Recensione Manga – Anna dai capelli rossi (Akage no Anne) di Lucy Maud Montgomery e Yumiko Igarashi

A cura di Anneyuu ed Emy (testi e immagini)

Titolo originale: Akage no Anne
Storia: Lucy Maud Montgomery
Disegni: IGARASHI Yumiko
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::    
Casa editrice: Kumon Publishing
Numero di volumetti: 3, completo
+ Sequel: 2 volumi, “Anne no Seishun” e “Anne no Aijou”
Prima pubblicazione: 1997-1998

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Anna dai capelli rossi
Casa editrice: Panini
Numero di volumetti: 3, completo

Prima edizione

Prezzo di copertina: 4.00 euro
Cadenza: mensile
Pubblicato a partire da: Ottobre 2003
Distribuzione: edicola e fumetteria

Seconda edizione

Prezzo di copertina: 4.50 euro
Numero di volumetti: 3, completo
Pubblicato a partire da: Aprile 2018
+ Sequel: 2 volumi, completo: “Il baule dei sogni” e “L’età meravigliosa”

:: L’autrice ::
La scrittrice Lucy Maud Montgomery nacque a Clinton (oggi New London), Prince Edward Island, il 30 Novembre 1874 e morì a Toronto nel 1942. Crebbe a Cavendish (sempre PEI) con i nonni paterni nella fattoria di famiglia in quanto perse la madre a due anni e il padre si trasferì lontano per lavoro. Questi in seguito si risposò e richiamò Maud con sé ma lei non andava d’accordo con la matrigna e quindi tornò sull’isola. Iniziò a scrivere sin da piccolissima sia poesie che brevi racconti e a nove anni cominciò un diario giornaliero che proseguì per tutta la vita [diari che sono in parte pubblicati]. Prese il diploma per insegnanti e in seguito si laureò in letteratura inglese, fu anche giornalista scrivendo per un quotidiano di Halifax. Nel frattempo continuò a scrivere racconti che venivano pubblicati in varie riviste canadesi. Nel 1908 Anne of Green Gables venne pubblicato e fu subito successo. Sebbene presenti degli spunti riconducibili alla vita di Maud bambina, non è un libro autobiografico, come invece sarà Emily of New Moon (Emily della Luna Nouva, Mursia edizioni) pubblicato nel 1923. Sentimentalmente non fu fortunata, ebbe molti pretendenti e amò un uomo che le era inferiore per ceto, cultura e intelligenza e che morì l’anno dopo che lei lo lasciò. Finì per sposare Ewan McDonald, un uomo che inizialmente stimava e a cui era legata dall’affetto, me che non amava. I due suoi figli furono la sua gioia e la sua disperazione. In compenso ebbe delle amicizie che la gratificarono moltissimo sia emotivamente che intellettualmente.
Nella sua carriera la Montgomery scrisse 20 romanzi e più di 150 racconti, una raccolta di poesie e fu una instancabile e assidua corrispondente.

:: Curiosità ::
I romanzi
I romanzi che compongono la lunga saga delle avventure di Anne Shirley sono otto, di cui sei pubblicati anche in Italia.
Nel lungo svolgersi delle vicende, Anne passa dall’infanzia all’adolescenza per poi diventare donna, moglie e madre, senza mai perdere quel suo mondo di fantasia che l’ha sempre contraddistinta. Attraverso gioie, dolori e amicizie, la vediamo sognare ancora una volte le fate, conoscere altri “spiriti affini”, devastata dalla sofferenza, ma in altri casi felice con eguale profondità di sentimenti, fino a vederla vivere gli eventi della prima guerra mondiale (con cui la saga si conclude).
Questi i titoli originali e italiani (edizioni Mursia) della serie:
1) Anne of Green Gables / La vera storia di Anna dai capelli rossi ovvero Anne dei verdi abbaini
2) Anne of Avonlea / Anna dai capelli rossi. L’età meravigliosa
3) Anne of the Island / Anna dai capelli rossi. Il baule dei sogni
4) Anne of Windy Willows / Anna dai capelli rossi. La casa dei salici al vento
5) Anne’s house of Dreams / Anna dai capelli rossi. La baia della felicità
6) Anne of Ingleside / Anna dai capelli rossi. La grande casa
7) Rainbow valley (edito nel 2014 dall’editore Il Gatto e la Luna)
8) Rilla of Ingleside (edito nel 2014 dall’editore Il Gatto e la Luna)
Da sottolineare che la prima traduzione giapponese di Hanako Muraoka risale al 1952 e fece di Anne un personaggio amatissimo e famosissimo in tutto il paese, un vero personaggio-culto (considerando che il Giappone usciva sconfitto dalla seconda guerra mondiale e che il ruolo della donna era molto lontano dall’emancipazione, è facile anche capire con che stato d’animo fu accolta questa eroina).
In Italia invece la Montgomery era pressoché sconosciuta (negli anni ’50 c’era solo “Marigold”) e i libri di Anne arrivarono solo a partire dagli anni ’80 in seguito al successo che il cartone animato ebbe anche da noi.
Nota di colore: Mark Twain scrisse a Maud Montgomery dicendole che Anne era “la più cara e amabile bambina della finzione dai tempi dell’immortale Alice” (Di Lewis Carroll, ovviamente).
Segnaliamo la bella edizione annotata di Enrico De Luca, 2018, Lettere Animate: “Anne di Tetti Verdi”, filologicamente corretta nei confronti dell’originale. L’anno successivo sono stati resi disponibili sempre per Lettere Animate l’edizione annotata di “Anne di Avonlea” e l’inedito “Cronache di Avonlea”, curati sempre da Enrico De Luca.

