Recensione Manga – Caro Fratello (Oniisama e…) di Riyoko Ikeda

A cura di Paul_v (testi) e sayoko (grafica)

Titolo originale: Oniisama e…
Autrice: IKEDA Riyoko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Shueisha
Numero di volumi: 3, concluso
Prima edizione: 1974
Rivista di pubblicazione: Margaret
Collana: Margaret Comics
Riedizioni: il manga è stato ristampato più volte. Nel 1985 in un volume unico nella prestigiosa edizione in formato aizouban da Chuokoronasha. In una versione bunko di 2 volumi, sempre da Chuokoronsha, nel 2002. In 2 volumi da FairBell nel 2006.

:: Il manga in Italia ::
Titolo italiano: Caro fratello

:: Prima edizione
Casa editrice: Star Comics
Numero di volumi: 4, concluso
Inizio pubblicazione: Luglio 1995
Senso di lettura: occidentale (ribaltato)
Distribuzione: edicola e fumetteria
Prezzo: 3.200 lire, collana Neverland

:: Seconda edizione
Casa editrice: Goen
Numero di volumi: 2, concluso
Pubblicato a partire da: Settembre 2011
Distribuzione: libreria e fumetteria
carofratellojpopPrezzo: 5,95 euro, bimestrale

:: Terza edizione
Casa editrice: J-Pop
Numero di volumi: 1, concluso
Previsto per il mese di: Giugno 2022
Prezzo: 15 Euro
Il volume contiene 8 illustrazioni a colori e 2 storie inedite dell’autrice.

:: L’anime ::
N. episodi: 39
Anno di produzione: 1991
Regia: Osamu Dezaki
Character design: Akio Sugino
Musiche: Kentaro Haneda
Produzione: NHK
Versione anime comic: distribuita in 8 volumi fra il 1992 e il 1993, pubblicati da Chuokoronsha e inediti in Italia.
In Italia: nel 1995 “Caro Fratello…” è stato distribuito in 10 VHS da Yamato Video.
I doppiatori principali: Beatrice Margiotti, Ilaria Latini, Monica Ward, Alessandra Cassioli, Stefania Patruno, Rosalinda Galli e Guido Cavalleri.
In TV è stato trasmesso nel 2003 sui canali del circuito Italia 7 Gold. Successivamente sul canale Man-Ga del pacchetto SKY.
Disponibile anche l’edizione in DVD, sempre per Yamato, raccolta in 2 box che contengono 4 DVD ciascuno. Prezzo di listino: € 49,99 per box.

Storia
Nanako Misonoo, ragazza timida e un po’ impacciata, si appresta, all’inizio della nostra storia, a fare il suo ingresso come studentessa esterna nel prestigioso istituto Seiran, che ha scelto come scuola superiore. La mattina della cerimonia di inaugurazione, salita su un autobus affollatissimo, riesce per un soffio a scendere alla fermata giusta grazie all’aiuto di una misteriosa ragazza, alta, bionda e mascolina, di cui Nanako nota, legato al polso, un bellissimo bracciale.
Scese dall’autobus, la ragazza restituisce a Nanako un libro che le era caduto, rivelando una voce roca e calda, solenne ed elegante, da cui Nanako rimane estremamente colpita.

Giunta al Seiran, la povera Nanako, l’unica che sfoggia l’uniforme non obbligatoria dell’istituto, viene subito individuata come “esterna” e attira l’attenzione di una stupenda ragazza dai capelli corvini e dalle labbra straordinariamente rosse, Mariko Shinobu.
Improvvisamente si leva un coro di voci eccitate per l’ingresso del “principe Kaoru”, una ragazza bruna particolarmente virile, che ha appena fatto ritorno al Seiran, finalmente ristabilitasi dopo un anno di cure mediche.

