Recensione Manga – Una stanza di felicità (Sachiiro no One Room) di Hakuri

stanzalogoA cura di Emy

Titolo originale: Sachiiro no One Room
Autrice: Hakuri
Categoria: Webcomic Manga*

* la serializzazione di questo manga sulla piattaforma Gangan Pixiv ne rende difficile la classificazione, dal momento che tale piattaforma ospita manga destinati a target diversi, motivo per cui nel web questo titolo è indicato di volta in volta come shoujo o seinen o shounen.

cover1stanza:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Square Enix
Numero di volumi: 11, completo
Anno di prima pubblicazione: dal 2016
Sito di pubblicazione: Gangan Pixiv

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Una stanza di felicità
Casa editrice: GOEN
Pubblicato a partire da: Novembre 2021
Prezzo: 7.50 Euro.

spinoffunastanza:: Gaiden :: 
Titolo: Sachi-iro no One Room Gaiden: Seikai no Meitantei
Casa Editrice: Square Enix
Numero di tankoubon: 3, in corso
Pubblicato a partire da: 2019
Spin-off incentrato sul detective Matsubase Hijiri, tre anni prima degli avvenimenti narrati nella serie principale.

dramaunastanza:: Il drama ::
Titolo: A Little Room For Hope
Regia: Ryuichi Honda
Network: TV Asahi, ABC
Episodi: 10
Data di trasmissione: 2018
Cast: Anna Yamada, Shuhei Uesugi

Storia
storiaoneroomUn giorno una ragazza di quattordici anni viene rapita… O almeno è quello che la polizia crede. In realtà la ragazza ha provato a fuggire da una realtà di violenza perpetrata dagli stessi genitori e ha trovato rifugio… dal suo stalker, che ora la ospita nel suo appartamento.
Per quanto lui continui a pensare di aver sbagliato a commettere un rapimento, la ragazza sostiene invece di essere felice di essere stata rapita, promettendo che, in caso di cattura, i due si toglieranno la vita insieme. Tra bugie e verità, rapitore e vittima costruiscono un rapporto di mutuo soccorso: lei non ha alcuna intenzione di ritornare alla vita di abusi che è stata costretta a sopportare e lui chissà da quale passato sta fuggendo. Il punto è che entrambi costruiscono insieme una realtà tanto piacevole quanto precaria, essendo ricercati sia dalla polizia che da una coppia di strani detective…  ingaggiati dalla famiglia della ragazza rapita! E non ci sono solo i genitori di lei a cercarla, ma anche il suo insegnante, che finge di essere il sequestratore in un video trasmesso dalla TV… per quale motivo?

Considerazioni

Ci troviamo di fronte a un manga singolare e poco prevedibile nello sviluppo narrativo. Non ricordo molti manga di questo tipo, giocati sul rapporto di due personaggi così borderline: lei è una vittima designata, che ha subito bullismo e ingiustizie proprio da chi in linea teorica avrebbe dovuto proteggerla ossia genitori, compagni e insegnanti… Per sopravvivere ha imparato a farsi scivolare addosso qualsiasi cosa, fino a quando raggiunge il punto di rottura, momento che guarda caso è proprio quello in cui compare il suo salvatore: il suo stalker. Il paradosso è evidente: chi nella società è visto come un alleato (scuola e famiglia) è il vero nemico, mentre chi la società tratta come elemento odioso e indesiderabile, lo stalker, è l’unica ancora di salvezza per la nostra protagonista.

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Tale premessa paradossale funziona e aggancia immediatamente il lettore, che vuole sapere come potrà mai finire questa storia. I due saranno catturati dalla polizia? La ragazza tornerà a una realtà di abusi a scuola e in famiglia e lo stalker/ salvatore sarà imprigionato? E chi sarà mai, esattamente, questo ragazzo misterioso che ha stalkerato e poi rapito la protagonista portando sempre una mascherina sul volto? Si tratta realmente di un alleato o è l’ennesimo pervertito?

Con un incipit così atipico non possiamo che aspettarci uno sviluppo atipico, e in effetti l’autrice (autore?), che ha qualche anno di esperienza come mangaka ma non si può definire veterana, qualche volta dà l’impressione di non sapere esattamente cosa fare e cosa dire. Alcuni episodi anziché mostrare il procedere dell’azione risultano stagnanti, quasi dei riempitivi e questo è uno dei punti a sfavore della serie.

I punti a favore però sono più convincenti: Una stanza di felicità può vantare senz’altro l’originalità del plot e della dimensione narrativa circoscritta in un setting bloccato perché, come dice lo stesso titolo, quel che importa accade in una singola stanza. Le scene degli interni sono pertanto decisive: una scelta di questo tipo costringe il lettore a sostenere estenuanti sessioni di dialogo, ragionamenti lunghi e contorti. La difficoltà di una scelta narrativa così radicale si fa sentire: per evitare di incappare negli episodi-riempitivo, l’autrice deve introdurre nuovi personaggi che dall’esterno minaccino lo strano rapporto che si è creato tra i due protagonisti. Nel momento in cui lo fa, l’azione riparte e si rinnova, catturando l’interesse del lettore, anche se i due personaggi acquisiscono dettagli sempre più inquietanti e fuori dalla norma.

Tirando le somme: Una stanza di felicità è una storia che gratifica se si rinuncia un po’ al senso comune e si è disposti a perdersi per strada razionalità e credibilità… In fondo, con una premessa assurda e paradossale, è il minimo che possa capitare. L’opera in ogni caso non è mai scontata o banale, per cui è la lettura ideale per chi desidera essere sorpreso. Di certo con questo titolo Hakuri ha dimostrato di essere un’autrice degna di attenzione.

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