:: Anime ::
Nel 1979 esce per la collana dei Meisaku o WMT (World Masterpiece Theatre) della Nippon Anination uno dei capolavori a cartoni animati più amati dal pubblico e considerato ormai un evergreen: Akage no Anne (Anne dai capelli rossi).
La serie si compone di 50 episodi che ripercorrono con fedeltà quasi assoluta i capitoli del romanzo originale. Dal perfetto connubio dei mai troppo compianti Isao Takahata e Yoshifumi Kondo, nonché di Hayao Miyazaki nasce questo anime che riesce magistralmente a riprodurre le atmosfere, gli umori dei personaggi e i meravigliosi scenari di Prince Edward Island. Tutti elementi che fanno di questa storia la celebrazione di un’infanzia dorata.

:: I Live ::
Sin dalla sua prima pubblicazione, Anne of Green Gables ha riscosso un grandissimo successo. Prestissimo sono usciti dei film tratti dai vari volumi che comprendono la saga, il primo dei quali fu un film muto in bianco e nero uscito nel 1921. A questo ne sono seguiti molti altri (in bianco e nero ma sonori e poi con l’avvento del colore) e anche un musical che ad Hollywood riscosse un notevole successo.
Ma la versione più famosa è certamente quella a puntate del 1985-86 del canadese Kevin Sullivan con Megan Follows nel ruolo di Anne. La serie ha avuto un grande successo e ha portato a due sequel che –liberamente- coprono le vicende principali di tutti gli otto libri.
Così ad Anne of Green Grables seguì Anne of Green Gables: The Continuing Story e Anne of Green Gables: The Sequel (i primi due sono arrivati anche in Italia e mandati in onda dalla Rai).
Da sottolineare la bellezza dei paesaggi di questo telefilm e l’accurata ricostruzione di case, strade e fattorie; set che è stato poi lasciato invariato (per la gioia dei locali e dei turisti) fino al riutilizzo nell’altra famosa serie della Sallivan Entertainment The Road to Avonlea (arrivato anche da noi).
Nel 2017 Netflix distribuisce Chiamatemi Anna (Anne with an “E”), serie televisiva ispirata al capolavoro della Montgomery. La serie ha avuto un buon riscontro di pubblico, ma a causa della poca fedeltà al testo originale può lasciare perplessi gli estimatori della scrittrice canadese. Ha comunque l’indubbio merito di aver fatto conoscere il personaggio della Montgomery a un pubblico più orientato a seguire le serie televisive che i classici della narrativa.

Storia

Volume Primo

Anna Shirley ha 11 anni ed è orfana, il suo più grande desiderio di avere una casa e una famiglia che l’ami diventa realtà quando viene adottata da una coppia di anziani fratelli (Matthew e Marilla Cuthbert) che vivono nella piccola Isola del Principe Edoardo, sulla costa pacifica del Canada. Un ambiente rurale e contadino di inizio novecento, con il mare da un lato e la campagna dall’altro fanno da sfondo alle vicende quotidiane di questa bambina dalla fervida immaginazione e dal cuore rigonfio di amore da dare e ricevere. Tutto comincia quando alla stazione Matthew Cuthbert trova ad attenderlo, al posto del ragazzo che si aspettava, una buffa e lentigginosa ragazzina: il suo nome, come dice lei stessa, è Anna Shirley, ed è felice di essere stata finalmente adottata! Matthew non sa come rivelare alla ragazza che in realtà lui e sua sorella, Marilla Cuthbert, avevano adottato un ragazzo perché aiutasse nei campi, pertanto doveva esserci stato un equivoco di comunicazione tra i fratelli e la signora Spencer, incaricata di procurare l’orfano.