Infine, a coronare la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno, fa la sua comparsa la presidentessa del consiglio studentesco, Fukiko Ichinomiya soprannominata “Lady Miya”: una ragazza bellissima, dai capelli biondissimi e dalle labbra luccicanti come fossero bagnate dalla rugiada mattutina. Tramite lei e la nuova amica Mariko, Nanako viene a conoscenza di una importante tradizione del Seiran, il Sorority Club, una associazione studentesca femminile che ogni anno accoglie un limitato numero di nuove studentesse, selezionate in base alla propria posizione sociale, all’educazione, alla bella presenza e alla buona salute fisica.
Entrare a far parte del Sorority Club significa godere di privilegi come la protezione delle studentesse anziane, avere libero accesso alle mondane manifestazioni studentesche, e, non ultimo, essere presentate a stupendi studenti universitari. Nanako sente di essere estranea a un simile mondo, mentre Mariko, che ha buone possibilità, trepida per essere scelta a far parte del club.

Inaspettatamente Nanako incontra nell’istituto la ragazza dell’autobus: come la informa prontamente Mariko, è Rei Asaka del secondo anno, soprannominata “Saint-Just”; con la sua chitarra sta intonando una canzone circondata da un coro festante di ragazze esaltate.
Nanako risente la sua voce calda e penetrante; Rei pare non riconoscerla e, interrotta la sua esibizione, si imbatte in Lady Miya. Le due ragazze, Rei e Fukiko, si guardano sconvolte e impallidite, quindi Rei, con un atteggiamento stranamente umile, lascia passare la presidentessa del Sorority Club.

È giunto il momento dell’annuncio dei nomi delle nuove candidate per l’ammissione al Sorority Club. Mariko Shinobu è la prima candidata. Il secondo nome è quello di Orihara Kaoru: ma il “Principe” rifiuta perentoriamente la candidatura, prima affermando di essere contraria alla stessa esistenza di una tale tradizione, poi, moderando la sua posizione, fa leva sulle proprie precarie condizioni fisiche.
L’ultimo nome è quello di Nanako Misonoo: tale candidatura, che scatena un mare di proteste e offese, sarà l’inizio per la nostra protagonista di una lunga serie di sofferenze.

Il giorno dopo Nanako dovrà affrontare velenose insinuazioni da parte delle compagne di classe, tanto più crudeli e taglienti quanto più pronunciate a bassa voce nel bel mezzo delle lezione di un ignaro o indifferente professore.
La sua psiche ha un primo crollo nel momento in cui riceve fra le mani un foglio in cui si insinua che la candidatura di Misonoo non sia regolare, facendo riferimento alla posizione familiare di Nanako: la ragazza, infatti, è solo la figlia adottiva del famoso docente universitario Misonoo, che ha sposato in seconde nozze la madre di Nanako, l’umile cameriera di un ristorante.
Figlio legittimo del docente è il ventiduenne Takehiko, che Nanako ha conosciuto ai tempi delle medie al corso in cui il ragazzo dava ripetizioni. Ignara del loro legame, Nanako gli aveva chiesto di diventare suo fratello, e da allora ha iniziato una corrispondenza con lui.

In preda a un pianto disperato, la nostra protagonista fugge dall’aula e si scontra con Rei Asaka: l’incontro è fuggente, rapidissimo, ma è per Nanako, forse, e a sua insaputa, quello più decisivo: ora è Nanako che restituisce alla misteriosa ragazza un suo oggetto personale, non un libro, bensì una scatoletta di medicine, che Rei ingerisce subito dopo, con preoccupante disinvoltura, sotto gli occhi di Nanako. E mentre Saint-Just se ne va, la protagonista percepisce un odore di uomo…

La madre di Nanako informa la figlia che il party per la selezione dei nuovi membri della Sorority è stato posticipato, come le è stato riferito da Lady Miya. Ma ben presto Nanako si accorgerà che quella telefonata non è stata fatta dalla Presidentessa in persona, bensì da una non identificata studentessa, contraria alla sua candidatura e rosa dall’invidia: Nanako raggiungerà infatti il luogo del party in estremo ritardo. Il colloquio con Lady Miya e le altre studentesse anziane sarà solo una penosa umiliazione per Nanako, che vede cadere tutte le speranze di entrare nel Sorority Club.

Ma il giorno seguente Nanako scopre di essere entrata ufficialmente a far parte del prestigioso club: un simile accaduto non farà altro che attirare sulla protagonista anche le invidie e la rabbia di coloro che sono state escluse alla selezione pur avendo partecipato al party con puntualità.

