Recensione – ELFQUEST di Wendy e Richard Pini

ELFQUEST

A cura di Emy

Edizione Italiana
Titolo: Elfquest
Autori: Wendy e Richard Pini
Editore: 001 Edizioni
Pubblicato a partire da: 2015
Numero di volumi: 4 volumi da 367 pagine.

In precedenza questo titolo è stato pubblicato da Macchia Nera, che dal 1997 al 2000 (anno in cui la casa editrice è defunta) ha pubblicato 32 numeri, pari alle prime quattro saghe e ai primi 66 numeri dell’edizione americana. Mancano altre otto saghe.

Storia
Elfquest è un fumetto fantasy che è stato pubblicato in Italia a partire dal 1997 dalla casa editrice Macchia Nera e poi nel 2015 da 001 Edizioni.
La storia narrata in questo comic, che è una produzione indipendente degli anni Settanta dei coniugi americani Wendy e Richard Pini, proposta come alternativa al filone supereroistico, è affascinante quanto originale, suggestiva e coinvolgente.
Qui si racconta del “mondo delle Due lune”, Abode, dove vive una particolare razza elfica, nata dall’unione tra lupi ed Elfi (!): i Wolfriders. Costoro conservano la grazia delle fattezze elfiche, ma le loro stature sono decisamente ridotte rispetto agli elfi dell’immaginario collettivo: poco meno della metà! Gli Elfi Alti, ossia gli elfi come ci sono noti, sono i diretti antenati di questa piccola comunità elfica che, proprio per cercare la loro parentela dispersa, nonché per difendersi dai sempre più minacciosi e primitivi esseri umani, dà inizio alla Quest, alla ricerca degli Elfi.
Capo indiscusso dei Wolfriders è il coraggioso Cutter, insuperabile nella lotta, è il primo a capire la necessità e l’importanza della Quest. Accanto a lui facciamo ben presto conoscenza della saggia e più matura Leetah, appartenente al “popolo del sole”, la prima comunità elfica che i Wolfriders incontreranno nel loro cammino.
La storia d’amore tra Leetah e Cutter inizialmente prende il sopravvento, ma poco a poco tutti gli altri compagni di Cutter si ritaglieranno un posto importante nella trama: il curioso Skywise, “fratello di Cutter in tutto –tranne che nel sangue” – come dice la stessa Leetah; il rude e testardo Strongbow, dall’incrollabile odio verso gli esseri umani; Aurora, la bionda e giovane cugina di Cutter…

Considerazioni
Queste le basi della trama, ma voler descrivere la bellezza di questa storia unita ai disegni sbalorditivi è impresa più che vana: Wendy e Richard Pini hanno dato vita a un vero capolavoro, appassionato e appassionante, fresco e ispirato tanto che, nonostante sia stato composto a partire dalla fine degli anni Settanta, non risulta per nulla datato. Le trame risentono delle letture tolkeniane e delle regole del fantasy classico, mentre i disegni, dall’inchiostratura attenta e precisa, ritraggono finanche la più piccola minuzia nelle elaborate vignette le quali risultano, nonostante ciò, niente affatto pesanti o difficili alla lettura.
Da allora molte cose sono cambiate, e anche se gli inizi non sono stati dei più promettenti (la prima rivista su cui Elfquest venne pubblicato in America, “Fantasy Quarterly”, chiuse al primo numero), l’ostinazione di Wendy e Richard ha permesso alla Quest di proseguire sotto l’egida di un proprio marchio: la WARP (Wendy and Richard Pini). In uno scenario dove il mercato era dominato dalla guerra editoriale tra Marvel e DC, i Pini proposero una serie quadrimestrale dall’impronta romanzesca e con episodi indissolubilmente legati l’uno all’altro, quindi difficilmente fruibili dal lettore occasionale. La loro fu una vera e propria scommessa, ma alla fine il tempo e il pubblico hanno dato loro ragione.
E così dalla prima serie, durata in tutto 21 numeri, l’universo di Elfquest ha continuato a crescere ed espandersi con ulteriori miniserie che hanno esplorato tempi e personaggi, e non è mancata una ristampa da parte della Marvel del primo arco di storie e in tempi più recenti un’altra ristampa della DC Comics. Personalmente ritengo che le saghe più valide siano le prime tre, caratterizzate da un bianco-nero di pregio, mentre nelle seguenti il colore -unito al fatto che altri disegnatori si sono avvicendati nella realizzazione del comic oltre a Wendy Pini- non rende giustizia alla bellezza dei disegni.
Il valore dell’opera rende particolarmente gradita la seconda edizione in Italia da parte della 001 Edizioni di questo masterpiece del fumetto indipendente americano.

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