Recensione Manga – Hanshin la dea dimezzata (Hanshin) di Moto Hagio

A cura di Emy

Titolo originale: Hanshin
Autrice: HAGIO Moto
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Shougakukan
Numero di tankoubon: 1, completo
Anno di pubblicazione: 1984
Rivista di serializzazione: Petit Flower

:: Il manga in Italia ::
Titolo italiano: Hanshin – La dea dimezzata
Casa editrice: J-Pop
Numero di volumi: 1 -completo
Pubblicato nel mese di: Gennaio 2021
Prezzo: 15 E.

Storia
Hanshin – La dea dimezzata è un’antologia di racconti, che vengono qui elencati.
Hanshin – La dea dimezzata: un racconto breve e intenso, incentrato su due gemelle siamesi; a una è toccata in dote un’intelligenza straordinaria, ma l’altra ha assorbito tutta la bellezza e il fascino che dovevano essere destinate a due persone. Come possono due donne così diverse, eppure biologicamente identiche, vivere costantemente insieme?
La bambina Iguana: Rika è una ragazzina che -a differenza della sorella- non ha mai ricevuto affetto dalla madre perché quest’ultima la ritiene un’iguana; la stessa Rika si è convinta di essere in realtà un’iguana: da qui i suoi problemi a relazionarsi con gli altri.
Imitando gli angeli: la giovane Tsugiko tenta il suicidio e viene salvata in extremis da un uomo che poi ritroverà come suo professore. Insieme inizieranno un percorso che porterà alla luce il trauma della ragazza.
La medicina per andare a scuola: un giorno a Katsumi accade un fatto ben strano… non vede più esseri umani attorno a sé, percependoli come mostri o non riuscendo a capire le loro parole. Una compagna di cui forse si è invaghito è tra i pochi individui che riesce a vedere col suo aspetto umano…
Sole pomeridiano: la protagonista è una moglie di mezz’età, in bilico tra il desiderio di concedersi a un giovane amore e la rassegnazione nel sacrificarsi a un ideale tradizionale di donna-moglie-madre passato ormai fuori moda.
Il falso re: in un mondo fantasy un ragazzo trova un reietto che accoglie e porta con sé, sulla strada del ritorno verso la patria. Ma entrambi nascondono un segreto che affonda nel passato…
La serra: è una storia che coinvolge due fratellastri, uno dei quali avverte una presenza soprannaturale che lo condurrà a compiere il suo destino in una serra.
Marine: ispirato al romanzo Ritratto di Jennie di Robert Nathan (in Italia edito da Edizioni Atlantide), è la storia di Marine, una giovane che appare, senza crescere mai, in varie fasi della vita del protagonista.
Catharsis: difficile la vita per il giovane Yuji che proprio non ce la fa a venire incontro alle aspettative della madre e finisce col fuggire dai suoi problemi. Fino a quando qualcuno non rivela una verità scomoda, che la famiglia sarà costretta a fronteggiare.
Il bambino torna a casa: due bambini tornano a casa, ma dai dialoghi della famiglia capiamo che uno dei due forse è un’illusione. Ma di chi?
Lo yukata cucito da Sayo: uno yukata cucito a mano è un oggetto importante per la giovane Sayo, perché è il primo che si cuce da sola, da quando la mamma non c’è più.
L’amico K: il protagonista mette insieme i ricordi di uno strano compagno di scuola, dal passato misterioso e dal carattere aspro. Il racconto, molto breve, è poco più che un bozzetto.

Considerazioni
L’antologia è un compendio di lavori realizzati dalla Hagio in diversi periodi della sua carriera, perciò si può ritenere il volume ideale per approcciare l’autrice e cominciare a farsi un’idea delle tematiche da lei predilette ma soprattutto della sua poetica: più che l’azione drammatica, l’azione che interessa alla Hagio è quella rivelatrice della psiche del personaggio. Una narrazione che privilegia il punto di vista laterale, quindi l’eccezione alla regola (Hanshin la dea dimezzata), la percezione del sé (La bambina iguana), la percezione dell’altro (La medicina per andare a scuola), il senso di colpa (Imitando gli angeli), l’elaborazione del lutto (Il bambino torna a casa), la memoria degli oggetti (Lo yukata cucito da Sayo), la morbosità del rapporto madre/figlio (Catharsis), il trauma sommerso (Il falso re), il bilancio di quanto realizzato e l’accettazione del sé (Sole pomeridiano). Più due racconti scritti da Ikumi Ikeda (La serra) e Takako Imazato (Marine) che virano sul soprannaturale più tradizionale.

Colpisce soprattutto l’omogeneità di fondo tra tutte le storie, perché un autore può cambiare nel corso della sua carriera e la Hagio invece, pur rinnovandosi nel tratto, si perpetua sempre, c’è un timbro inconfondibile che segna a fondo la lettura, è uno stile che la rende riconoscibile.

Tra i racconti riuniti nell’antologia comunque ci sono quelli più famosi dell’autrice: Iguana no Musume ha generato un drama e Hanshin è tra i più celebrati. Chi conosce e apprezza già la Hagio avrà pane per i suoi denti, soprattutto perché alcuni racconti non sono mai comparsi nelle antologie finora edite in Occidente e questo farà sembrare il volume un piccolo miracolo. Chi non la conosce potrà entrare in contatto con l’universo multiforme della Hagio ma anche chi non ha apprezzato le sue opere più lunghe può sperare di trovare questa antologia gratificante, purché sia interessato alle storie in cui emerge una chiave onirica o psicologica non banale.

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