Recensione Manga – My Love Story!! (Ore monogatari!!) di Kazune Kawahara e Aruko

A cura di Emy (review) e Martina (info, storia, grafica)

Titolo originale: Ore monogatari!!
Traduzione: La mia storia!!
Titolo internazionale: My Love Story!!
Storia: KAWAHARA Kazune
Disegni: ARUKO
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shueisha
Numero di volumi: 13, concluso
Anni di pubblicazione: 2011-2016
Rivista di serializzazione: Bessatsu Margaret
Collana: Margaret Comics

:: Il manga in Italia ::
Titolo: My love story!!
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 13, concluso
Inizio pubblicazione: Marzo 2018
Distribuzione: fumetteria, libreria, edicola
Formato: brossura, b/n, 11,5 x 17,5 cm
Collana: UP, bimestrale, 4,50 euro.

06_new :: Award :: 
Nel 2013 questo manga ha ricevuto il 37° Kodansha Manga Award, categoria shoujo manga, e nel 2016 ha ottenuto il 61° Shougakukan Manga Award, sempre per la categoria shoujo.

:: Anime ::
Regia: Morio Asaka
Studio: Madhouse
Anno di produzione: 2015
Episodi: 24 (completo)
Rete: NTV
In Italia: inedito

:: Multimedia ::
Sono stati prodotti tre romanzi ispirati alla serie: il primo per la collana Cobalt Bunko, in due volumi scritti da Kanae Shimokawa, e gli altri due collegati al film dal vivo, prodotto da Nikkatsu nel 2015, diretto da Hayato Kawai e interpretato da Ryohei Suzuki, Mei Nagano e Kentaro Sakaguchi.

Storia
Da una collaborazione tra Kazune Kawahara – una veterana degli shoujo scolastici, attiva fin dai primi anni Novanta – e la più giovane Aruko, un frizzante bestseller internazionale che si distingue per il suo inusuale protagonista.

Il quindicenne Takeo Goda è alto due metri, muscoloso, con labbroni enormi e sopracciglia altrettanto vistose. Tutti ne sono inevitabilmente intimoriti, ma il povero Takeo ha un cuore d’oro, e il suo amico d’infanzia – l’attraente Makoto Sunakawa – lo sa bene.

Un giorno, Takeo salva una coetanea da un molestatore sul treno: è la bella Rinko Yamato, studentessa di un liceo femminile che ben presto si innamora del suo salvatore. Takeo all’inizio non riesce nemmeno a rendersene conto, eppure finalmente è giunta la sua grande occasione! Il gigante buono, però, non ha una grande autostima e crede che l’interesse di Yamato nei suoi confronti sia in realtà indirizzato all’aitante Sunakawa…

Considerazioni
Ore Monogatari!! Ovvero: la gioia della leggerezza. La sceneggiatura ha mano felice nel tratteggiare con semplicità i personaggi e la loro storia, centrata attorno alla filosofia del paradosso: è paradossale che una bella figliola come Yamato si invaghisca del possente Takeo anziché del belloccio ed effeminato Sunakawa, questo sì il tipico ragazzo efebico da shoujo manga. Eppure è così: la graziosa Yamato è attratta proprio dal gigante Takeo, che finora ha sempre collezionato delusioni amorose. Logico che, dapprincipio, il protagonista maschile fatichi a credere alla sua fortuna. Yamato non è come le fanciulle che finora lo hanno usato per arrivare all’amico… è di lui che si è innamorata, perché l’ha visto per come è realmente: una persona forte, retta, onesta, affidabile, con un gran cuore. Insomma, la fanciulla è andata oltre le apparenze ed è lei che, pur essendo di bell’aspetto, si sente impacciata, poco all’altezza di una persona così grande, così bella. La ragazza non è la sola a vedere il protagonista in questo modo, perché anche l’amico d’infanzia, Makoto Sunakawa, lo vede così. Makoto conosce, apprezza e stima Takeo da sempre e da sempre è il suo migliore alleato.
Ecco quindi che il trio dei protagonisti sfugge alla dinamica trita e ritrita del triangolo amoroso: il titolo del manga mantiene quel che promette e la storia di Yamato e Takeo si nutre di situazioni romantiche ma ancor di più della gioia di stare insieme, gioia goduta nella quotidianità, nelle piccole cose che rendono speciali giornate ordinarie. Una gioia che diviene un buonumore contagioso, un benessere che si trasmette a chiunque venga a contatto con i protagonisti, quindi anche al lettore.
Leggerezza, semplicità, buonumore. Questo è il vero triangolo narrativo che dà sostanza all’opera e l’unica critica che si potrebbe muovere è quella che in effetti tutti i personaggi si ritrovano come un’aureola attorno al capo. Eppure questa dolcezza genera assuefazione anziché sazietà e difficilmente li si vorrebbe diversi. Ciò significa che il patto narrativo stretto col lettore funziona e che la storia, in fondo, appare come fiaba credibile.

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