante: la leggibilità della storia.
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