Nanako ha l’occasione di assistere a due scene importanti per far luce sul mistero di Rei Asaka: nella prima si vedrà il principe Kaoru tenere un atteggiamento di rabbiosa protezione nei confronti di Saint-Just, nel momento in cui questa assume con la solita disinvoltura delle pasticche, la seconda è il primo passo per svelare un oscuro, sanguigno rapporto fra Rei e Fukiko. Fukiko invita Saint-Just a prestare il suo aiuto negli addobbi della Sorority House. Rei acconsente con un silenzio stupito e sottomesso, mentre Kaoru, lì presente, incita Rei a liberarsi una volta per tutte del bracciale, quello stesso bracciale che Nanako aveva notato al polso della ragazza nel loro primo incontro sull’autobus.

Alla Sorority House ha quindi luogo un evento sconvolgente e sanguinario: Lady Miya fa cadere intenzionalmente un porta-aghi sulla mano di Rei, provocandole una brutta ferita. Saint-Just chiede a Fukiko, in un tono da supplica, di essere medicata personalmente da lei, continuando a tenere in mano il porta-aghi, che si intinge del suo sangue. I membri della Sorority assistono impassibili allo spettacolo; solo Nanako accorre per aiutare la ragazza.

Durante la notte Nanako, in un incubo, rivive la scena del porta-aghi. Tale incubo è soltanto un segno premonitore dell’incubo reale e crescente che dovrà vivere d’ora in poi tra le mura dell’istituto Seiran…

Considerazioni
“Fratello mio… Non avevo mai visto una massa di odio, rabbia, crudeltà e irritabilità… poi una dolcezza sorprendente, e perfino tristezza fusi insieme negli occhi di una donna… Chissà se anche io un giorno avrò quello stesso sguardo…?”

“Caro fratello” è innanzitutto la storia di una maturazione: quella della protagonista Nanako Misonoo, che facendo il suo ingresso nel mondo liceale, vede appassire le dolcezze dell’infanzia, per lasciare il posto ai turbamenti adolescenziali.
Nanako è, all’inizio della nostra storia, una bambina che cerca ancora la protezione e l’approvazione paterne; alla fine, una donna che ha visto su di sé lo sguardo delle studentesse più anziane. Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, e da questa alla maturità, è per Nanako un evento traumatico, nel quale ha la possibilità di conoscere un mondo ben diverso da quello ovattato della famiglia. È il mondo del Sorority Club, un mondo diabolico dietro le fastose parvenze di un gruppo di donne privilegiate, affascinanti, in cui un’insicura studentessa del primo anno vede quasi delle seconde madri.
Nanako avrà il difficile compito di strappare questo velo illusorio per smascherare un mondo in cui si annidano, come in un vero e proprio inferno, le malignità e le perversioni della persona, il sadico piacere di sentirsi al di sopra di tutti, la viltà e la debolezza che tutto questo nasconde. Alla fine della nostra storia Nanako ci dirà: “La Sorority mi ha fatto conoscere le cattiverie delle persone, l’amore e l’odio della gente, la bellezza, la viltà e la tristezza delle donne, una tristezza che congela il cuore…”.

Nanako vive tra le mura del Seiran nella quasi totale solitudine e rari sono i momenti in cui può ritrovare quel calore che scongeli il suo cuore infreddolito; imbattendosi nella porta che dà all’interno della torre dell’orologio, Nanako ha una fuggevole quanto intensissima consolazione ai propri tormenti: sulle pareti vede impresse frasi di dolore di studentesse che un tempo lontano avevano trascorso la loro adolescenza al Seiran; frasi che, pur appartenendo a un tempo non presente, sono le uniche a mostrarsi solidali con il tormento di Nanako. A queste frasi amiche si aggiunge la voce ancora più antica di Verlaine, che condivide con la protagonista il languore del cuore. Nell’attimo istantaneo il flusso del passato e della memoria e il dolore vivo e presente di Nanako si uniscono solidalmente.
Al dolore “congelato” che Nanako prova di fronte alle invidie rabbiose di coloro che non sono riuscite a entrare nel bel mondo di Lady Miya, si unisce il dolore “caldo” che nasce dal contatto con la tristezza gelida di Rei Asaka. Rei è colei che conduce Nanako a scoprire la propria femminilità e al proprio essere donna; è attraverso di lei che Nanako brucia le tappe del percorso verso le maturità.

