Recensione Manga – La dote della sposa (Takara no Yome) di Youko Kondou

A cura di Emy

Titolo: Takara no Yome
Autore: KONDOU Youko
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Bunkasha
Numero di volumi: 1 -concluso
Anno di pubblicazione: 2006
Rivista di serializzazione: i primi 5 racconti su Gekkan Horror M, gli ultimi 3 su Gekkan Flowers

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Coconino
Numero di volumi: 1 -concluso
Pubblicato nel mese di: Maggio 2019
Distribuzione: libreria e fumetteria
Prezzo: 16 euro, 184 pagine, collana DOKU.

Storia
Il volume raccoglie otto racconti autoconclusivi, più una breve narrazione autobiografica che parla dei gatti e un articolo di Paolo La Marca incentrato sulle mangaka della rivista Garo.

Il neonato di pietra: una giovane di famiglia agiata deve sposarsi con l’uomo predestinato dai genitori, ma lei è già innamorata di un altro. Incapace di arrendersi al suo destino, la fanciulla esprime un terribile desiderio: che tutti spariscano e rimanga solo il suo amato, in modo da poter trascorrere la vita con lui. Questo sogno malvagio si avvera, ma ci sarà un prezzo che la ragazza dovrà pagare…

Il villaggio nascosto: stavolta è un giovane a dover sottostare a un matrimonio imposto e sgradito. Il giovane è di buoni sentimenti e in un’occasione salva un topolino dalle grinfie di un gatto. Un giorno incontra una fanciulla bellissima di cui si innamora a prima vista. Cercando di trovare l’abitazione di lei, finisce per cadere in un buco presso un albero di pino. Si ritrova in una casa sottoterra, la casa della sua amata, che purtroppo è promessa sposa di un membro del clan Kurohige…

Il custode dei fiori. L’anziano Genzo è oggetto di scherno per i bambini del villaggio perché si prende gran cura di un albero secco e perché non si è mai sposato. Qualcuno però spiega che Genzo in passato era innamorato di una fanciulla, che venne sacrificata alla montagna affinché il villaggio non morisse a causa della siccità…

La fonte amara. Due poveri orfanelli, Kichi e Tomi, vengono sfruttati da un capovillaggio crudele, che li fa lavorare fino allo stremo. Un giorno al più grande, Kichi, viene affidato un incarico che lo porterà lontano dal villaggio per tre giorni. Durante il cammino, Kichi incontra un viandante che gli chiede di potersi dissetare con la sua acqua. La richiesta è accolta, ma il ragazzo, tornato al villaggio, scopre che sono tutti invecchiati…

La dote della sposa. A un giovane aristocratico ridotto in miseria viene proposta in matrimonio una donna poco avvenente ma ricca. Il giovane avrebbe preferito la sorella minore, molto più bella, tuttavia per ragioni economiche accetta. La donna però non porta con sé la dote promessa…

Non conosci il bel suol. Teruha è una cortigiana di cui si mormora sia sapiente nelle arti magiche perché, pur non sapendo cantare né ballare, è molto richiesta. In particolare, è il suo baule a essere chiacchierato: si dice che il baule di Teruha possa risucchiare una persona o farla diventare pazza. La donna smentisce ogni cosa e dimostra che il suo è un baule normale. Ma sarà davvero così?

La bambola dei sogni più profondi. Il protagonista è un monaco alle prese con la profezia di un mendicante nel periodo del noviziato: questi aveva detto che, poiché il monaco in una vita precedente era stato un assassino, avrebbe dovuto portare questa maledizione per sette vite, prima di liberarsi del legame che lo vuole unito a suo fratello, compagno di malefatte nella vita precedente. Il monaco farà di tutto per scongiurare l’avverarsi della profezia…

Una persona speciale. La giovane Kohagi è costretta a servire un bonzo per espiare il peccato di suo padre, condannato a morte per aver rubato una statua d’oro di Buddha dal tempio. Un giorno arrivano degli artisti girovaghi che sostengono di poter trasformare l’infelicità in felicità; uno di questi si accorge che la persona più infelice del luogo è Kohagi…

Considerazioni
Questi otto racconti, come ci spiega la quarta di copertina, “si ispirano alle storie e alle atmosfere di alcuni celebri otogibanashi, le antiche fiabe popolari giapponesi”. In effetti, chi non ha smesso di amare le fiabe e non si vergogna di leggerle anche in età adulta non farà fatica a riconoscere alcuni elementi narrativi comuni al patrimonio favolistico occidentale (per esempio, c’è un certo parallelismo tra il racconto che dà il titolo alla raccolta e la fiaba Le fate di Perrault, che presenta due sorelle, di cui una versa rose e gemme dalla bocca e l’altra rospi e serpi). Mostri, demoni, spiriti, magia. Tutto lascerebbe presupporre la leggerezza di una tipica lettura da intrattenimento.

Allora perché, al termine di ogni racconto, rimane un retrogusto malinconico, difficile da ignorare? Proviamo a sciogliere l’enigma attraverso un’analisi meno superficiale.

Nelle fiabe della Kondou uomo e donna si rincorrono, si attraggono, si respingono, si cercano. Eppure nessuna di queste fiabe termina con un matrimonio tra una coppia di innamorati. Ciò non ostacola un lieto epilogo né impedisce ai personaggi di sorridere, alla fine. E questo, sì, ancora oggi è un messaggio rivoluzionario. Riusciamo a immaginarla, Cenerentola, felice e contenta alla fine della fiaba senza aver sposato il principe? Nel mondo di questa mangaka, è possibile.

Nelle sue storie le donne (e di conseguenza gli uomini) aspirano a un amore che può essere raggiunto soltanto nel sogno (come nei primi due racconti) o al di là della vita terrena (Il custode dei fiori) o grazie a una magia (Non conosci il bel suol). Qualche volta a unire uomo e donna è un destino tragico (La bambola dei sogni più profondi), altre volte la femminilità è negata e può sopravvivere in virtù di un travestimento (La fonte amara), altre volte non si può parlare d’amore perché incombe la violenza e a salvarci possono intervenire solo gli affetti familiari, veicolo di un amore salvifico (Una persona speciale).

In questo senso il racconto che dà il titolo alla raccolta, La dote della sposa, sembra essere paradigmatico: il vero amore, quello completo e assoluto, si raggiunge una volta lasciati indietro gli interessi materiali o la passione fisica determinata da canoni estetici condivisi dai più; il vero amore abita in una dimensione visibile solo in certe occasioni, e chi ha questa fortuna deve coglierla al volo prima che esso scompaia tra la nebbia. L’amore è sempre altrove.

Dal lato grafico, troviamo la sobrietà e l’eleganza del tratto della Kondou, che ci ricorda quanta verità può celarsi nelle fiabe… narrazioni fantastiche che secondo l’opinione comune sono destinate unicamente all’infanzia.

Due parole, infine, sull’edizione: sobria, elegante e ricercata come la grafica, perfettamente in linea con il contenuto. Insieme, forma e contenuto, rendono La dote della sposa un gioiellino.

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