Recensione Manga – La grande traversata (Fune o Amu) di Haruko Kumota

traversata_logoA cura di Emy

Titolo originale: Fune o Amu
Traduzione letterale: Assemblare una nave
Storia: MIURA Shion
Disegni: KUMOTA Haruko
Categoria: Josei

coverjaptraversatacoveritatraversata:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Kodansha
Numero di tankoubon: 2, completo
Data di inizio pubblicazione: 2016
Rivista di serializzazione: Itan

:: Il manga in Italia ::
Casa editrice: Dynit
Numero di volumi: 2, completo
Traduzione: Alessia Giargia
Inizio pubblicazione: Agosto 2023
Collana: Showcase
Prezzo: 12.90 Euro; box con entrambi i volumi: 25.80 E.

traversataanime:: Anime ::
Regia: Toshimasa Kuroyanagi
Studio: Zexcs
Rete: Fuji TV
Trasmesso in Giappone nel: 2016
Episodi: 11

traversatafilm:: Live Movie ::
Titolo: Fune o Amu
Regia: Yuya Ishii
Data di proiezione: Aprile 13, 2013
Durata: 133 min.
Cast: Ryuhei Matsuda, Aoi Miyazaki

L’autrice
Nota in Italia per la serie animata tratta dal pluripremiato Genroku Rakugo Shinjuu, disponibile su VVVVID, Haruko Kumota è un’autrice capace di lavorare su diversi generi, dalla commedia al drammatico, josei o BL. Il suo BL più lungo è  Itoshi no Nekokke, edito in Italia da Flashbook, per il quale ha dichiarato di rifarsi al celebre Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi. Come diramato dalla casa editrice Flashbook, “Kumota sensei è un’autrice molto apprezzata in Giappone e a dimostrazione di ciò c’è il “Tribute Book”, pubblicato assieme al volume 5, contenente tanti piccoli omaggi ai personaggi di Itoshi no Nekokke da parte di autori come Hidaka Shoko, Kii Kanna, Est Hem e Harada.

Storia
storiatraversataTratto dal romanzo di Shion Miura pubblicato da Kōbunsha nel 2011. Majime Mitsuya lavora nel reparto vendite della casa editrice Genbu Shobo, ma è poco avvezzo nel parlare e rapportarsi con il prossimo. Il suo talento nella filologia viene notato da Kōhei Araki, anziano professore di lingua giapponese ed editor del reparto “dizionari” vicino alla pensione, che offre a Mitsuya il lavoro dei suoi sogni: la possibilità di lavorare alla creazione di un nuovo dizionario, il “Daitokai”, nonostante il reparto venga visto come un investimento inutile. Nel team è attivo Masashi Nishioka, collega molto socievole, frivolo e di grandi capacità comunicative ma poco interessato al dizionario, praticamente l’opposto di Mitsuya. A completare la situazione si aggiunge il rapporto di Mitsuya con Kaguya Hayashi, nipote della proprietaria dell’alloggio del giovane. Kaguya vive dalla nonna e studia per diventare chef, ma ha cominciato a interessarsi a lui… (trama da Wikipedia).

Considerazioni
consigrande3In una “bustina di Minerva” (Bompiani, 2000), Umberto Eco ragiona sul futuro dei libri alla luce della rivoluzione tecnologica: secondo la sua opinione, la diffusione del digitale porterà il lettore a distinguere tra i libri da consultare e i libri da leggere. Mentre dei secondi sopravvivranno le edizioni cartacee, i primi si diffonderanno solo in forma digitale, questo perché tali volumi (enciclopedie, dizionari) di norma sono destinati alla consultazione e non alla lettura integrale.
Suddetta profezia si avvera ogni giorno di più: enciclopedie e dizionari esistono ancora ma sempre più di rado entrano nelle nostre case in forma cartacea e questo, se da una parte viene incontro alla necessità di risparmiare risorse preziose come la carta, dall’altra implica una necessaria perdita di saperi specialistici, per esempio la cura tipografica e l’organizzazione dell’impostazione grafica della pagina da stampare. Perché ogni volta che si attua una scelta, qualcosa si guadagna e qualcosa si perde. Anche in termini di parole, di campi semantici, di lessemi.
Shion Miura, autrice del romanzo da cui è tratto il manga di Haruko Kumota, probabilmente è partita da una considerazione simile, in quanto nell’opera una domanda si presenta al lettore in modo quasi ossessivo: a cosa servono le parole? A cosa serve dedicare anni, decenni, una vita intera a scrivere dizionari che siano punto di arrivo e di partenza per le parole?
consigrande2A rispondere si ingegnano i protagonisti di questa storia, impegnati nella “grande traversata”, che è il titolo del dizionario cui essi dedicano le migliori energie. I protagonisti sono in effetti un gruppo di personaggi su ognuno dei quali ruota a turno l’obiettivo, perciò la vicenda è individuale e corale insieme: si tratta di un equipaggio che parte in missione, e il loro è un viaggio nel mare delle parole, parole che devono letteralmente essere pescate una a una. Poi, una volta raggruppate, vanno esaminate con cura perché sia presa una decisione: quali parole scegliere e quali lasciare andare? Infine, scelte le parole da preservare, bisogna scegliere ancora come: come organizzare i lessemi, come scrivere le definizioni e gli esempi d’uso corrente, che essendo appunto corrente si modifica nel tempo?
Un continuo fare e disfare è un lavoro che sembrerebbe sostanzialmente inutile. Eppure è un lavoro necessario e vitale: le parole sono una mano tesa verso il futuro, nelle parole c’è la nostra storia, la nostra eredità, ma anche la nostra capacità di dialogare con la contemporaneità e -di conseguenza- la nostra visione del futuro, la nostra coscienza e la nostra presa di posizione. Accettare una parola inclusiva nel dizionario, per esempio, significa prendere posizione a favore dell’inclusione.
Oltre al dizionario, i nostri personaggi affrontano i problemi della quotidianità: l’amore, il matrimonio, le speranze disattese, i problemi sul lavoro e nella vita privata, la vecchiaia, la malattia e la morte. Sono piccole esistenze scaldate alla luce della passione, dell’amore per le parole che le fa brillare prima di sparire nel nulla, a lettura terminata. Esattamente come noi, che non sappiamo da dove veniamo né dove andiamo, ma nel frattempo attraversiamo la vita su una piccola nave tra passato e futuro.
Questa storia di spessore letterario è resa meravigliosamente dalla mangaka Haruko Kumota, il cui segno delinea come meglio non potrebbe personaggi, ritmo narrativo e dialoghi pregnanti.
Tutto ciò fa de La grande traversata, semplicemente, un capolavoro. Uno di quelli in cui ci si imbatte una tantum, un’opera in cui il tempo si ferma fino a quando non abbiamo voltato l’ultima pagina e, per quel che mi riguarda, una delle letture più gratificanti del 2023. Doveroso il ringraziamento alla Dynit e alla traduttrice Alessia Giargia per essersi imbarcati in questa traversata che -si suppone- sia stata tanto impegnativa quanto gratificante.

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