Recensione Manga – La principessa bianca (Shirahime Shou) di CLAMP


A cura di Emy

Titolo: Shirahime Shou
Tradotto: Racconti della Principessa Bianca
Autrici: CLAMP – Nanase Ohkawa (storia) e Mokona Apapa (disegni) 
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa Editrice: Koubunsha Comics
Numero di volumi: 1, completo
Prima Pubblicazione: 1992
Rivista di serializzazione: Haru Pretty 

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice; Star Comics
Numero di volumi: 1, completo 
Data di pubblicazione: 2005
Prezzo: 7 euro.

Quella che segue è la sinossi di un volume delle CLAMP, il celeberrimo gruppo di autrici famoso anche in Italia per i successi di X, Rg Veda, Card Captor Satura e altre opere. Il volume, che raccoglie tre racconti autoconclusivi, con una prefazione e una conclusione finale, è stato ristampato in Giappone nel 2001 da Kadokawa Shoten. Tutti i racconti sono ambientati nel medioevo giapponese e presentano come comune denominatore la neve e una singolare leggenda circa la figura di una bianca principessa: “Shirahime”.

Storia

Jo (Prefazione)
Si dice che quando nevica forte, ciò accada a causa di Shirahime (la “Principessa Bianca”) che piange: i fiocchi di neve non sono altro che le lacrime di Shirahime, la regina della neve.
La neve scende giù con forza, quando un viandante che avanza contro la forza degli elementi si imbatte in una bellissima e pallida signora che, incurante del tempo, è ferma ad aspettare.

Garou no Yama (La Montagna del Lupo famelico)
Una ragazza si spinge sulla montagna, mentre infuria una tempesta di neve. La ragazza si chiama Fubuki ed è lì per vendicarsi di una belva che ha assassinato suo padre: un lupo dal manto nero e dagli occhi di fiamma. Ma Fubuki è assalita, anziché dal lupo, da un branco di cani selvatici. Sta per soccombere, quand’ecco che a salvarla si presenta inaspettatamente proprio il lupo che stava cercando. La ragazza, ferita dai cani, sviene. Quando riprende i sensi, scopre che il lupo l’ha trascinata in una caverna, al sicuro, e che non ha intenzione di farle del male. Anzi, ogni giorno di quelli a seguire, l’animale reca per lei qualche preda da mangiare. Fubuki vorrebbe portare a compimento la sua vendetta, ma scopre di voler bene al lupo, il lupo che sa prendersi cura di lei. La ragazza si convince che forse erano dicerie quelle che volevano la belva come assassino di suo padre, forse suo padre è morto ucciso dai cani di montagna…
Nei giorni seguenti il legame tra Fubuki e il lupo si rafforza sempre di più; la ragazza chiama il lupo Inuki e decide che d’ora in poi vivrà sempre con lui. Ma destino vuole diversamente…

Koori no Hana (Fiore di Ghiaccio)
Due giovani innamorati sono costretti a separarsi: lui deve partire per la guerra, lei promette di aspettarlo per sempre, anche se l’attesa dovesse durare un’eternità. La neve, cadendo sul lago, suggella la promessa della giovane donna: anche se dovesse perdere la vita, Kaya aspetterà il ritorno del suo amato. Sono passati 30 anni e l’uomo ritorna finalmente a casa, stanco, invecchiato, eppure memore della promessa. Kaya -si domanda- avrà mantenuto il suo patto, o vivrà felice -com’è giusto che sia- accanto a un altro compagno? L’uomo raggiunge il luogo della promessa: nulla è cambiato, anche il lago, ormai completamente ghiacciato, sembra immutato. Ed è il lago che dà all’uomo la risposta cercata…

Hiyoku no Tori (La Coppia Felice)
Un giovane uomo ha perduto la strada ed è solo, in mezzo a una tormenta di neve. Il suo pensiero corre all’amata Yukino, che forse non rivedrà mai più. Tra la neve, l’uomo vede una coppia felice di aironi: non potendo tollerare la loro felicità, incoccata una freccia, colpisce uno dei due uccelli e lo uccide. Ma come punito dagli dei per quell’azione crudele e insensata, l’uomo finisce per vagare in cerchio e infine, esausto, si lascia andare, riverso, sulla neve. Ed ecco che in sogno compare una bellissima donna che gli indica una direzione da seguire… è forse la dea della morte, o una pietosa salvatrice? Quel che è certo, è che la misteriosa donna nasconde qualcosa di prezioso in grembo: l’uomo, guardando, scopre che è un teschio. Destatosi dal suo torpore, egli decide di seguire la direzione indicatagli dalla donna nel sogno. Passano due giorni, ma ancora non riesce a scorgere la fine della montagna. Bisognoso di nutrirsi, l’uomo colpisce qualcosa che si muove tra la neve: è l’airone femmina, l’unico sopravvissuto della coppia dei giorni addietro. L’airone aveva qualcosa sotto la sua ala: il teschio del suo compagno…

Shuu (Conclusione)
Il viandante (lo stesso della prefazione) afferma che i fiocchi di neve che scendono giù con veemenza sono le lacrime di Shirahime. Ma la pallida signora che gli è al fianco sorride. D’un tratto spiriti della neve dalla forma di lupo compaiono, volteggiando nell’aria, mentre la bianca signora si libra anche lei e ammonisce: i fiocchi di neve non sono le sue lacrime, sono invece le lacrime dei cuccioli dell’uomo. Shirahime vola in alto e si allontana nel cielo mentre il viandante, incredulo, si ferma a guardarla… e la neve continua a cadere, fitta.

Considerazioni
Da brivido. Non sono mai stata una sostenitrice delle Clamp, ma questo lavoro mi ha convinto parecchio. Ciò che delle Clamp affascina è osservare come questo gruppo di autrici, per diverso tempo sulla cresta dell’onda editoriale giapponese, abbia sfidato continuamente i propri limiti e le proprie capacità alla ricerca di orizzonti narrativi sempre nuovi. La voglia di crescere e di evolversi continuamente è encomiabile, così come encomiabile è questo Shirahime Shou, la cui cura editoriale, nell’edizione giapponese, è affidata in prima persona -ovviamente- alle Clamp stesse.

E i risultati si vedono: il primo episodio, “Prefazione”, è narrato mediante immagini dai colori semplici e raffinati, gli altri quattro, invece, con un mezzotono grigio (*non* ottenuto col retino) assolutamente di pregio. Le storie -tutte incentrate su amori sfortunati- sono piccole e preziose come perle, esilmente infilate e tenute insieme da un tema evanescente, delicato e silenzioso come quello della neve. L’edizione italiana, pur pregevole, non raggiunge l’originale per materiali e cura, e questo sottrae all’opera parte del suo fascino. Se ne sottolineo l’importanza non è certo per smanie puristiche (infatti non sono una purista), ma solo perché la magia di questo volume è impalpabile e può svanire da un momento all’altro, come un fiocco di neve.

 

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