Recensione Manga – Lovesick Dead (Shibito no Koiwazurai) di Junji Ito

A cura di Emy

Titolo: Shibito no Koiwazurai
Titolo internazionale: Lovesick Dead
Autore:  ITO Junji
Categoria: Josei

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Asahi Sonorama
Numero di volumi: 1 -concluso
Anno di pubblicazione: 1996
Rivista di serializzazione: Nemuki

:: Il manga in Italia ::

Prima Edizione
Titolo: Lovesick dead
Casa editrice: 001 edizioni
Numero di volumi: 1 -concluso
Pubblicato nel mese di: marzo 2019
Distribuzione: librerie e fumetterie
Prezzo: 18.90 E, 402 pp., collana Hikari.

Seconda Edizione
Titolo: Lovesick e altre storie
Casa editrice: J-Pop
Numero di volumi: 1 -concluso
Pubblicato nel mese di: ottobre 2022
Distribuzione: librerie e fumetterie
Prezzo: 16.00 E

:: Movie ::
Da Shibito no Koiwazurai è stato tratto nel 2001 un film per la regia di Shibuya Kazuyuki, noto col titolo internazionale di Love Ghost, interpretato da Kumiko Akiyoshi, Mao Asami e Lisa Gotô. Il film segue vagamente la storia originale e il protagonista non è Ryusuke bensì Midori.

Storia
Le prime 244 pagine del volume sono impegnate da Lovesick Dead, il resto raccoglie altre quattro storie brevi.
Ryusuke non è per niente felice che i genitori lo riportino a vivere nella sua città natale. Qui, tra nebbie fitte e perenni, si pratica la “crucimanzia”, una singolare forma di divinazione: chi è incerto sul proprio futuro amoroso può fermarsi a un incrocio e chiedere consiglio alla prima persona che incontra. Ma tra le giovani adepte della “crucimanzia” sta dilagando una sanguinosa epidemia di suicidi. La causa sembra risiedere negli infausti responsi dispensati da un ragazzo misterioso, forse un demone: “il bel tenebroso del crocevia“. Ryusuke, oppresso da un segreto senso di colpa, sa che deve fermarlo a ogni costo, proprio perché sente di avere un legame con la letale creatura che infesta gli incroci della città (fin qui la trama da casa editrice).
Ryusuke, infatti, da bambino aveva incontrato una donna disperata che gli aveva chiesto, a un incrocio, cosa dovesse fare con la creatura che portava in grembo, frutto dell’illecita relazione con un uomo sposato. Ryusuke quel giorno era nervoso a causa della propria famiglia, che lo aveva informato della necessità di cambiare città: avrebbe dovuto trasferirsi, suo malgrado, per via del lavoro del padre. Aveva quindi risposto male alla donna che, in evidente stato di squilibrio mentale, si era suicidata il giorno stesso. Il senso di colpa generato dal dubbio di essere stato la causa della morte di quella donna, che ora scopre essere la zia di Midori, la ragazza di cui è innamorato, non l’ha mai abbandonato. Come se non bastasse, dal giorno del ritorno di Ryusuke “Il bel tenebroso del crocevia” si aggira tra la nebbia in città… che relazione c’è tra il ragazzo e il demone che spinge le fanciulle al suicidio mediante un responso negativo di “crucimanzia”?

Considerazioni
L’incrocio è il luogo della scelta. Quando le strade si incontrano, è possibile per il viaggiatore fare una deviazione, intraprendere un cammino diverso da quello prestabilito, riflettere su un’alternativa. Per questo l’incrocio un po’ ovunque è al centro delle superstizioni di ogni epoca: è il luogo in cui si manifesta il maligno o in generale il soprannaturale. “Non allontanarti dalla via”, suggerisce la mamma a Cappuccetto Rosso: non bisogna cedere alla tentazione di abbandonare la strada maestra, né prestare ascolto lungo il cammino agli sconosciuti che, si sa, possono avere buone intenzioni ma più spesso cattive. Il lupo ci attende nel buio, aspetta solo che l’ingenuo protagonista si abbandoni alla tentazione della possibilità.
Non stupisce pertanto che il tema dell’incrocio sia al centro degli eventi di Lovesick Dead: la “crucimanzia” è una pratica diffusa nella città in cui si trasferisce lo sfortunato protagonista.
Dal momento che questo manga è stato a suo tempo serializzato su “Nemuki” (abbreviazione di “Nemurenu Yoru No Kimyou Na Hanashi Comics”), rivista che si rivolge alle ragazze, chi pratica la “crucimanzia” sarà per lo più una donna, giovane o adulta, e il suo dubbio riguarderà soprattutto l’amore. La domanda che le donne rivolgono agli sconosciuti è “Il mio amore fiorirà?”. Affidano al caso la loro sorte, perché nessuno può prevedere la risposta di uno sconosciuto. Uno tra questi, però, un individuo bellissimo (alto, pallido, con un orecchino… oseremmo dire un “bishounen dark”), dà solo risposte negative, che suonano come maledizioni all’orecchio delle malcapitate, le quali non possono far altro che eseguire quanto divinizzato: disperazione, odio, morte. Il protagonista cerca di orientarsi nella dimensione in cui si ritrova, ma le regole sfuggono a ogni controllo e qualsiasi decisione lo conduce a una strada in discesa.
Chi ha già confidenza con le storie dell’autore saprà che più che lasciarsi guidare dalla ragione, il lettore sarà coinvolto in una storia dove la causalità non segue leggi razionali ma soprannaturali, in senso lovecraftiano: le ragioni degli accadimenti sono inconoscibili, come inconoscibile e arcano è il male contro il quale Ryusuke cerca di combattere.  A differenza di altre storie di Junji Ito, però, Lovesick Dead, pur non presentando una spiegazione definitiva degli eventi, si articola in quello che può essere definito uno sviluppo classico: inizio, svolgimento e, soprattutto, fine. C’è, insomma, quello che può essere considerato un finale, anche se per raggiungerlo dobbiamo lasciare indietro la razionalità lungo il cammino.
Perché leggere Junji Ito significa arrivare all’incrocio e prendere la strada meno sicura, quella della nebbia, dell’incertezza, dell’orrore psicologico: possiamo sperare di uscirne vivi, ma mai indenni.
In definitiva, il volume è da consigliare a chi ama perdersi nelle letture alternative, a chi predilige l’horror poco mainstream, a chi (come la sottoscritta) trova perfetta in quanto funzionale alla narrazione la grafica di questo mangaka.

Gallery

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