Quando i due arrivano a Green Gables, Marilla deve fare i conti con la sorpresa di veder scendere dal calesse del fratello una ragazzina dai capelli rossi. Marilla, dal carattere più fermo e rigido rispetto a Matthew, informa Anna che la sua presenza non è gradita, poiché alla fattoria hanno bisogno di un maschio. Anna si dispera, alla notizia che l’indomani sarà portata dalla signora Spencer, e da lì poi all’orfanotrofio. Durante il poco tempo rimasto insieme, l’orfanella ha modo di farsi conoscere: sognatrice e ciarliera, ha conquistato già il cuore di Matthew ma non ancora quello di Marilla… la quale, l’indomani, la porta dalla signora Spencer. Quest’ultima si scusa per l’equivoco e cerca di affidare Anna alla severa signora Blewett, perché la prenda a servizio come domestica.

È Marilla però a impedirlo: durante il viaggio, infatti, Anna le ha raccontato la sua triste infanzia di orfana e Marilla non desidera che la bambina soffra ancora. In cuor suo, perciò, decide di tenerla a Green Gables. Anna perciò diventa la figlia adottiva dei fratelli Cuthbert: fin dall’inizio darà non pochi grattacapi ai suoi nuovi “genitori”, litigando con la signora Rachel Lynde, amica di Marilla, o recandosi alla scuola domenicale col cappello ornato di fiori di campo. Nonostante questo, i fratelli Cuthbert apprezzano le sue buone qualità. E arriva anche il giorno più felice per la ragazzina: quello in cui conosce Diana Barry, destinata a essere la sua amica del cuore. Diana è figlia di una vicina dei Cuthbert, è una ragazzina graziosa che ama la lettura, proprio come Anna. Presto le due diventano inseparabili, tanto a casa quanto a scuola. Proprio a scuola Anna si trova in seri problemi: a causa di Gilbert Blythe, il ragazzo più brillante della classe, viene a conflitto con il signor Phillips, il maestro.

Un giorno infatti Gilbert chiama Anna “carotina”: il colore dei suoi capelli è per Anna il cruccio più grande, e prontamente si vendica rompendo sulla testa di Gilbert la propria lavagnetta: il maestro Phillips punisce la ragazzina costringendola a scrivere alla lavagna “Anna Shirley deve imparare a controllare il suo carattere”. Come se non bastasse, il signor Phillips nei giorni seguenti la punisce per essere entrata in ritardo dopo l’intervallo, e la costringe a sedersi vicino a Gilbert. Anna se la prende a morte e, dopo aver deciso di non rivolgere più la parola a Gilbert, comunica a Marilla la sua intenzione di non andare più a scuola. Neanche le preghiere di Diana riescono a smuoverla dal suo proposito, la bambina è irremovibile: d’ora in poi aiuterà Marilla nelle faccende domestiche e studierà da sola a casa…

Considerazioni

Le ragioni del NO 

Il manga disegnato dalla Igarashi ha poco o nulla a che vedere con le coinvolgenti atmosfere del romanzo e, aggiungerei, anche del cartone animato. La narrazione ripercorre i fatti salienti della storia, ma lo fa con una sceneggiatura che sembra essere solo la bozza di sé stessa e con dialoghi piatti e banali (o banalizzati!). Scene statiche e inespressive sono poste a riempire la tavola che perde di equilibrio e convinzione. L’uso delle retinature invece che essere da supporto alla narrazione, appiattiscono il tutto, creando un effetto di fredda indifferenza. Il passaggio da un episodio all’altro è reso con una velocità sconcertante che toglie del tutto al lettore la possibilità di assaporare spazi e ambienti, in questo incalzante elenco dei fatti. I disegni della Igarashi rimangono comunque belli, ma risentono degli anni e risultano inferiori a quelli che la resero famosa negli anni ’80. Risalta l’utilizzo di immagini a tavola piena con grandi abbracci e corse sui prati che sembrano essere messi soltanto per creare un effetto sdolcinato.
In complesso è un manga carino, ma debole, da acquistare solo se si è fan sfegatati di Anne Shirley o della Igarashi (By Anneyuu, 02-01-05)

Le ragioni del SI’

Non si tratta certo dell’opera migliore della Igarashi, ma non è disprezzabile: costituisce un tributo alla famosa protagonista dai capelli rossi ed è piacevole tanto quanto la più recente graphic novel di Mariah Marsden dedicata al personaggio (Il Castoro, 2019). Certo, per gli appassionati dei romanzi può essere duro accostarsi agli adattamenti a fumetti e audiovisivi moderni, perché raramente seguono un approccio filologico, quindi di fedeltà al testo (anche se la graphic della Marsden costituisce un’eccezione, essendo parecchio fedele). D’altro canto, essi hanno l’indubbio merito di far conoscere la piccola Anna a un pubblico più vasto. Il tratto della Igarashi è piacevole come sempre (nonostante abbia perso forza rispetto alle opere precedenti) e la narrazione è lineare e scorrevole, l’ideale per far conoscere il personaggio a un lettore più abituato a conversare con le immagini che con un testo scritto (By Emy, 25/06/2020).

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Anime

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