Rei Asaka, soprannominata “Saint-Just”, “l’angelo della Morte”, è una delle creazioni più sorprendenti di Riyoko Ikeda. Nessun altro personaggio, di questo manga o di altre opere ikediane, raggiunge, forse, quella gelida tristezza, quel senso di mistero insondabile che circonda Rei Asaka. Creatura androgina, come un vero angelo, dalle parvenze eteree e trasparenti, si muove in una danza mortuaria che rimane inconoscibile ai “vivi”, a Nanako, alla sorella Fukiko. Solo un’altra creatura androgina, il “Principe Kaoru”, sembra poter penetrare gli oscuri recessi della mente di Rei, ma illusoriamente. Rei, fino alla fine, non permetterà a nessuno di entrare nel suo modo d’essere, non accetterà l’amore di nessuno, nemmeno quello puro e straziato di Nanako.
Saint-just vive sì nella più totale solitudine, ben più grande di quella di Nanako, circondata solo da se stessa, dalla propria immagine: nella sua casa piena di specchi, che riflettono il suo sguardo lontano, vi è l’unica presenza di una bambola, di una “morta” che cela nei suoi occhi spenti il torbido rapporto fra Rei e Fukiko. Rei chiama Nanako “bambolina”, fa notare alla ragazza la sua somiglianza con la bambola donatale da Fukiko: ma in essa “l’angelo della Morte” vedrà sempre e solo Fukiko, l’unico essere da lei amato. E così Rei, attraverso quella bambola, mantiene il suo distruttivo rapporto sanguigno con Lady Miya; nel suo nido mortuario si culla della compagnia di due oscure presenze, la sua e quella degli occhi di Fukiko; presenze che preludono a un’unica Presenza. Rei è “l’angelo della Morte” perché è sempre a contatto con la Morte, perché i suoi occhi la vedono sempre in lontananza.
Con spaventosa coerenza, questo personaggio tenderà sempre alla morte, fino all’atto finale; nemmeno i disperati tentativi di Kaoru per farla reagire di fronte a una vita che non vede, per farle scoprire un mondo al di là degli specchi, potranno cambiare il suo sguardo, renderlo più “vicino”. Rei, fino all’ultimo, vorrà discendere agli Inferi, quegli inferi che ha costruito per lei la sorella Fukiko, con il suo sadico orgoglio che ha distrutto la vita di tante persone, prima fra tutte quella di Fukiko medesima. Benché sia “viva”, Lady Miya lo è solo perché ha trasferito il suo istinto mortale sulla sorella, affossandola. Le lacrime finali di fronte all’atto irrimediabile di Rei rivelano un amore profondo, tanto più profondo quanto più distruttivo. L’orgoglio delle pagine finali sarà diverso: non più sadico ma dignitoso, dopo che l’inferno da lei stessa costruito, il Sorority Club, sarà finalmente cancellato. La redenzione di Fukiko si attua con il sacrificio di rei Asaka; il segreto rapporto fra le due, mai pienamente svelato, si può liberare ora del suggello del bracciale.
Come un vero e proprio angelo, Saint-Just ha compiuto la sua missione temporanea, così come farà il Principe Kaoru. Kaoru e Rei, creature androgine, sono opposte e complementari: il moto verso gli Inferi dell’una si contrappone a quello disperatamente ascensionale dell’altra. È una complementarità che ha del paradossale: l’una, che potrebbe essere “viva” tende decisa alla morte, l’altra, che vorrebbe essere “viva”, è trascinata verso la morte. Attraverso questo triste paradosso, nella pagina finale, Nanako farà il suo ingresso completo nella maturità.

“Caro fratello” è, in sostanza, un manga densissimo nella sua brevità, che rivela nuove sorprese a ogni lettura, grazie a personaggi splendidi e inesauribili, di cui questo commento riesce a dare solo un’immagine parziale, e personale. Nel godibilissimo primo stile ikediano, questo manga è la storia di una crescita, una superba e delicata analisi della psiche femminile e dell’omosessualità e, non ultimo, il drammatico terreno di scontro fra la vita e la morte.

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