Recensione – Blankets di Craig Thompson

BLANKETS

A cura di Spaced Jazz

Autore: Craig Thompson
Casa editrice edizione italiana: Coconino
Pubblicato a partire da: 2004
Volume unico, completo
Distribuzione: solo fumetteria e libreria
Formato: Brossura con sovraccoperta – 17×24 cm
Costo: 29,00, 592 pp., b/n.

Blankets è un raro esercizio nel genere del fumetto autobiografico che possiede la sostanza e la chiarezza di articolare la struttura narrativa con una delicata commozione, ed esplora la rivalità dei fratelli Craig e Phil, cresciuti in un isolato paese, e il primo, romantico innamoramento di Craig con Raina. In un settore rumoroso, sdolcinato e mediocre, Blankets è un’esperienza di viaggio attraverso l’adolescenza di Craig Thompson, segnata da uno zelo religioso e da alienazione, ma anche con un senso di speranza che separa Thompson da suoi contemporanei.
Con Blankets, come con Good-bye, Chunky Rice prima, Thompson dimostra un’abilità unica di esplorare i temi del desiderio della disperazione senza mai perdere il suo ottimismo. Il risultato è un lavoro sincero e onesto disegnato dall’inchiostro di una penna di raffinata eleganza e maturità.
Blankets, volume di quasi seicento pagine, è una delle più ambiziose e originali graphic novel mai pubblicate nel mondo dei comics. Ancora più importante è che Blankets è un documento della lezione di una scoperta e di un auto-realizzazione, entrambi universali e illuminanti.” (Fonte: Coconino)

Il fumetto è un medium che consente di mettere su carta un’infinita tipologia di storie. Fra le più importanti e difficili da creare, ci sono quelle che parlano delle persone, di noi stessi o, più o meno fra le righe, del senso della nostra vita.
Craig Thompson, autore americano appena trentenne, con la monumentale graphic novel Blankets ne realizza a mio avviso una delle più belle, affidandosi ai propri ricordi autobiografici.
Thompson ci parla della sua infanzia e adolescenza, ma in realtà anche di un percorso di crescita e scoperta quasi universale, non a caso arrivando a citare Socrate.
Blankets è ambientato nei luoghi della memoria dell’autore, sperduti paesi del Wisconsin della tradizionale e bigotta provincia americana dei primi anni ’90. Dall’infanzia difficile e isolata a causa di un carattere chiuso per autodifesa, ai rapporti col fratello Phil, cercato e respinto, agli indottrinamenti dogmatici di una chiesa più interessata all’esteriorità che alla spiritualità; fino all’amicizia (e all’amore) per Raina, ragazza con una famiglia sull’orlo del disfacimento e fulcro narrativo dell’opera.
Thompson sarà autore giovane ma di certo dotatissimo nell’espressività, sia grafica (con un tratto fra il realista e lo stilizzato che talvolta cede il passo a costruzioni visionarie e simboliche -vedi le rappresentazioni angeliche o gli incubi metafisici) che narrativa, fra flashback e cambi di registro. Toni di fondo ora drammatici ora lievi: la nostalgia dei ricordi tutto frulla mescolando lacrime e sorrisi, dubbi e certezze in quello che è il nostro passato e nella speranza che si possa, alla fine, trovare la propria strada.

Stretto a lei posso sentire l’eternità… spazi vuoti e deserti e correnti che turbinano senza posa.
E la neve caduta accoglie la neve che cade sussurrando “silenzio”.

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